CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI PRELIMINARI DELLA CCIODH SUL CONFLITTO SOCIALE DI OAXACA

I. CONCLUSIONI

La Commissione Civile Internazionale di Osservazione dei Diritti Umani, in base alla sua indagine, considera dimostrato quanto segue:

RISPETTO ALLE MORTI E ALLA SPARIZIONE DI PERSONE

1. La Commissione considera i fatti avvenuti a Oaxaca l'anello di una strategia giuridica, poliziesca e militare, con componenti psicosociali e comunitarie, il cui obiettivo ultimo è quello di raggiungere il controllo e intimidire la popolazione civile nelle zone dove vengono sviluppati processi di organizzazione cittadina o movimenti a carattere sociale e non partitici.

2. Il bilancio dei morti documentati dalla CCIODH fornisce la cifra provvisoria di un totale di 23 persone identificate. La Procura Generale di Giustizia dello Stato riconosce 11 casi e la Commissione Nazionale dei Diritti Umani, nella sua relazione preliminare, ne riconosce 20. Inoltre la CCIODH ha conferma della morte di altre persone non identificate.

3. Ci sono indizi fondati dell'esistenza di casi di persone scomparse. Una delle difficoltà maggiori nell'indagare e fare luce su queste sparizioni è la mancanza di denunce presentate.

4. Le morti e le sparizioni avvengono in quei momenti in cui si percepisce un innalzamento del livello di violenza e degli scontri che risponde all'attivazione di operativi progettati per questo scopo. In tali operativi si constata la partecipazione e il coordinamento di diversi autori materiali e intellettuali. Servano da esempio le numerose testimonianze che riferiscono che il giorno 27 ottobre 2006 ebbe luogo un operativo coordinato che provocò gravi fatti nel municipio di Santa María Coyotepec e contemporaneamente in altre zone.

5. Gli omicidi sono stati commessi nella città di Oaxaca e nelle comunità dove è stato registrato un aumento significativo della violenza e della presenza militare, così come di attacchi contro i civili, in stragrande maggioranza appartenenti a diversi gruppi indigeni.

RISPETTO ALLE VIOLAZIONI LEGALI

6. I poteri pubblici non hanno garantito il pieno esercizio della libertà di espressione, pensiero, associazione, riunione, partecipazione politica, libera circolazione e manifestazione. È stato impedito attraverso l'uso della forza fisica e della coercizione l'esercizio di questi diritti fondamentali, sgomberando violentemente presidi e marce pacifiche, impedendo il pieno esercizio della funzione dei rappresentanti comunali legalmente eletti, aggredendo giornalisti e perseguendo i mezzi di comunicazione.

7. Il diritto all'istruzione è stato ed è violato a causa di diversi fattori: la mancanza di risorse materiali e umane, specialmente nelle zone rurali, così come il prolungamento del conflitto per mancanza di dialogo nella risoluzione dello stesso. Nessuna delle parti in conflitto ha stabilito misure alternative durante lo sciopero degli insegnanti per garantire il diritto all'istruzione dei bambini e delle bambine. Continuano a sussistere numerose situazioni di irregolarità per quanto riguarda le assegnazioni dei posti, le commissioni dei servizi, l'occupazione delle scuole e il ritorno nelle aule.

8. Sono stati violati i diritti di sciopero sindacale, di libertà di espressione sindacale e di libertà di insegnamento del corpo docente. La sezione 22 del Sindacato Nazionale dei Lavoratori dell'Istruzione, rappresentata nell'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca, è stato il collettivo sociale più duramente e crudelmente colpito dal conflitto, avendo subito danni materiali, persecuzioni, minacce, aggressioni, morti e sparizioni di persone in numero significativo.

