La Jornada – Martedì 18 dicembre 2007
L'EZLN annuncia ripiegamento davanti all'ondata di aggressioni
L'Esercito ed i paramilitari stanno preparando un nuovo Acteal, denunciano gli intellettuali
Blanche Petrich ed Hermann Bellinghausen - Inviati

San Cristóbal de las Casas, Chis., 17 dicembre - I partecipanti all'Incontro Internazionale in memoria di Andrés Aubry, tra loro gli scrittori John Berger, Naomi Klein, il sacerdote belga Francois Houtart, decine di attivisti e studiosi, in un documento sottoscritto ieri, denunciano che i 56 accampamenti militari, unità di forze speciali e la riattivazione dei gruppi paramilitari, come quello dell'Organizzazione Per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic), aggrediscono e minacciano dai mesi le comunità zapatiste. E avvertono: "Non si può permettere un nuovo Acteal in terre messicane. Non si possono costringere le comunità a difendersi dalla violenza con la violenza".

In risposta alla dichiarazione resa la sera di domenica dal subcomandante Marcos, che ha lanciato l'allarme per le aggressioni che stanno subendo le comunità zapatiste e "le nostre compagne e compagni", i firmatari, tra i quali ci sono Pablo González Casanova, Sylvia Marcos, Enrique Dussel, Jorge Alonso, Carlos Rojas Aguirre e Jean Robert, chiedono al governo federale e statale "che fermino queste aggressioni che violano qualsiasi rispetto dei diritti umani".

A pochi giorni dal decimo anniversario del massacro negli Altos del Chiapas, in questa dichiarazione si afferma: "Con le comunità zapatiste ci impegniamo a vigilare sullo sviluppo degli avvenimenti ed invitiamo tutti gli uomini e donne di buon cuore, del Messico e del mondo, a stare pendenti a quanto può succedere qui ed a manifestare apertamente la loro solidarietà con queste indigene e questi indigeni che hanno rinnovato la speranza di un altro mondo possibile".

Ieri sera, il subcomandante Marcos ha pronunciato il suo ultimo intervento da titolo "Sentire il rosso; il calendario e la geografia della guerra".

Sottolineando il suo carattere di capo militare dell'EZLN, "che è un esercito, molto altro, ma sempre un esercito", ha annunciato: "Per me questa è l'ultima volta, almeno per un bel po' di tempo, che usciamo per attività di questo tipo; mi riferisco ad incontri, tavole rotonde, conferenze, oltre a, ovviamente, interviste".

Ha spiegato perché: "Come non accadeva da tempo, le nostre comunità, le nostre compagne e compagni, sono aggrediti. Era già successo prima, certo. Ma è la prima volta da quell'alba di gennaio del 1994 che la risposta sociale, nazionale ed internazionale è stata insignificante o nulla. È la prima volta che queste aggressioni provengono sfacciatamente da governi di presunta sinistra, o che si perpetrano con l'appoggio senza sotterfugi della sinistra istituzionale".

Ha aggiunto: "Chi ha fatto la guerra sa riconoscere le strade sulle quali si prepara ed avvicina. I segnali di guerra all'orizzonte sono chiari. La guerra, come la paura, hanno odore. Ed ora si comincia a respirare il suo fetido odore nelle nostre terre".

Il comunicato dei partecipanti all'incontro rivolto al popolo del Messico ed ai popoli del mondo, ricorda: "Dal 10 gennaio 1994 l'EZLN si è impegnato con la società civile messicana, in maniera unilaterale, ad interrompere qualsiasi attività bellica. A 14 anni da quella decisione, l'EZLN, nonostante la presenza sobillatrice dell'esercito federale messicano che tanto danno ha fatto alla vita delle comunità indigene chiapaneche, nonostante la formazione di gruppi paramilitari, nonostante il massacro di Acteal, nonostante tutto, ha onorato la sua parola. In questo tempo, mettendo in pratica il comandare obbedendo, ha costruito una delle esperienze più promettenti del mondo: le giunte di buon governo, che sono riuscite a migliorare il livello di vita delle basi di appoggio zapatiste ed a realizzare l'esercizio di governo che è ormai un faro nella lotta per l'emancipazione umana, il suo esempio di lotta pacifica è universale".