Violento sgombero dell’accampamento dell’Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca, APPO, da parte del governo del Distretto Federale

Claudio Albertani, Città del Messico, 19 marzo - Domenica 18 marzo, alla vigilia dell’arrivo in Messico di Michelle Bachelet, presidente del Cile, il governo del Distretto Federale ha sgomberato l’accampamento “Resistenza e Dignità dei Popoli di Oaxaca 14 GIUGNO”, che la APPO manteneva dal mese di ottobre del 2006 nei pressi del Senato della Repubblica.

Verso le 23:45 400 elementi del Corpo dei Granatieri, comandati da Jesús Romero e José García Ochoa, hanno accerchiato la Piazza Manuel Tolsá del Centro Storico, mentre un centinaio di agenti in borghese dotati di armi bianche aggredivano ed insultavano una sessantina di partecipanti all’accampamento, principalmente donne e bambini indigeni dell’etnia triqui.

Nessuno ha fatto resistenza, tuttavia molti sono stati picchiati mentre cercavano di salvare i propri oggetti personali.

Subito dopo, dipendenti della Delegazione Cuauhtémoc hanno portato via in autocarri computer, casse d’amplificazione, artigianato, opere d’arte del maestro Nicéforo Urbieta e della mostra collettiva “Dialoghi di Cuori”, così come il denaro raccolto nella campagna “Un chilometro di pesos” che ha l’obiettivo di raccogliere i 6 milioni di pesos necessari a pagare le cauzioni delle 56 persone ancora in carcere.

Secondo la maestra Carmen López Vázquez, ex-locutrice di radio APPO e perseguitata politica dal governo di Oaxaca, lo sgombero non è stato preceduto da nessun negoziato, esortazione o avvertimento previo.

Il pestaggio è durato fino alle 03:30 di mattina, quando i poliziotti hanno di nuovo aggredito i manifestanti che si erano riuniti nei pressi delle Poste Centrali, angolo con il viale Lázaro Cárdenas.

Il bilancio è di cinque feriti, tra cui Gustavo Sosa, fratello di Eric e Flavio, entrambi attivisti detenuti in carceri di alta sicurezza, ed Emiliana Sánchez Bautista, consigliere triqui della APPO.

Tutti hanno sporto denuncia presso il pubblico ministero. Tuttavia, solo lunedì, in tarda mattinata, è infine sopraggiunto un funzionario della Commissione dei Diritti Umani del Distretto Federale che comunque si è limitato a prendere nota dei fatti.

Verso sera, la zona era ancora chiusa alla circolazione di veicoli e pedoni.

Secondo Efraín Galicia, attivista dei diritti umani e membro del Fronte di Messicani all’Estero, con questo sgombero il sindaco Marcelo Ebrard ha optato per un’alleanza con il governo di Calderón e con il magnate delle telecomunicazioni, Carlos Slim, propietario, fra l’altro, della catena di ristoranti Sanborn’s, uno dei cui stabilimenti si trova a fianco dell’accampamento.

È molto grave che un governante che si professa di sinistra restringa la libertà di manifestazione e utilizzi picchiatori di tipo paramilitare allo stesso modo con cui lo fanno il PRI e il PAN. Questo è il modello di Rudolph Giuliani: tolleranza zero, ma non nei confronti la criminalità, bensì dei movimenti sociali.

In un’intervista con l’emittente radiofonica statale, Radio Educación, il capo della polizia della capitale, Joel Ortega Cuevas, ha addotto che l’accampamento aveva perso la sua natura originaria ed era diventato un luogo di commercio ambulante, dichiarazione alquanto ironica se si tiene conto del fatto che si sarebbe potuta applicare anche all’accampamento contro la frode elettorale che l’anno scorso il governo locale ha appoggiato apertamente.

Resta da sapere quale sarà la reazione del PRD, della Convenzione Nazionale Democratica che avrà luogo nei prossimi giorni e del governo “legittimo” che fa capo a Andrés Manuel López Obrador.

Nel frattempo, l’esortazione del Consiglio Statale della APPO, riunitosi d’emergenza a Oaxaca, è di mantenere vivo e con la maggior forza possibile l’accampamento per continuare ad esigere al Senato della Repubblica la dissoluzione dei poteri a Oaxaca e la libertà dei prigionieri politici, così come i cambiamenti profondi nella vita economica, politica e sociale della regione.

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