9. Le operazioni di repressione sono state esercitate in maniera indiscriminata contro la popolazione civile: uomini, donne, bambini e anziani, facendo uso di gas lacrimogeni e urticanti, acqua con sostanze chimiche, armi di medio e grosso calibro, veicoli ed elicotteri militari. A queste operazioni hanno preso parte corpi di polizia federale, statale e municipale e gruppi d'élite, compreso l'intervento di effettivi militari con compiti di logistica e di coordinamento. Gruppi di persone in borghese e con armi di grosso calibro hanno eseguito sequestri, arresti illegali, perquisizioni e sparatorie, in alcuni casi utilizzando veicoli della polizia e con la partecipazione di funzionari pubblici.

10. Le forze di polizia statale e federale hanno eseguito arresti arbitrari e illegali, in modo ricorrente e massivo, contro la popolazione civile. Alcuni arresti sono anche stati compiuti da civili che, con l'uso della forza, hanno messo a disposizione dei corpi di polizia, e con il consenso di questi, le persone fermate. Gli arresti sono stati effettuati con una violenza fisica e psichica sproporzionata, a volte tramite sequestro. Sono stati perpetrati abusi sessuali sui fermati, donne e uomini.

11. Non sono stati rispettati i diritti dei detenuti: non sono stati notificati loro i reati di cui erano accusati né i diritti che avevano, sono stati isolati, non è stato notificato l'arresto ai loro familiari o alle persone di fiducia e non sono stati rispettati i termini legali per la messa a disposizione davanti all'autorità competente.

12. Al fine della detenzione sono stati utilizzati spazi illegali, che in molti casi non soddisfacevano le condizioni minime di sicurezza e salubrità: basi militari, edifici governativi, case di sicurezza.

13. In maniera particolarmente grave, sono stati violati i diritti durante i trasferimenti attraverso torture fisiche (scosse elettriche, percosse, ferite, bruciature, ecc.) e psichiche. Stando alle testimonianze e ai quadri clinici, la CCIODH ha indizi fondati di stupri su donne e uomini. Nei trasferimenti hanno preso parte corpi di polizia e, in alcune occasioni, effettivi militari e gruppi di persone in borghese e armate che sorvegliavano gli arrestati fino all'arrivo in carcere.

14. Negli arresti e nei trasferimenti, stando agli atti giudiziari, è intervenuta la cosiddetta "procura mobile". Questo organo è sprovvisto di qualsiasi copertura legale, il suo comportamento non è trasparente né soggetto ad alcun controllo.

15. Non è stato garantito ai detenuti e ai processati il diritto di difesa: né l'assistenza di un avvocato di fiducia, né la comunicazione con l'avvocato, né le condizioni di privacy durante le interviste, né l'assistenza di un interprete nel caso di persone indigene.

16. Gli avvocati hanno incontrato molteplici ostacoli nell'accesso alle pratiche giudiziarie dei propri assistiti, nella presentazione di prove utili alla difesa, nell'accesso alle udienze pubbliche e nell'esercizio delle proprie funzioni, essendo oggetto, in alcuni casi, di minacce e vessazioni da parte dei funzionari pubblici.

17. Una gran parte degli arrestati è stata assista da difensori d'ufficio dipendenti organicamente dall'Esecutivo, che hanno agito dietro ordini precisi, avallando tutte le irregolarità processuali.

18. Non è stato rispettato il diritto di tutti i detenuti di avere un giusto processo e il principio di sicurezza giuridica: le irregolarità riguardano gli organi competenti del processo, le scadenze e le formalità delle notifiche stabilite dalla legislazione vigente e le cauzioni; i certificati medici non hanno riportato la reale portata delle ferite né la loro causa; esiste una mancanza di informazione relativa ai mezzi di impugnazione delle sentenze. Tutti questi elementi sono causa di situazioni di illegale privazione della libertà, di isolamento e impossibilità di difesa delle persone arrestate.

19. Le detenzioni nelle carceri statali e federali sono state effettuate senza la dovuta documentazione: la parte informativa e l'atto formale di arresto; in molti casi i detenuti non sono stati informati sulla possibilità di essere rimessi in libertà dietro cauzione, e in altri la cauzione fissata è stata chiaramente sproporzionata rispetto ai reati imputati. Le condizioni di abitabilità, igiene, salubrità e alimentazione riscontrate durante le visite in alcune carceri trasgrediscono i parametri limite stabiliti dalla legislazione interna come pure i trattati internazionali in materia di diritti umani ratificati dal Messico.

