Ojarasca - n. 124 - agosto 2007
Quarto anniversario delle Giunte di Buon Governo
"Proseguiamo armati di giustizia e dignità"
Gloria Muñoz Ramírez - Morelia - Chiapas

La quotidianità dell'autonomia zapatista si sviluppa in mezzo alla persecuzione costante di gruppi paramilitari che vogliono strappare la terra recuperata dall'EZLN durante la sollevazione armata del 1994. Appena due giorni dopo la celebrazione del quarto anniversario della formalizzazione dell'autogoverno ribelle, nella comunità di Ba yulumax, nel municipio autonomo Olga Isabel, c'è stata una nuova aggressione paramilitare che ha lasciato gravemente feriti due basi di appoggio zapatiste. La strategia governativa consiste nel seminare il terrore nelle comunità, assassinare e dividere gli indigeni, togliere loro la terra e frenare il processo di costruzione della loro autonomia.

Nel contesto dei festeggiamenti per i quattro anni dei Caracoles e delle Giunte di Buon Governo, un gruppo di autorità autonome della regione di Morelia, in un’intervista ha parlato dei problemi più gravi che hanno affrontato durante tutto questo periodo e che sono, senza dubbio, quelli che hanno a che vedere con la difesa della terra e del loro territorio.

"I problemi agrari sono la questione più difficile. Il governo sta dividendo il popolo. Dal 1994 con l'EZLN abbiamo recuperato la terra. È nostra, perché è dei nostri antenati, per questo parliamo di recuperare e non di occupare. Ma il governo sta mettendo brutte idee in testa alle persone che non sono della nostra organizzazione. Indebolisce i compagni introducendo progetti del malgoverno. Il governo vuole che ci scontriamo tra noi indigeni. Adesso ci troviamo ad avere un problema con i fratelli indigeni dell'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic) che sono paramilitari. È questo il principale problema. Ma il nostro obiettivo non è quello di scontrarci tra indigeni. Quelli che vogliamo affrontare sono quelli in alto, i malgoverni federale ed i malgoverni dello stato" - spiegano i membri della Giunta di Buon Governo Corazón del Arcoiris de la Esperanza.

Dall'inizio di quest'anno le autorità autonome zapatiste denunciano l'invasione di terre, violenza, spari in aria, distruzione di milpas, furto di mais, pestaggi, detenzioni e sequestri compiuti da membri di Opddic, braccio armato di una strategia diretta dai governi federale e statale che, secondo informazioni della Giunta, ha come oggettivo espellere dal loro territorio le basi di appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN).

Benché le minacce non si siano mai interrotte, le aggressioni dirette erano diminuite a partire dall'arresto, nel marzo scorso, del dirigente di Opddic, Pedro Chulín. Tuttavia, proprio subito dopo lo svolgimento del Secondo Incontro tra i Popoli Zapatisti ed i Popoli del Mondo (dal 20 al 27 luglio), al quale hanno partecipato oltre duemila persone di più di trenta paesi, sono avvenuti "fatti brutali ed inumani da parte dell'organizzazione paramilitare Opddic", nella comunità di Ba yulumax.

Durante il Secondo Incontro, la comandante Hortensia ha riassunto la strategia degli attuali governi federale e statale: aggressioni, persecuzioni e minacce contro le basi di appoggio zapatiste nelle diverse comunità e municipi, oltre ad invasioni e sgomberi. "Con un altro modo di attaccare le comunità in resistenza" - ha spiegato la comandante - "il malgoverno approfitta dell'ignoranza e della povertà dei nostri popoli. Con inganni e minacce distribuisce alcuni aiuti economici. Per esempio, le costruzioni di piccole abitazioni, latrine 'dignitose' - come dice il governo - distribuzione di generi alimentari confezionati, e fa partire i suoi programmi di costruzione di strade, luce elettrica e di acqua potabile. Con questi piccoli progetti tentano di far tacere e di sottomettere le persone affinché non appoggino la lotta zapatista, o affinché quelli che sono dentro la lotta se ne escano".

