La Jornada - 21 settembre 2007
Con una inusuale marcia, chiedono di annullare un'opera di drenaggio che inquina l'acqua
Zapatisti, priísti e perredisti si uniscono in protesta contro il sindaco di Pantelhó
Hermann Bellinghausen - Inviato

Pantelhó, Chis, 20 settembre - Passamontagna provenienti dai vicini municipi autonomi di Polhó e San Juan Apóstol Cancuc, e da qui, Santa Catarina. In altri lati della piazza centrale, magliette tricolori di quel tale o tal altro candidato del PRI, o del PRD, e qualcuna del PAN.

Visi coperti e scoperti protestano per la "acqua di merda" che ricade sulla comunità Los Mangos da quando l'attuale sindaco (perredista) Armando Juárez Cruz ha costruisto un drenaggio per le comunità San Caralampio e El Carmen Reforma che inquina atrocemente il ruscello Majasil, che oltre ad essere sacro per tzeltales e tzotziles di questa parte de Los Altos, è fonte di acqua per le sette frazioni di Los Mangos.

Oggi la richiesta che li unisce è "che venga immediatamente annullata l'opera che origina le acque nere". Manuel López Hernández, rappresentante perredista di Los Mangos, dichiara in tzeltal (mentre un suo compagno traduce): "Quello che fa il sindaco va molto male. Il fiume inquinato è la nostra provvista di acqua. Lottiamo per l'annullamento di questa opera da tre anni. Non ci hanno mai fatto caso". E rivela: "Votiamo per lui e poi per (Juan) Sabines, ma ci voltano le spalle".

Racconta che in Los Mangos "ci sono fratelli dell'EZLN e dato che abbiamo lo stesso problema ci siamo messi d'accordo e quelli del PRI hanno appoggiato". Davanti al rifiuto del sindaco Juárez Cruz di ascoltarli, "siamo andati dalla giunta di buon governo di Oventic a chiedere giustizia. La giunta ci ha fatto caso. Noi volevamo distruggere l'opera, ma gli zapatisti ci hanno consigliato di fare questa marcia come ultima protesta, prima di passare ad altre misure".

Gli oratori si susseguono in castigliano, tzeltal e tzotzil e dal chiosco annunciano le tre direzioni per confluire nella piazza: "Se il governo non ci risponde, prima tapperemo e dopo distruggeremo quel deposito settico".

Il palazzo municipale brilla semichiuso. Come sempre. Il sindaco preferisce stare nei suoi uffici di San Cristóbal de las Casas, a due ore da qui. Nicolás, "commerciante" priísta del capoluogo municipale, osserva i suoi correligionari manifestare con le basi di appoggio dell'EZLN e con i loro abituali rivali perredisti: "Quel presidente municipale non sa vivere. Non si occupa mai di noi, né di loro (segnalando i manifestanti). Questo è solo un avviso. Dopo questa marcia di sicuro spunteranno delle nuove idee" - commenta, filosofico.

"Una marcia così non c'era mai stata in Pantelhó. E tutto per un problema che si può risolvere rapidamente: basta chiudere il drenaggio e basta" - finisce. Intanto Manuel López come altri perredisti di Los Mangos concordano che "vanno d'accordo" nella comunità gli abitanti delle filiazioni politiche, ma che questo problema li fa confrontare con quelli di San Caralampio e di El Carmen Reforma (a maggioranza perredisti). Soprattutto la seconda, di cui è originario il direttore delle opere pubbliche del municipio ufficiale, Francisco Gutiérrez Cruz. "Lui organizza la gente di lì perché non ceda e ci minaccino di spararci".

Perfino la Commissione Statale di Acque e Risanamento, con una sentenza del 25 luglio, dà ragione a quelli che protestano. Un altro perredista di questo capoluogo rivela che il sindaco Juárez Cruz "continua a pagare mille pesos per voto" alle elezioni municipali per il prossimo 7 ottobre, perché è in contesa nella lista del PRD un suo fratello.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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