20. Si sono verificati casi di persone recluse in carceri federali che sono state trattate in modo vessatorio ed umiliante. Sono state inflitte minacce e pessimi trattamenti fisici e psicologici da parte delle guardie.

21. Ci sono casi di persone recluse in carceri federali di media e massima sicurezza, nonostante si trattasse di custodie cautelari e senza che esistesse uno studio o una certificazione che giustificasse la pericolosità degli imputati e la conseguente adozione di una tale misura.

22. Ci sono minori di età che sono stati arrestati con un uso indebito della forza e sono stati trasferiti in quattro carceri per adulti. Tre di essi sono stati portati nel carcere di media sicurezza di Nayarit dove l'età perseguibile penalmente è di 18 anni, violando le convenzioni, i trattati e gli accordi internazionali sui diritti umani dell'infanzia. Dall'entrata in vigore, il 1 gennaio 1997, della Legge di Giustizia per gli Adolescenti esiste uno stato di insicurezza giuridica rispetto alla situazione dei minori.

23. I rappresentanti del Ministero Pubblico non hanno avviato alcun procedimento penale d'ufficio contro rappresentanti di istituzioni pubbliche, nonostante la conoscenza di fatti costituenti reato perseguibili da questo organo giudiziario.

24. Alcuni processi iniziati su richiesta della parte lesa, nonostante siano state presentate delle prove, sono bloccati senza giustificazione motivata. Secondo testimonianze informate sui fatti, questa mancanza di attivazione processuale obbedisce a ordini provenienti direttamente dall'Esecutivo Statale.

25. La Commissione Nazionale dei Diritti Umani e la Commissione Statale dei Diritti Umani, che possono intervenire su richiesta di parte o d'ufficio, sono intervenuti in maniera tiepida e insufficiente, nonostante avessero constatato le violazioni precedentemente citate, di cui hanno avuto conferma diretta (dalle loro visite alle carceri) o indiretta (dalle denunce e dalle richieste di privati e organizzazioni civili). Nello specifico della Commissione Statale dei Diritti Umani, abbiamo ricevuto alcune testimonianze che riferiscono che al momento degli arresti, dove si sono verificate gravi situazioni di tortura, quando è stata richiesta la sua presenza, la suddetta commissione non è intervenuta.

RISPETTO AGLI EFFETTI PSICOLOGICI E MEDICI

26. Le violazioni dei diritti umani hanno provocato profondi traumi fisici, emotivi e psicologici lasciando gravi danni su persone, famiglie e comunità. Gli effetti psicologici derivati dal conflitto non sono scomparsi totalmente e si ripercuotono nella vita quotidiana delle persone, delle famiglie e della popolazione.

27. Sono stati individuati effetti e sintomi caratteristici di disturbi da stress postraumatico e da trauma sociale. I più segnalati sono: rivivere continuamente gli eventi traumatici, risvegli bruschi la notte, paura dell'oscurità, paura di determinati rumori o suoni, paura della solitudine, reattività psicologica agli stimoli interni e/o esterni, senso di ipercontrollo e manie di persecuzione. Percezione di aleatorietà e ingiustizia, di insicurezza, di perdita del controllo della situazione e della propria vita. Abbiamo constatato la difficoltà di verbalizzare quanto è loro accaduto.

28. L'assistenza medica prestata è stata tardiva e insufficiente. Vi sono indizi più che fondati per affermare che agenti dei corpi di polizia sono entrati negli ospedali per arrestare i feriti. Il comportamento della Croce Rossa di Oaxaca è stato messo in discussione precisamente per questo motivo.

