La Jornada - 14 luglio 2007
Il governo di Veracruz non ha dato risposte
Denunciano l'assassinio di un'altra donna indigena nella sierra Zongolica
Il corpo di Adelaida Amayo Aguas è stato trovato con evidenti segni di tortura
HERMANN BELLINGHAUSEN

Collettivi di donne di Veracruz e Puebla hanno denunciato l'assassinio di un'altra donna nahua nella sierra Zongolica, al quale, nonostante la brutalità con cui è stato commesso, non è stato dato risposta soddisfacente da parte del governo di Veracruz. "La situazione di violenza che subiscono gli indigeni della sierra Zongolica è arrivata ad un tale livello che il 21 maggio è stato ritrovato il corpo nudo e senza vita di Adelaida Amayo Aguas, di 38 anni, con segni di tortura. Aveva una cintura da uomo al collo, brandelli di tessuto nella bocca e quattro coltellate nel corpo. Tutti segni di estrema violenza".

Il Comitato Cittadino Rosario Ibarra, Donne Universitarie di Xalapa, Cittadine Veracruzane Indipendenti e il Coordinamento Poblano delle Donne delle Organizzazioni Civili hanno denunciato che Adelaida Amayo Aguas, madre di cinque figli, era membro del Consiglio Radiofonico Indigeno Nahua ed era addetta alla gestione dei crediti per progetti produttivi assegnati dalla Commissione Nazionale per lo Sviluppo dei Popoli Indigeni.

Per crudele ironia, questo nuovo femminicidio contro un'indigena di Zongolica è stato scoperto un giorno prima che scadesse il termine valido per i parenti di Ernestina Ascensión Rosario per interporre una difesa, ed evitare che la morte della donna di 73 anni rimanga impune, dopo che il Presidente della Repubblica "ha decretato" in un'intervista a La Jornada che la signora Ernestina era morta di "gastrite".

I collettivi femministi dichiarano: "ripudiamo categoricamente il verdetto della Procura Generale di Giustizia di Veracruz (PGJV), che afferma che Ernestina non è stata né violentata né assassinata. Condanniamo l'atteggiamento di Emeterio López Márquez, procuratore generale, e di Fidel Herrera Beltrán, governatore dello stato che vuole dar per concluso il caso di violazione multipla, tortura e assassinio da parte dei militari, favorendo l'impunità e non l'esercizio della legge e dello stato di diritto".

Herrera Beltrán, affermano, "ha esercitato la sua strategia complice di isolamento contro i parenti di Ernestina. Ha ostacolato un diritto fondamentale della vittima e degli offesi, secondo l'articolo 21 della costituzione. È davvero preoccupante che Herrera Beltrán si sia arrogato il ruolo di rappresentante della volontà dei parenti di Ernestina ed abbia dichiarato pubblicamente che questi avevano firmato di non voler continuare l'azione penale, a favore della chiusura del caso".

Come documentato da questo giornale, il 30 aprile, quando sono state rese note formalmente le conclusioni dell'indagine della PGJV, i parenti di Ernestina sono stati portati via da casa loro da agenti della polizia di Veracruz, e sono stati isolati dalla stampa e dalle organizzazioni dei diritti umani. Il 22 maggio è scaduto il termine affinché i parenti potessero interporre un ricorso.

"Sono stati negati loro i diritti fondamentali ad un processo legale. Il sistema di giustizia e lo stato di diritto hanno protetto i militari violentatori ed assassini" - aggiungono le organizzazioni civili, che considerano "indignante" che il titolare della scomparsa procura speciale per il caso, Juan Alatriste Gómez, abbia dichiarato: "È scaduto il termine giuridico per impugnare la sentenza sulla morte di Ernestina e nessuno ha presentato ricorso. Adesso non può essere più riaperto, è completamente chiuso. La pratica è archiviata".

Complicità federale

I collettivi segnalano: "queste violazioni allo stato di diritto confermano che i membri dell'Esercito contano sul totale appoggio del Potere Esecutivo e della Commissione Nazionale dei Diritti Umani". Denunciano che il presidente Felipe Calderón, che definiscono "spurio", attenta allo stato di diritto e alla convivenza democratica. "Attenta gravemente contro la vita delle donne indigene e fa tacere le voci democratiche" - e sottolineano: "Come organizzazioni sociali continueremo a denunciare le violazioni dei diritti umani e gli assassini e le violazioni delle donne indigene della sierra Zongolica".

La denuncia conclude con le seguenti parole in nahua: "Pinome xoxoque no pan omotlamotlaque" ("soldati di verde vestiti mi si sono gettati addosso"). Cioè la testimonianza di Ernestina Ascencio Rosario prima di morire, disattesa dal Ministero Pubblico, e dopo dai dirigenti federali e veracruzani, insieme all'apparato giudiziario.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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