La Jornada – Mercoledì 18 aprile 2007
Esigono dal Tribunale Unitario Agrario garanzie per mantenere il possesso delle loro proprietà
In 40 paesi si solidarizza con gli zapatisti minacciati di essere espropriati delle loro terre
HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

San Cristóbal de Las Casas, Chis. 17 aprile - Come parte della Campagna Mondiale in Difesa della Terra e del Territorio convocata dall'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) e da organizzazioni dell'altra campagna, questa mattina è stato consegnato al Tribunale Unitario Agrario (TUA) numero 3 di Tuxtla Gutiérrez un documento nel quale si esigono garanzie per il possesso della terra nelle comunità autonome del Chiapas minacciate dall'imminente esproprio di più di 5 mila ettari.

Il documento è appoggiato da 202 organizzazioni di 22 paesi e da 1.104 persone di 40 nazioni. Oltre ad importanti gruppi internazionali come Vía Campesina e la Rete Continentale per la Smilitarizzazione delle Americhe, firmano organizzazioni di lavoratori, contadini ed indigeni, dei diritti umani, centri di ricerche, ambientalisti e gruppi religiosi di Brasile, Spagna, Italia, Francia, Palestina, Cuba, Paraguay, Argentina, Svizzera, Stati Uniti, Bolivia, Canada, Germania, Costa Rica, Guatemala, Catalogna, Paesi Baschi, Portogallo, Tailandia, Svezia, India e Grecia.

Ci sono adesioni individuali da Perú, Colombia, Venezuela, Uruguay, Ecuador, Cile, Honduras, Irlanda, Dinamarca, Turchia, Nuova Zelanda, Norvegia, Sudafrica, Austria, Belgio e Gran Bretagna, comprese personalità come Eduardo Galeano e Joao Pedro Stedile.

Il 25 marzo, collettivi ed organizzazioni aderenti all'altra campagna in San Cristóbal de las Casas hanno diffuso la lettera, indirizzata al TUA di Tuxtla Gutiérrez, alla Segreteria della Riforma Agraria ed alla Procura Agraria. Vi si afferma che "gradualmente e sistematicamente, sono nate ed incrementate cause agrarie contro popolazioni indigene identificate pubblicamente come basi di appoggio zapatiste".

Il testo denuncia che uno dei principali promotori dei processi agrari "per il controllo e l'esproprio di terre" è l'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic), e ribadisce che "come è stato denunciato, molti dei suoi membri e dirigenti sono legati a gruppi della criminalità organizzata e presentano caratteristiche paramilitari". Di questi, si cita la loro posizione pubblicamente antizapatista, l'esistenza di comandi e gerarchie ed il loro comportamento col "tacito appoggio" dell'Esercito federale. Questo gruppo è "parte integrantee di una strategia di contrainsurgencia, è armato, milita nel PRI ed è presente nei municipi (ufficiali) di Ocosingo, Altamirano, Las Margaritas, Chilón, Tila, Tumbalá, Palenque, Playas de Catazajá e Benemérito de las Américas".

Nei mesi scorsi, questa organizzazione ha intensificato le azioni contro queste popolazioni, tradotte in minacce, vessazioni, sgomberi forzati, detenzioni illegali e "le azioni giuridiche promosse da Opddic si sono trasformate in nuove armi che minacciano di espropriare terre e di sgomberare con la forza pubblica le comunità zapatiste".

Si denuncia che, "come conseguenza di azioni e decisioni indebite da parte delle istituzioni agrarie", diverse popolazioni del territorio indigeno potrebbero arrivare "ad un punto critico che può sfociare in scontri con conseguenze inaspettate". In aggiunta sono stati riscontrati, "in maniera allarmante, crimini che si ripetono nei municipi menzionati: minacce, lesioni e danni a proprietà altrui, accompagnati da processi e cause agrarie che presentano irregolarità ed inconsistenze negli atti testimoniali, così come alterazioni od omissioni nella documentazione legale".

Lo scritto sottolinea due "dimostrazioni di flagranti irregolarità nei processi agrari": i giudizi promossi da Opddic sull'ejido Muk'ulum Bachajón e l'accampamento El Nantze, attualmente sotto processo nel TUA della capitale chiapaneca.

Di fronte ai rischi di una escalation di violenza, i firmatari dichiarano di aver aderito alla Campagna Mondiale per la Difesa delle Terre e dei Territori Indigeni, convocata dall'EZLN, ed annunciano l'inizio "di un monitoraggio puntuale e permanente del comportamento delle istanze coinvolte nei processi e nelle cause agrarie che violino il diritto al territorio ed alla libera determinazione dei popoli indigeni, contravvenendo, tra gli altri, al Trattato 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, e che fanno parte di una strategia avviata a disarticolare i governi autonomi nei loro territori".

Infine, segnalano al TUA la "sua responsabilità". Le azioni, omissioni e decisioni delle istanze agrarie, "come parte di una strategia contrainsurgente, hanno conseguenze sociali gravi" e potrebbero scatenare "una escalation di violenza dello Stato contro la popolazione civile indigena".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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