29. Esiste una mancanza di appoggio e accompagnamento psicologico alle persone colpite ed ai loro familiari. Va sottolineato il trauma psicologico sulle persone che hanno subito o stanno subendo condizioni di internamento, a causa delle caratteristiche dello stesso e in aggiunta alla mancanza di assistenza medica e di rispetto dei diritti minimi. È particolarmente preoccupante anche la situazione dei minori di età che sono stati arrestati e trasferiti in carceri per adulti.

30. Abbiamo osservato un effetto significativo della strategia psicosociale di generazione del terrore che ha conseguenze importanti: il fatto di non fare denunce e l'aumento della sfiducia nelle persone e nelle istituzioni, fomentata per di più dall'esistenza di denunce e accuse, campagne di odio, incitamento alla violenza e ostacoli giuridici persistenti.

31. L'unità e la vita familiare sono state colpite dal nuovo contesto: disgregazione della famiglia (a causa di divergenze ideologiche e politiche, spostamento del domicilio e del posto di lavoro o separazioni forzate), persecuzioni e minacce, cambiamento d'aspetto, riorganizzazione della famiglia. Le persone e i loro familiari sono stati colpiti nell'aspetto economico: perdita del lavoro, mobbing sociale e professionale, trasferimenti per le visite alle carceri e per i mandati giudiziari di comparizione. A tutto ciò va aggiunto il costo dei danni materiali subiti.

32. Si è arrivati ad una netta polarizzazione della società che deteriora e rompe il tessuto sociale.

33. D'altra parte, abbiamo osservato che collettivamente e individualmente esiste, nonostante la strategia messa in atto, un livello alto di solidarietà, il quale permette di avere una forte e significativa capacità di recupero e di rafforzamento. Esistono, sia nelle persone che militano nel sociale sia nell'insieme cittadino, elementi di dignità, in situazioni che devono essere considerate estreme per la loro virulenza e gravità.

34. A livello sociale abbiamo constatato un grave deterioramento e la sfiducia della gente nelle istituzioni, cosa che sta mettendo in serio pericolo le possibilità di partecipazione democratica. Dato l'alto grado di violenza sociale imperante è possibile che la strategia di controllo sociale utilizzata finisca per generare reazioni di maggior intensità e violenza. Questa sfiducia nelle istituzioni e l'impunità con cui si è agito nei fatti descritti in questo dossier, rendono difficile il dialogo delle parti in conflitto.

RISPETTO AI MEZZI DI COMUNICAZIONE

35. Nel conflitto è stata significativa l'occupazione di diversi mezzi di comunicazione come risposta all'accerchiamento mediatico e all'insoddisfazione popolare. I media indipendenti hanno conquistato uno spazio nuovo e alcuni media comunitari hanno ottenuto l'indipendenza. Per queste ragioni sono stati e continuano ad essere obiettivo di attacchi e di repressione mirata.

36. I giornalisti e gli operatori dei mezzi di comunicazione sono stati vittima di attacchi indiscriminati. A partire dalla morte di Bradley Will in molti hanno descritto condizioni di lavoro simili a quelle di guerra.

37. Poche sono state le denunce presentate davanti alle autorità. La CCIODH è in possesso di prove del fatto che alcuni dirigenti dei media hanno intimato ai propri reporter di tacere sia sulle aggressioni subite sia su alcune situazioni di cui sono stati testimoni.

38. Le indagini sugli omicidi del giornalista statunitense Bradley Will e del giornalista di Oaxaca Raúl Marcial Pérez non hanno registrato passi in avanti. Le circostanze degli omicidi continuano ad essere indefinite e presentano irregolarità peritali e processuali di cui si è riferito nel precedente paragrafo sulle violazioni giudiziarie.

RISPETTO ALLA PERSECUZIONE E ALLE MINACCE CONTRO I DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI

39. Le organizzazioni non governative dei Diritti Umani e i loro aderenti sono stati vittime di attacchi mirati, persecuzione, minacce, aggressioni, accuse, campagne diffamatorie e di dispregio, cosa che ha provocato la criminalizzazione delle loro azioni, che ha obbligato molti di essi a prendere precauzioni per salvaguardare la propria integrità fisica e i propri strumenti di lavoro.

