La Jornada - 17 febbraio 2007
"Somigliano ai marine in Medio Oriente"
Un prete invita a moderare gli operativi contro i clandestini in Chiapas
ANGELES MARISCAL - CORRISPONDENTE

Tuxtla Gutierrez, Chis, 16 febbraio - Il premio nazionale per i Diritti Umani 2006, il sacerdote Flores María Rigoni Paganoni, ha chiesto al governo messicano di moderare l'uso della forza negli operativi antimmigrati in Chiapas, poiché sono "simili a quelli dei marine nella guerra contro l'Iraq".

Il sacerdote, che è pure direttore della Casa dell'Emigrante in Tapachula, ha chiesto che nelle azioni per catturare i centroamericani che attraversano la frontiera per andare verso gli Stati Uniti, si rispettino i diritti umani, perché ci sono denunce delle violazioni alle garanzie individuali.

"È certo è che alcuni (poliziotti) abbiano esagerato. È un dovere dello Stato garantire la sicurezza della popolazione, ma ciò non significa violentare le garanzie individuali" - ha dichiarato.

"C'è ancora qualcosa da sottolineare. Negli operativi ci sono interventi di elementi dell'Esercito e della Polizia Federale Preventiva che usano metodi tali che sembra di stare in Medio Oriente".

Le mobilitazioni delle forze d'ordine pubblico "hanno le modalità da operazioni contro l'alta criminalità, contro i narcotrafficanti. Negli operativi non si può sparare o tirare razzi con i bazuca a qualsiasi, e non si possono usare 300 elementi per circondare un treno" - ha affermato riferendosi a quanto successo nel municipio di Arriaga venerdì 9.

Se si fanno degli operativi - ha dichiarato - che li facciano corporazioni che si possano chiaramente identificare. Non si possono mettere insieme all'Istituto Nazionale di Migrazione, l'Agenzia Federale di Investigazione, la Polizia Federale Preventiva, l'Esercito ed i poliziotti statali e municipali.

Il prelato ha sostenuto che, secondo le testimonianze di emigrati, "ci sono alcuni corpi di polizia che si sforzano per far bene il loro lavoro, ma ce ne sono degli altri che lo mandano all'aria. Non è il modo di avvicinare la gente. Gli illegali sono poveri, non hanno neanche gli spiccioli per comprarsi una bibita. Non vogliamo pensare che si tratti di una strategia del governo del Messico per dire agli Stati Uniti che stiamo intervenendo, o per usarlo come scambio o come arma di negoziato. Questo non vale" - ha concluso.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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