È proprio a causa di uno di questi progetti governativi che nella comunità di Ba yulumax, membri di Opddic hanno aggredito una famiglia zapatista che cercava di transitare lungo una strada recentemente tracciata dal governo.

Davanti a questi piani di guerra "governativa" - ha segnalato Hortensia - "i compagni e le compagne nelle zone zapatiste organizzano le varie azioni per resistere. Per dare continuità e rafforzare la nostra lotta per la costruzione della nostra autonomia, abbiamo ritenuto necessario riorganizzare le nostre azioni e la nostra resistenza a tutti i livelli: salute, educazione, municipi autonomi, agroecologia, società cooperative di artigianato e di caffè, sistema di comunicazione, consolidamento dei nostri territori ed azioni politiche pacifiche come mobilitazioni e denunce pubbliche, quando necessarie".

Esattamente quattro anni fa l’EZLN inauguró cinque Caracoles, spazi di incontro politico e culturale che sarebbero poi stati le sedi di un ugual numero di Giunte di Buon Governo, strutture create per organizzare, o per meglio dire costruire, l'autonomia nei villaggi, seguendo un processo iniziato nel dicembre del 1994, quando gli zapatisti annunciarono la propria geografia statale con la demarcazione di 38 municipi autonomi (attualmente sono più di quaranta).

Le costanti aggressioni ed il clima di persecuzione non hanno frenato l'autonomia di queste comunità. Il lavoro quotidiano consiste non solo nel creare nuovi ed autonomi sistemi di salute, educazione e commercio, tra il resto, ma, come hanno spiegato nel Secondo Incontro tra i Popoli Zapatisti ed i Popoli del Mondo, "sono attenti anche a qualunque problema o provocazione che possa verificarsi nelle diverse comunità e municipi autonomi, provocati da militari, partiti politici o paramilitari".

Gli zapatisti si dicono orgogliosi e contenti in questo quarto anniversario. "È tutto molto cambiato e stiamo bene", anche se, insistono nell'intervista le autorità autonome di Morelia, "compiere quattro anni è una soddisfazione ma anche una sfida. Abbiamo concluso una parte ma iniziamo nuovi passaggi, nuovi apprendistati, riconosciamo anche le nostre mancanze e questo ci fa incontrare più persone, più compagni in questo camminare. Siamo contenti, siamo sicuri dei passi che stiamo facendo e di quello che vogliamo nella costruzione della nostra autonomia".

"Ci sentiamo più forti" - aggiungono - "perché c'è stata anche una solidarietà nazionale ed internazionale e questo ha permesso di migliorare la nostra salute e soprattutto la nostra educazione. Questo ha aiutato molto le comunità perché quello che pensavamo di riuscire a fare in molti più anni lo stiamo facendo in poco tempo".

La sfida che affrontano tutti i giorni questi popoli non è per niente facile. "Se fosse facile costruire un'altra forma di governo, l'avremmo già fatto e finito. È stato abbastanza difficile, a volte quasi impossibile. Ma tutto è possibile nella misura in cui si crede in ciò che si fa".

Contro venti e tempeste, con i paramilitari sul collo e circondati dall'esercito e da programmi contrainsurgentes, "noi, i popoli zapatisti, proseguiamo con questa lotta in diverse forme e modi", ha dichiarato il comandante David.

"In questi momenti, questa tappa della lotta la definiamo lotta pacifica e politica. Ma questo non vuole dire che abbiamo rinunciato alle nostre armi. Proseguiamo armati, ma soprattutto di giustizia e di dignità come popoli. Per questo continueremo ad avanzare nella costruzione della nostra autonomia. E proseguiremo nella comunicazione, nella solidarietà e nell'appoggio, per quanto possiamo, con tutti i nostri fratelli che sono in lotta", ha ribadito il comandante tzotzil.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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