La Jornada – Venerdì 13 luglio 2007
LA SENTENZA DEL TUA RICONOSCE LA LEGITTIMITÀ DELLE COMUNITÀ E DELLE TERRE AUTONOME
La sentenza rappresenta una vittoria della campagna mondiale intrapresa dall’EZLN
HERMANN BELLINGHAUSEN

San Cristóbal de las Casas, Chis. 12 luglio - La domanda di rispetto dei popoli e dei territori indigeni autonomi, sorta dalla Commissione Sesta dell'EZLN e dall'altra campagna, ed appoggiata da centinaia di organizzazioni, collettivi e persone di 36 paesi, nel caso della fattoria El Nantze ha ottenuto un risultato significativo, anche se per il momento isolato. La sentenza del Tribunale Unitario Agrario (TUA) di Tuxtla Gutiérrez, che dichiara inammissibile la richiesta di appropriazione dell'Organizzazione Per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic), riconosce tacitamente la legittimità delle comunità e delle terre autonome.

Il 25 marzo scorso, la Commissione Sesta dell'EZLN aveva iniziato la seconda tappa della sua partecipazione all'altra campagna. Sette comandanti donne, sette comandanti uomini ed un subcomandante annunciarono allora la Campagna Mondiale per la Difesa delle Terre e dei Territori Indigeni e Contadini, Autonomi, del Chiapas, del Messico e del Mondo.

Questo ricorda il Centro di Analisi Politiche e Ricerche Sociali ed Economiche (Capise) in un comunicato rivolto a tutte le organizzazioni che appoggiano la campagna mondiale il cui lancio "è scaturito in una prima iniziativa da parte di diverse organizzazioni", consistita "nell'invitare tutte le persone ed organizzazioni sociali e civili a firmare una lettera ed un allegato con argomentazioni giuridiche rivolte al Tribunale Unitario Agrario 3, alla Segreteria della Riforma Agraria ed alla Procura Agraria. Questa lettera svelava nitidamente l'illegittimità e l'illegalità dei pretesi espropri e sgomberi in diversi municipi autonomi contro basi di appoggio zapatiste, con l'intervento delle stesse istituzioni agrarie e del gruppo parzialmente paramilitarizzato Opddic".

Risalta il sostegno a questa interpellanza alle autorità agrarie messicane di "202 organizzazioni di Brasile, Italia, Spagna, India, Germania, Portogallo, Grecia, Stati Uniti, Paesi Baschi, Catalogna, Argentina, Palestina, Andalusia, Svizzera, Svezia, Francia, Stato Spagnolo, Tailandia, Guatemala, Costa Rica, Cuba, Paraguay, Bolivia, Canada e Messico". Persone di 36 paesi hanno firmato la lettera e l'allegato giuridico. Risaltavano tra i firmatari un buon numero di organizzazioni di Vía Campesina nel mondo, e particolarmente il Movimiento de los Sin Tierra del Brasile.

Questi documenti sono stati consegnati alle istituzioni agrarie federali il 17 aprile del presente anno. Il comunicato di Capise sottolinea: "Uno dei tanti giudizi agrari irregolari denunciati si riferiva al territorio del municipio autonomo Vicente Guerrero, compreso nel caracol zapatista di Morelia, denominato ufficialmente Ranchería el Nantze, municipio di Altamirano. L'esproprio preteso da Opddic si riferiva ad un territorio di 1.569 ettari".

Il passato 28 maggio, il magistrato del TUA del distretto 3, ha emesso la sentenza di giudizio promosso contro le basi di appoggio zapatiste del municipio autonomo Vicente Guerrero, del villaggio El Nantze, risolvendo che "sono inammissibili le procedure di giurisdizione volontarie" di membri di Opddic.

"L'esproprio non è riuscito", sottolinea il comunicato. "La pressione politica tradotta nelle manifestazioni e nelle firme di tutti e tutte voi sono state un elemento molto importante in questo processo, forzando la cancellazione di quello che sembrava un imminente esproprio di terre e territorio a detrimento dei popoli autonomi zapatisti. Anche se è vero che le ostilità ed i tentativi di esproprio e sgomberi forzati sono presenti in diversi municipi autonomi e non autonomi di Chiapas, Messico e del mondo, l'accompagnamento, l'unificazione e le alleanze tra diversi movimenti e reti sociali e civili del mondo permettono di promuovere processi" contro la pretesa delle autorità di "appropriarsi delle risorse naturali e del controllo dei territori indigeni e contadini".

Notificando questo alle organizzazioni e persone che si sono unite alla Campagna Mondiale per la Difesa delle Terre e dei Territori Indigeni e Contadini Autonomi del Chiapas, del Messico e del Mondo, l'organismo civile riconosce che unirsi e firmare il documento "ha implicato non solo solidarizzare con una lotta, ma qualcosa di ancora più importante, ha significato farla propria".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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