Denuncia di persecuzione e intimidazioni
CIEPAC A.C.
San Cristóbal de Las Casas - Chiapas - Messico - 17 gennaio 2007

ALLA GIUNTA DI BUON GOVERNO DEL CARACOL DI OVENTIC
ALLE ORGANIZZAZIONI DI DIFESA DEI DIRITTI UMANI
AI GOVERNI STATALI E NAZIONALI
ALLA OPINIONE PUBBLICA

Il Centro de Investigaciones Económicas y Políticas de Acción Comunitaria A.C. (CIEPAC), con sede a San Cristóbal de Las Casas, Chiapas; Messico, esprime e denuncia quanto segue:

CIEPAC è un organismo della società civile che lavora pacificamente e legalmente per la pace, la giustizia, la democrazia, l'autonomia e la difesa dei diritti umani dei popoli indigeni e contadini in Chiapas dalla sua fondazione nel 1998. Accompagna i processi organizzativi indigeni, studenteschi, contadini, ecclesiali, etc. con informazione, analisi, formazione e l'elaborazione di materiali di educazione popolare che aiutano il percorso degli stessi. Mantiene vincoli coi processi organizzativi a livello locale, nazionale ed internazionale che lottano contro l'ingiusto sistema neoliberale. Cerca ed appoggia la costruzione di alternative di vita dei popoli più poveri ed emarginati. Nella congiuntura attuale CIEPAC non solo ha firmato la Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, ma promuove e spinge l'Altra Campagna nelle comunità indigene e rurali in Chiapas, per rappresentare un'opzione reale di cambiamento a beneficio dei popoli.

Per questa azione di aiuto ed impegno sociale che abbiamo assunto, i membri di CIEPAC ed i nostri uffici sono stati oggetto di persecuzione e controllo. Quando il nostro personale si reca nelle comunità per svolgere il proprio lavoro, viene seguito da persone che viaggiano su auto con i vetri oscurati e dall'aspetto poliziesco. In varie occasioni, le case private di membri di CIEPAC sono state soggette di piantonamenti da parte di soggetti a bordo di veicoli sospetto senza targa.

Nell'ambito dello svolgimento dell'Incontro dei Popoli Zapatisti con i Popoli del Mondo svoltosi ad Oventic, i giorni 30 e 31 dicembre 2006 e 1 e 2 gennaio di 2007, le misure di sicurezza di CIEPAC hanno rilevato che il 31 dicembre, alle 9 del mattino circa, un individuo di aspetto poliziesco, di pelle scura, capelli neri, di statura media e che indossava un giubbotto di colore nero con la scritta INFINITUM sulla schiena, con uno zaino nero in spalla, stava forzando la porta principale dei nostri uffici. Questa ha due chiusure e l'individuo aveva la copia della chiave di una delle due chiusure, tuttavia non è riuscito ad entrare perché non è riuscito a forzare la seconda chiusura. Questa persona era accompagnata da un altro individuo che l'aspettava all'interno di un'auto Volkswagen di colore rosso che sostava alla porta dei nostri uffici.

Questo ultimo fatto si inserisce nel contesto dell'incremento di azioni di persecuzione e repressione contro organizzazioni che lottano per una vita degna in Chiapas e in tutto il Messico. Nell'ultimo anno, moltissime comunità, organizzazioni, collettivi, famiglie ed individui sono stati oggetto della repressione brutale come risposta dei malgoverni alle istanze sociali, e CIEPAC non fa eccezione.

In tutte le occasioni in cui c'è qualche evento in relazione con l'EZLN, veicoli con vetri oscurati, senza targhe e con radiotrasmittenti, insieme a pattuglie e motociclette della polizia municipale di San Cristóbal de Las Casas, piantonano i nostri uffici. Siamo riusciti ad individuare alcune targhe delle auto che ci controllano: una Jeep color caffè targata DMT 4966 (e decalcomania DLW 2430), un combi di colore bianco targato DMT 4970, ed un camioncino pick-up bianco che di solito sosta all'angolo di 5 de Mayo e 5 de Febrero, dove si trovano gli uffici del Centro di Investigazioni per la Sicurezza Nazionale (CISEN).

Un altro caso di intimidazione nei confronti di CIEPAC si era verificato il 5 agosto 2006, quando sconosciuti hanno rotto a sassate il vetro dell'automobile Dodge Stratus modello 1998, di proprietà di uno dei nostri compagni. In quell'occasione gli individui non hanno prelevato nulla dall'auto, nemmeno la rado che si trovava ben in vista.

Il 30 ottobre 2006 all'1 del pomeriggio, quando uno dei nostri compagni di CIEPAC si trovava fuori città per una riunione di lavoro, tre uomini a bordo di una camioncino pick up di colore bianco e che si sono identificati con cartellini dell'Azienda Municipale dell'Acqua Potabile e Fognature (SAPAM) hanno tentato di forzare la porta della sua casa privata. Il portiere di turno notando la presenza di queste persone, si è avvicinato ed ha chiesto loro che cosa stessero facendo, e loro risposero: "il proprietario di questa casa non ha pagato l'acqua", quando il nostro compagno puntualmente paga (e lo può dimostrare dalle ricevute). Il portiere ha risposto: "questo non è un buon modo di procedere, meglio sarebbe parlare con lui o voi sarete responsabili del vostro operato". Al che uno degli individui ha risposto: "allora apri tu, o apriamo noi". Non riuscendo a convincere il portiere, gli individui si sono ritirati.

Di tutto questo CIEPAC ritiene responsabile l'ex presidente Vicente Fox Quesada e l'attuale Felipe Calderón Hinojosa; l'ex-governatore Pablo Salazar Mendiguchía e l'attuale governatore Juan José Sabines Guerrero. Denunciamo questi malgoverni e invitiamo la Commissione dei Diritti Umani dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e gli organismi internazionali come Amnesty International ad indagare su di loro e denunciarli.

CIEPAC non crede che questi governi assassini e persecutori indaghino su se stessi né puniscano i propri sicari, poliziotti, ed agenti segreti. Non ci fidiamo di queste istituzioni perché non hanno fatto niente rispetto alle molteplici denunce e proteste presentate da organismi messicani ed internazionali di difesa dei diritti umani. Per questo, non chiediamo che il governo indaghi su questi casi, né gli chiediamo misure cautelative perché manderebbero solo più poliziotti a vigilarci.

Portiamo a sua conoscenza che CIEPAC rafforzerà le sue misure di vigilanza e sicurezza e, in coordinamento con le comunità degli Altos del Chiapas con le quali lavora, invierà le fotografie e le testimonianze necessarie affinché le Giunte di Buon Governo e le Commissioni di Onore e Giustizia che veramente impartiscono giustizia, decidano che fare con questi nemici del popolo.

Nello stesso tempo, esortiamo i nostri compagni e compagne della solidarietà internazionale a mantenersi vigili, a fare pressioni sui loro governi e sugli organismi internazionali difensori dei diritti umani, per denunciare il governo messicano per gli atti di repressione e le ingiustizie contro i nostri popoli, fino ad ottenere un Messico più giusto, democratico e libero per tutti e tutte. Ratifichiamo il nostro impegno di proseguire nella costruzione e nello sviluppo dell'Altra Campagna e delle alternative al modello neoliberale.

Distintamente,
l'équipe di CIEPAC
Onésimo Hidalgo Domínguez - responsabile della comunicazione

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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