La Jornada - 22 settembre 2007
Incursione appoggiata dall'Esercito - denuncia della JBG
Dispiegamento paramilitare in un municipio zapatista
Gli aggressori sono militanti del PRI e del PRD
Hermann Bellinghausen - Inviato

San Cristóbal de Las Casas, Chis. 21 settembre - Dal caracol Que habla para todos, in Roberto Barrios, la giunta di buon governo (JBG) Nueva semilla que va a producir ha denunciato la presenza nel municipio autonomo Ak'abalna di un gruppo paramilitare armato e con tanto di uniforme - che conta con l'appoggio dell'Esercito e della polizia -, formato da militanti del PRI e del PRD.

Il 19 febbraio 1994 gli zapatisti recuperarono la proprietà Morelia - composta dalle proprietà El Arenal, Los Mangos, El Bosque, La Catarata, La Peña e El Vado - dalle mani del latifondista Juan Benito Machín. "Da allora abbiamo costruito la nostra comunità Nueva Revolución. Queste terre appartengono all'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), sono il prodotto dell'insurrezione, ma col tempo il mal governo ed i suoi partiti politici si sono incaricati di seminare la divisione".

La JBG denuncia che "priísti e perredisti della comunità ci vogliono spogliare delle nostre terre, che da quando sono state recuperate sono state divise in parti uguali senza distinguere fra zapatisti e non zapatisti. Ci tradiscono e dimenticano come abbiamo recuperato questa terra e minacciano di spogliarci dei nostri diritti". La JBG denuncia la responsabilità dei rappresentanti comunali ufficiali Rafael Vázquez Gómez e Sebastián López Pérez, dell'agente rurale Daniel Pérez Pérez e dei consiglieri di vigilanza Manuel Pérez Ramírez e Domungo Pérez Pérez.

Lo scorso 18 maggio spararono contro la casa di Carmelino Pérez Gutiérrez. "Proprio di proposito, perché è stato minacciato perché era con la resistenza, non pagava la tassa prediale e non partecipava ai lavori collettivi della scuola ufficiale. Noi abbiamo sempre partecipato ai lavori collettivi che sono per il bene della comunità, come il controllo della tubatura dell'acqua, ma non partecipiamo ai lavori decisi dal mal governo".

Il 9 luglio, "uno dei nostri compagni andava a lavorare nei campi ed ha visto passare quattro paramilitari vestiti in tuta mimetica ed armati". Non li ha riconosciuti perché erano incappucciati e si sono infilati in fretta nella macchia". Il giorno dopo, un altro contadino vide sei paramilitari di divisa verde a 50 metri da casa sua, "ma non li riconobbe perché non erano della comunità". L'11 luglio passarono per La Chachalaca circa 40 paramilitari in divisa verde. Neanche loro erano della comunità.

Aumentano le intimidazioni

Il 21 agosto furono visti circa 50 paramilitari armati. Chiesero dei dirigenti zapatisti di Nueva Revolución, assicurarono avere "compagni" lì e si diressero a Sabanilla. "Quello stesso giorno passò un elicottero militare a volo radente, aveva gli sportelli aperti e militari armati puntavano la comunità. L'agente rurale ufficiale disse che sapeva dove sarebbe atterrato, ma poi non scese perché stava piovendo".

Il 7 settembre sono passata da Tila verso Chulum Juárez 13 camion dell'Esercito e della Polizia di Sicurezza Pubblica statale. "In Coquijá hanno detto che sarebbero entrati nelle comunità Iturbide e La Nueva Revolución", ma "non sono arrivati". Durante il loro tragitto i poliziotti continuavano a scendere dal convoglio e frugavano le vicinanze.

Nel 2005 la giunta dialogò con priísti e perredisti per "metterci d'accordo rispetto ai nostri lavori collettivi", ma poi questi si rifiutarono di firmare. "Da allora abbiamo trovato vitelli e vacche morte". Il 20 giugno di quest'anno, un vitello ha riportato una ferito da arma da fuoco. Il 21 luglio hanno trovato una scrofa avvelenata.

Gli zapatisti di La Chachalaca sono minacciati dal commissario ejidale Fernando Pérez Díaz, dall'agente rurale Francisco Jiménez Pérez e dal dirigente di Paz y Justicia, Manuel Jiménez Pérez: "Dicono che li ammazzeranno". In luglio, i priísti e la Commissione Federale di Elettricità hanno collocato pali per la linea elettrica senza tener conto delle 11 famiglie dell'EZLN. "I pali sono stati piantati nei terreni dei nostri compagni senza il loro permesso ed hanno pure tagliato molti alberelli. Li minacciano anche di toglier loro il diritto di passaggio per i sentieri e vogliono che paghino 250 pesos ogni volta, perché sono zapatisti".

La JBG denuncia: "L'invidia che hanno di noi è perché difendiamo i nostri diritti e la nostra terra". Fatti simili stanno succedendo "da tutte le parti" nella zona nord.

"Non faremo a meno dei nostri diritti, perché la terra è stata pagata col sangue dei compagni caduti. Come zapatisti dichiariamo che non ci umilieranno mai, non lasceremo che passino i loro eserciti o i paramilitari. Già basta. Vogliamo che ci lascino vivere e lavorare in pace e che siano rispettati i nostri diritti. Che sia chiaro che questa terra l'abbiamo recuperata e continueremo a difenderla".

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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