La Jornada 17 gennaio 2007
GRAVI VIOLAZIONI DEI DIRITTI A OAXACA, CONCLUDE LA CCIODH
Il governo dello stato informa di non aver ricevuto nessun dossier ufficiale sugli abusi
Gravi violazioni dei diritti a Oaxaca, conclude la CCIODH

OCTAVIO VELEZ ASCENCIO - CORRISPONDENTE

Oaxaca, Oax., 16 gennaio - Le autorità federali e statali sono incorse in "gravi violazioni" dei diritti alla persona dei membri e simpatizzanti dell'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO), è stata la conclusione della Commissione Civile Internazionale di Osservazione dei Diritti Umani (CCIODH) al termine della sua visita di lavoro.

Hanno spiegato che sono state documentate violazioni soprattutto relativamente alla libertà di transito, di manifestazione, di espressione e utilizzo degli spazi pubblici, come pure sono stati documentati arresti illegali e arbitrari, trattamenti disumani ed umilianti, ed esecuzioni extragiudiziarie. Allo stesso modo, sono stati vulnerati i principi di presunta innocenza e di difesa, come il diritto ad avere un giusto processo, degli arrestati e degli accusati.

Queste soprusi "non hanno giustificazione in quanto il movimento non possiede alcuna struttura sovversiva o di scontro, al contrario è pacifico e rivendica istanze legittime", ha dichiarato il coordinatore della commissione, Iñaki García, dello stato spagnolo, presentando il dossier del lavoro svolto.

Ha sottolineato che, dovuto ai ritardi storici e alle proteste della popolazione, il conflitto non troverà una soluzione "finché non verrà prestata attenzione alle sue cause con giustizia".

Ha detto che nel lavoro di indagine a Oaxaca, la CCIODH ha realizzato circa 350 interviste con sostenitori della APPO, organizzazioni non governative, villaggi e comunità indigene, mezzi di comunicazione, membri del magistero, autorità statali e federali, direttori di ospedali, ecc.

Ha ricordato che una ventina di esecuzioni extragiudiziarie dei membri della APPO, secondo testimonianze e denunce documentate, sono state commesse da gruppi paramilitari o squadroni della morte presumibilmente legati al governo statale. Questa cifra, ha aggiunto, è riconosciuta dalla Commissione Nazionale dei Diritti Umani.

Ha sottolineato che la morte dei membri della APPO "è avvenuta a causa di aggressioni dirette, e non di scontri, perché non esistono né minime prove né verifiche che possano sostenere il contrario".

Ha rimarcato che non si può accusare la APPO della violenza negli scontri, indipendentemente dal fatto che ci siano denunce e casi singoli contro i suoi membri per questi fatti, perché la mobilitazione è civile e pacifica.

Il segretario di Governo, Manuel García Corpus, ha dichiarato che l'amministrazione statale non ha ricevuto alcun dossier ufficiale sulle violazioni dei diritti durante il conflitto e, di conseguenza, si è rifiutato di rilasciare commenti.

(traduzione a cura di radio silvanetti - rovato)

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