La Jornada - 14 novembre 2007
In ricordo dell’aggressione a Viejo Velasco, Chiapas
Ángeles Mariscal - corrispondente

Tuxtla Gutiérrez, Chis., 13 novembre - Centinaia di indigeni choles e tzeltales provenienti dalla selva Lacandona hanno manifestato nella città di Palenque per ricordare l’aggressione di un anno fa nel villaggio Viejo Velasco Suárez per mano dei lacandoni che volevano sgomberarlo.

Gli indigeni, dell’organizzazione Xinich, sono arrivati dal municipio di Ocosingo. Hanno denunciate le nuove minacce contri gli abitanti di Flor de Cacao, San Jacinto Lacanja e Ojo de Agua. Dopo aver manifestato per le strade del capoluogo municipale di Palenque hanno assistito ad una messa celebrata dal sacerdote cattolico gesuita Jerónimo Hernández, noto come Padre Xel.

Il sacerdote, della Diocesi di San Cristóbal, ha ricordato che l’aggressione del 13 novembre 2006 aveva avuto un saldo di tre indigeni morti e quattro desaparecidos, oltre a una persona attualmente reclusa nel penale El Amate.

“Un anno fa, in questo giorno, il 13 novembre, come tutti ricordiamo, un gruppo di uomini che, secondo quanto hanno raccontato i sopravvissuti, venivano dalla comunità di Nueva Palestina, attaccarono la piccola comunità di Viejo Velasco. Questi uomini erano dai 200 ai 300 e arrivarono armati di fucili, pistole, machetes e bastoni” – così ha iniziato Padre Xel.

Il sacerdote ha messo in discussione il comportamento tenuto dalle autorità incaricate di applicare la giustizia, che non hanno indagato sui desaparecidos. Ha chiesto alle autorità la libertà di Diego Arcos Meneses, che è accusato di aver partecipato ai fatti, nonostante che tutte le testimonianze attestino che lui non era sul posto.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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