La Jornada – Sabato 20 gennaio 2007
Militante di Ubisort vittima di un’imboscata a San Juan Copala
Conflitto tra fazioni triquis causa un morto
OCTAVIO VELEZ - Corrispondente

San Juan Copala, Juxtlahuaca, Oax., 19 gennaio - In un clima di intimidazione e di aggressioni, di sparatorie vicino al palazzo municipale e l'assassinio di un indigeno vittima di un'imboscata in una località vicina, si svolgerà oggi l'insediamento delle autorità autonome in questa regione triqui oaxaqueña.

Il cadavere di Roberto García Flores, militante dell'Unione per il Benessere Sociale della Regione Triqui (Ubisort), è stato vegliato ieri sera nel palazzo municipale di San Juan Copala. Una raffica di pallottole di grosso calibro l'ha raggiunto mentre viaggiava su un furgoncino all'altezza della comunità di Agua Fría.

Il dirigente dell'Ubisort, Rufino Juárez Hernández, ha denunciato che gli accompagnatori di García Flores che si stava dirigendo a San Juan Copala, hanno identificato i suoi aggressori come membri del Movimento Unificatore di Lotta Triqui (MULT).

L'assassinio di García Flores è avvenuto dopo mezzogiorno. Due ore prima, franchi tiratori hanno provocato una sparatoria vicino al palazzo municipale di San Juan Copala. Anche a Santiago Juxtlahuaca, dove oggi il Movimento Unificatore di Lotta Triqui Indipendente (MULTI), fondatore dell'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO), presenterà i membri del suo municipio autonomo.

Secondo le versioni degli abitanti di San Juan Copala, gli spari provenivano da franchi tiratori apostati sul dosso vicino al palazzo municipale, che ubbidiscono agli ordini di dirigenti del MULT, che hanno espresso il loro disappunto per l'instaurazione di autorità autonome.

Inoltre, si temono nuove aggressioni oggi per impedire l'evento. Gli abitanti del municipio che hanno partecipato alla veglia di García Flores, alla chiusura di questa edizione erano in allarme per la possibilità di altre sparatorie.

Anche 25 anni fa, nel novembre del 1982, i membri del movimento triqui che ancora non si era scisso, furono aggrediti prima di una riunione. Spararono e ci furono morti: 11 cadaveri di indigeni furono esposti sulla pubblica piazza per denunciare il massacro.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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