RISPETTO ALLE DONNE

40. La Commissione ha documentato diverse e numerose aggressioni verbali, fisiche e sessuali (stupri, taglio di capelli, percosse, obbligo di denudarsi, piegamenti sulle gambe, ecc.) contro le donne per la loro condizione di genere. Le conseguenze sono state particolarmente gravi perché hanno provocato, in casi documentati, danni fisici, psicologici e sociali come, ad esempio, aborti spontanei dovuti a trauma.

RISPETTO ALLE PERSONE ED ALLE POPOLAZIONI INDIGENE

41. Non è stata garantita l'assistenza di interpreti nelle pratiche di polizia e giudiziarie né è stato applicata la Legge di Difesa dei Popoli e delle Comunità Indigene. La CCIODH constata che molte delle persone indigene fermate ed arrestate, così come i loro familiari, hanno testimoniato di essere state oggetto di discriminazione etnica da parte di funzionari pubblici: divieto di comunicazione per ignoranza della loro lingua nel carcere di Nayarit, insulti e trattamenti vessatori per non parlare bene lo spagnolo.

42. Nelle regioni di Valles Centrales, Mixteca, Sur e Costa e nella zona triqui è stato constatato un aumento della presenza dei corpi militari, di gruppi civili armati e di bande armate, in alcuni casi comandati da cacicchi e presidenti municipali, che aggrediscono, assassinano, sequestrano, perseguono e minacciano di morte la popolazione (comprese le donne e i bambini), provocando in alcune comunità sfollamenti con la conseguente frattura sociale e disgregazione familiare.

II RACCOMANDAZIONI

Sulla base delle precedenti conclusioni, la CCIODH raccomanda di:

1. Occuparsi delle cause originarie di questo conflitto, le cui radici si trovano nei problemi strutturali della povertà, del cacicchismo, della disuguaglianza nell'accesso alle risorse, della mancanza di strumenti per l'istruzione e la salute, del non rispetto per la memoria storica e per l'identità indigena, della violazione dei processi democratici e della mancanza di rispetto verso un reale accesso ai canali di partecipazione. Creare condizioni che riescano a rimediare alle violazioni dei Diritti Umani e a ricostruire la convivenza in questa società così polarizzata.

2. Per garantire la separazione dei poteri, la trasparenza nelle azioni degli amministratori pubblici e il pieno rispetto dei Diritti Umani a Oaxaca, è necessario progettare e avviare una profonda riforma delle istituzioni dello Stato. Premesso che si tratti di una riforma che tutte le parti senza eccezioni accettino come necessaria, il processo dovrebbe cominciare con prontezza in accordo ai principi democratici del dialogo e della partecipazione per evitare che venga di nuovo scatenata la violenza latente e che le domande sociali si esprimano in modalità conflittuali.

3. Per ristabilire lo Stato di Diritto, è necessario garantire senza differimenti le indagini sui reati commessi, in special modo per i casi più gravi (morti, scomparsa di persone, torture e aggressioni sessuali); la revisione della situazione giuridica delle persone rilasciate dietro cauzione; la risoluzione dei processi penali avviati, specialmente nei casi di mancanza di fondamenti probatori; il risarcimento economico, morale e sociale delle vittime.

4. Rivedere la situazione giuridica di tutte le persone incarcerate e procedere all'immediata liberazione di quelle che lo sono per motivi strettamente politici, come nei casi dove l'imputazione non ha fondamento probatorio alcuno e/o in quelli dove la gravità dei fatti non giustifichi la privazione della libertà.

5. Per recuperare la fiducia della società civile nelle istituzioni pubbliche, e per impedire uno stato di impunità, i rappresentanti di queste devono: riconoscere pubblicamente le violazioni commesse, riconoscere le responsabilità pertinenti senza farsi scudo di reciproche attribuzioni di competenze e, da adesso in avanti, attenersi scrupolosamente alle Convenzioni Internazionali ratificate dal Messico.

