La Jornada – Lunedì 19 febbraio 2007
Denunciata la sua presenza a Viejo Velasco Suárez
La Opddic nega di aver partecipato allo sgombero
Presunto gruppo paramilitare di filiazione priista in Chiapas
HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

San Cristóbal de las Casas, Chis. 18 febbraio - Dopo le recenti denunce del Comitato Clandestino Rivoluzionario dell'EZLN contro l'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic), questa ora nega la sua partecipazione nello sgombero criminale di Viejo Velasco Suárez, nei Montes Azules, lo scorso 13 novembre, ed assicura non avere "militanza" nella zona della comunità lacandona. Non aveva negato prima, benché abbondassero denunce e testimonianze sulla sua presenza nel nord della selva e la sua partecipazione nell'aggressione.

La valutazione che il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (CDHFBC) ha diffuso il 16 novembre 2006 sul rapporto di diverse ONG che si erano recate a Viejo Velasco a causa dell'attacco, offre una descrizione rivelatrice: "La Polizia Settoriale (della Segreteria di Pubblica Sicurezza del Chiapas) e la Procura Generale della Repubblica sono accorse in elicottero sul luogo dei fatti minuti dopo i fatti, senza fermare nessuno e si sono solo portate via i corpi. L'Esercito distaccato nella zona - con accampamenti a Cintalapa, Crucero San Javier, Frontera Corozal e Crucero Chancalá, tutti che circondano la comunità di Viejo Velasco -, essendo lo stratega del piano della campagna contrainsurgente, al momento dei fatti è assente".

È rilevante un fatto "non minore" accaduto nella comunità Busiljá, a circa 15 chilometri da Viejo Velasco, il 9 novembre, quando sei uomini armati e con l'uniforme della Polizia Settoriale hanno minacciato con spari diverse famiglie di Busiljá, cacciando 18 persone terrorizzandone anche altre. "I fatti sono avvenuti alla presenza di tre pattuglie della Polizia Settoriale".

Le vittime hanno denunciato che gli aggressori, della stessa comunità, erano membri dell'Opddic, "che le uniformi sono fornite dalla Polizia Settoriale e che entrambi 'si mettono sempre d'accordo'". Queste versioni, che si sono ripetute molte volte in quei giorni, non sono state smentite. Nemmeno quando il CDHFBC a dicembre ricevette una lettera firmata da una sconosciuta Fondazione Lacandona (parte della comunità lacandona) e dalla stessa Opddic, dove i firmatari ammettevano la loro partecipazione nel violento sgombero di Velasco Suárez e minacciavano ora gli osservatori civili.

Sebbene ci siano state voci secondo le quali la lettera (che conteneva alcuni errori) proveniva direttamente da qualche ufficio del governo statale, né l'Opddic né i lacandoni la smentirono. Comunque sia, riproduceva i termini con cui questi priisti si rivolgono alle comunità autonome e ad altre che minacciano continuamente. Inoltre, ammettevano il possesso di armi e la loro intenzione di usarle.

Il Centro di Analisi e Ricerche Sociali ed Economiche (Capise) ha stilato tre relazioni sull'organizzazione priista, documentando aggressioni ed abusi agrari contro i municipi autonomi: Operación despojo e Atando cabos (entrambe pubblicate nel novembre del 2005) e La Opddic, un tumor maligno en Chiapas (aprile 2006). Un passaggio di quest'ultima descrive il modus operandi a Chilón del presunto gruppo paramilitare:

"Con l'avallo e la complicità della Procura Agraria, la dirigenza dell'Opddic promette l'appropriazione di terre ad indigeni e contadini delle diverse regioni, a patto che lascino la loro organizzazione e passino all'Opddic. Se qualche famiglia si rifiuta, applicano multe e quote mensili per obbligarle ad incorporarsi. Nello stesso tempo vessano, intimoriscono e minacciano le famiglie decise a non entrare nelle sue fila.

Parallelamente stringono patti ed accordi con la Procura Agraria per 'legalizzare' le terre recuperate dall'EZLN. Una volta che acquisiscono il 'titolo di proprietà', accusano gli zapatisti di invasione, minacciandoli di sgombero forzato".

In tutti i casi in cui Opddic chiede lo sgombero degli autonomi ed invita altri ejidi, villaggi ed organizzazioni ad appoggiare l'azione. "Distribuisce propaganda contro gli zapatisti, ed argomenta che questi non hanno documenti o titoli'; pertanto, dice, non hanno il diritto di occupare né lavorare la terra". Opddic utilizza i termini "legalità" o "legittimo proprietario".

Cita sempre che i "titoli di proprietà" le sono stati concessi dalla Procura Agraria. "Poi ricorre alla polizia e all'Esercito per intimorire o sgomberare 'legalmente' le basi zapatiste. Se non ci riesce, ricorre ai paramilitari della selva".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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