La Jornada – Sabato 14 dicembre 2007
L'offensiva deve puntare al suo nucleo: i mezzi di produzione e di scambio
Marcos: alleanze antisistema, l'unica strada per sconfiggere il capitalismo

Nel primo giorno dell'incontro in omaggio ad Andrés Aubry, Immanuel Wallerstein ha dichiarato che i popoli, in occasione delle elezioni, sono costretti a votare per il meno peggio
Elio Henríquez - Corrispondente

San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, 13 dicembre - La distruzione del sistema capitalista si realizzerà solo se uno o più movimenti lo affronteranno o sconfiggeranno nel suo nucleo centrale, cioè, nella proprietà privata dei mezzi di produzione e di scambio, ha dichiarato il subcomandante Marcos.

Oggi, aprendo l'incontro internazionale dal titolo "Pianeta Terra: movimenti antisistema", in memoria dello storiografo Andrés Aubry, scomparso recentemente, ha aggiunto che le trasformazioni reali di una società in un dato momento storico "sono quelle che vanno dirette contro il sistema nel suo insieme", quindi "attualmente non sono possibili rattoppi né riforme", ma i movimenti antisistema.

Il capitalismo - ha sottolineato - non ha come destino inevitabile la sua autodistruzione, a meno che includa il mondo intero. "Le versioni apocalittiche secondo le quali il sistema collasserà da solo sono sbagliate; come indigeni è da secoli che sentiamo profezie in questo senso".

Con la pipa ed il passamontagna che gli copre il volto, il dirigente guerrigliero ha affermato che "le grandi trasformazioni in alto non si danno con fatti grandiosi ed epici, ma con movimenti piccoli nella forma e che appaiono come irrilevanti per il politico e l'analista dell'alto".

La storia, ha sottolineato, "non si cambia dalle piazze piene o dalle moltitudini indignate, ma a partire dalla coscienza organizzata di gruppi e collettivi che si conoscono e riconoscono mutuamente in basso e a sinistra e costruiscono un'altra politica. Per il resto, noi crediamo che bisognerebbe liberare la teoria".

In precedenza, lo storico statunitense Immanuel Wallerstein ha esposto la necessità di formare "un'alleanza veramente antisistema" che faccia una campagna "offensiva ed efficiente" su scala mondiale.

Insieme a Marcos, il critico statunitense ha detto che lo zapatismo deve partecipare al Forum Sociale Mondiale, per il quale è stato d'ispirazione nel 1994. "Il Forum Sociale Mondiale è una realtà molto importante sulla scena mondiale, è come l'altra campagna mondiale e deve essere rafforzato" e benché abbia difficoltà interne, attualmente "è l'unica struttura mondiale che fa fronte a quelli di Davos", ha affermato.

Più di 300 persone di diversi paesi si sono date appuntamento fin da presto per ascoltare gli interventi del mattino, con i quali si sono aperti i lavori in memoria di Aubry, scomparso il 20 settembre scorso in un incidente stradale.

Il primo a prendere la parola nella mattina è stato Wallerstein, che ha detto che Andrés Aubry è stato un "grande uomo scomparso troppo presto". Poi ha parlato del declino geopolitico degli Stati Uniti, che, ha detto, è strutturale e di lunga durata anche se il presidente del suo paese, George W. Bush, "ha trasformato un declino lento in una caduta precipitosa" ed ora la vecchia potenza "non è altro che uno dei poteri importanti del mondo, lungi dall'essere egemone".

Poi ha fatto riferimento alle vittorie elettorali della sinistra in America Latina negli anni scorsi, che sono state possibili proprio per il declino egemonico degli Stati Uniti.

"Nel passato si sarebbe detto che si è trattato di elezioni false o si sarebbe appoggiato un intervento militare della destra o qualcosa del genere, ma ora non c'è più il tempo, gli sforzi politici e militari né il denaro per preoccuparsi dell'America Latina come prima", ha dichiarato Immanuel, che ha parlato in spagnolo.

Il terzo punto del suo intervento è stato relativo alle possibili strategie antisistema. "150 anni fa c'è stata una strategia essenzialmente statale: prendere il potere con insurrezioni o con elezioni per cambiare il mondo. Oggi, i partiti socialisti e socialdemocratici hanno vinto; nel terzo mondo i movimenti di liberazione nazionali hanno preso il potere nella maggioranza degli stati, ed i risultati sono stati una delusione".

Tuttavia, ha affermato di fronte a centinaia di persone riunite nell'auditorium del Centro Indigeno di Formazione Integrale Fray Bartolomé de las Casas (Cideci Las Casas), dalla rivoluzione mondiale del 1968 la gente ha iniziato a pensare ad altre strategie per cambiare il sistema mondiale.

"Attualmente discutiamo tra una forma di elettoralismo, che è la continuazione un poco cambiata dell'antica strategia, e quello che qui si chiama l'altra campagna", ha detto, aggiungendo che ci sono elezioni simboliche ed ordinarie.

Le prime, ha spiegato, sono come quelle avvenute in Sudafrica con Nelson Mandela, in Francia nel 1981 quando il paese festeggiava per le strade l'elezione di un presidente socialista, o Lula in Brasile nel 2002 e più recentemente Evo Morales in Bolivia. "Sono momenti importanti nella storia di un paese, ma sono momenti che passano", perché dopo le elezioni cominciano ad essere ordinarie, come accaduto in Brasile con la rielezione di Lula, dove "non ci sono state le feste di prima (....) io dico che è una reazione difensiva, è l'elezione del male minore", perché il governante "non trasforma il paese né il mondo, non è un rivoluzionario; semplicemente è una reazione difensiva".

Wallerstein ha affermato che il Forum Sociale Mondiale "è una realtà molto importante sulla scena mondiale. Per me è l'altra campagna mondiale. Penso che il forum ha bisogno degli zapatisti e forse gli zapatisti hanno bisogno del forum", ha detto, manifestando la speranza che al prossimo incontro, che si terrà a gennaio del 2009, sui problemi degli indigeni a livello mondiale, "partecipi gente di qui".

Dopo Carlos Aguirre Rojas, della rivista Contrahistorias, che ha affermato che il neozapatismo "ha restituito la speranza al mondo intero ed ai movimenti antisistema di tutto il pianeta", ha parlato il subcomandante, che ha affermato che "là in alto ogni teoria che si rispetti deve rispondere ad una doppia funzione: da una parte eludere le responsabilità di un fatto con argomentazioni ridicole, e dall'altro nascondere la realtà, cioè, garantire l'impunità".

Si è riferito allo scrittore Héctor Aguilar Camín, "il prototipo dell'intellettuale non in alto - cosa che più vorrebbe - bensì arrivista, che riscrive il libro bianco col quale la Procura Generale della Repubblica zedillista voleva spiegare senza successo alcuno il massacro di Acteal che questo 22 dicembre compie dieci anni senza verità né giustizia".

Marcos ha dichiarato: "Negli ultimi anni ha riscosso forza nel sistema intellettuale progressista del Messico l'idea che le relazioni sociali si possano trasformare senza lottare e senza toccare i privilegi di cui godono i potenti; è necessario solo segnare una scheda elettorale e zac! il paese si trasforma, proliferano le piste di pattinaggio sul ghiaccio e le spiagge artificiali, le code di auto su Reforma, le tangenziali a due piani compreso e le costruzioni del bicentenario".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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