6. Procedere al disarmo, controllare il possesso e l'utilizzo illecito di armi, impedire l'azione dei gruppi di persone armate non in divisa e il coordinamento di questi con i Corpi e le Forze di Sicurezza.

7. Avviare e sostenere i meccanismi necessari alla ricostruzione dell'equilibrio sociale attraverso misure riparatorie per i danni individuali e collettivi provocati. Queste misure devono godere del consenso delle stesse persone colpite e devono includere un risarcimento morale, emotivo, del danno comunitario, economico, legale, sociale e storico.

8. Ristabilire l'ordine attraverso il dialogo e non con l'uso della forza pubblica.

9. Applicare i programmi di accompagnamento terapeutico specializzato per quanti hanno subito differenti tipi di aggressione e tortura, sia fisica che psicologica, prestando particolare attenzione alle vittime, uomini e donne, di abusi sessuali e di stupri.

10. Offrire un'assistenza speciale a tutti i minori che hanno subito aggressioni, arresti, torture, trasferimenti e internamenti.

11. Lanciamo un appello alle organizzazioni locali, nazionali e internazionali affinché cooperino nell'accompagnamento psicologico e nell'assistenza medica e professionale delle persone colpite, in modo consensuale con le organizzazioni locali.

12. Adottare le misure necessarie, efficaci ed adeguate al fine di garantire l'indipendenza di tutti i mezzi di comunicazione e parificare l'accesso e la diffusione dell'informazione tra i media commerciali e i media indipendenti e comunitari.

13. Garantire l'integrità fisica e psicologica degli operatori dei mezzi di comunicazione sul posto nell'esercizio della loro professione.

14. Adottare le misure necessarie, efficaci ed adeguate al fine di garantire ai difensori dei Diritti Umani la possibilità di svolgere liberamente le proprie attività, sostenendo la loro protezione e il rispetto delle loro libertà fondamentali e garantendo la sicurezza e l'integrità fisica e psicologica nell'esercizio della loro professione.

15. Dare una risposta alle richieste dei popoli indigeni, evitando ogni tipo di discriminazione e rispettando i loro diritti politici, economici, sociali e culturali. Garantire il rispetto e l'applicazione delle leggi che riguardano le comunità indigene e favorire lo sviluppo di politiche di inclusione di queste attraverso meccanismi di partecipazione e di difesa adeguati alle loro forme di organizzazione e di governo e ai loro usi e costumi.

16. Insistere sull'attuazione decisa delle Procure Speciali esistenti per la protezione efficace dei diritti delle collettività particolarmente vulnerabili, quali: giornalisti, comunità indigene, donne e minori.

17. Individuare tutte le responsabilità politiche e le persone coinvolte nei fatti riferiti in queste conclusioni e raccomandazioni. A livello statale, segnaliamo l'importanza di indagare sul comportamento della Procura Generale di Giustizia dello Stato, così come su quello della Segreteria di Protezione Cittadina e della Segreteria Generale di Governo, cosa che implica l'indagine sul comportamento del governo statale nel suo insieme. A livello federale, è necessario indagare sui comportamenti della Polizia Federale Preventiva, della Segreteria di Pubblica Sicurezza e della Procura Generale della Repubblica.

18. Dare continuità, per ora, all'attività di osservazione internazionale per il rispetto dei Diritti Umani a Oaxaca, coinvolgendo istituzioni e organizzazioni indipendenti e imparziali che possano garantire la libertà di movimento, la protezione per chi inoltra denuncia di violazioni, l'assistenza dovuta alle persone colpite e il giusto risarcimento di tutte le violazioni descritte. In questo senso, raccomandiamo al governo messicano che insista soprattutto per la presenza a Oaxaca dell'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.

Città del Messico, 20 gennaio 2007

http://cciodh.pangea.org

(traduzione a cura di radio silvanetti e del Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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