La Jornada – Venerdì 13 aprile 2007
I popoli indios ed i lavoratori minacciati da leggi e istituzioni, afferma Tacho
I malgoverni vogliono che il nostro diventi loro, denuncia l’EZLN
HERMANN BELLINGHAUSEN

Dalla comunità cucapá di El Mayor, in Bassa California, i comandanti Tacho e David si sono rivolti ai popoli indios del nord e del nordovest, rendendo testimonianza dell'attuale resistenza contro la paramilitarizzazione ed i tentativi di dividere i popoli in Chiapas.

"I malgoverni vogliono che il nostro sia loro", ha affermato Tacho. "Le leggi che hanno fatto, accompagnate dalle istituzioni, sono contro tutti i popoli indios e la classe lavoratrice del Messico. Oggi i rappresentanti del Congresso dell'Unione rappresentano i padroni del denaro".

Tacho ha ringraziato i kiliwas e cucapá "che avete deciso voi stessi di lottare per quello che è nostro. Non siamo venuti a dirvi di organizzarvi per la guerra, ma di lottare insieme. Noi zapatisti dabbiamo detto basta alle malvagità di quelli che ci vogliono strappare le nostre terre ed i nostri cieli, ereditati dai nostri padri". Ed ha aggiunto: "I nostri morti, i nostri nonni, sono con noi".

Nell'accampamento in difesa delle acque e delle terre cucapá nel golfo della California, il comandante tojolabal ha dichiarato che "quelli che stanno in alto vogliono che tutto si venda e si compri, per sottometterci, come ai tempi di Porfirio Díaz e della schiavitú. Vogliono umiliarci, addomesticarci e che pensiamo che l'idea dei ricchi è la migliore. Ormai vediamo quello che vogliono fare. Dobbiamo lottare".

Il comandante David, "col permesso delle autorità tradizionali cucapá e kiliwas e di altre regioni", ha trasmesso il "saluto rivoluzionario a nome delle basi di appoggio zapatiste delle terre chiapaneche del sudest messicano".

Ai presenti, delle zone desertiche della Bassa California, ha raccontato del processo di recupero delle terre che erano nelle mani dei latifondisti e del governo stesso, così come della nuova escalation paramilitare contro i fratelli indigeni per strappare loro nuovamente i territori che appartengono ai popoli.

Intanto, nella zona urbana di Monterrey, Nuevo León, nel museo zapatista e centro culturale Casa Doctor Margil (El Mezquital, municipio di Apodaca), è iniziata la seconda tappa dell’altra campagna nel nordest del paese.

I delegati della Commissione Sesta del caracol di Morelia hanno reso omaggio al generale Emiliano Zapata. I comandanti Miriam, Eucaria e Zebedeo hanno parlato davanti ad aderenti della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona. Con loro, presiedevano l'evento i rappresentanti delle lotte contadine a Linares (Nuevo León), e la Comarca Lagunera (Coahuila e Durango).

Miriam ha ricordato le pene che hanno dovuto sopportare le comunità del Chiapas per arrivare a dire Basta! ed uscire a combattere il primo gennaio del 1994, così come la successiva lotta di resistenza, nella quale la donna ha giocato un ruolo chiave:

"Ci è sempre stato negato il diritto di partecipare, difenderci e decidere; dovevamo accettare i maltrattamenti. Tutti questi anni abbiamo sofferto sulla nostra carne, ma sappiamo che di questo non sono colpevoli i nostri papà, i nostri nonni; sono colpevoli quelli che per anni ci hanno rubato la nostra terra e la cultura. Hanno lasciato una concezione imposta, ma grazie ai primi attivisti ed attiviste che hanno dato la propria vita per noi, abbiamo cominciato ad organizzarci in una lotta vera".

Poi, la comandanta Eucaria ha dichiarato: "Sono qui con voi per invitarvi a lottare, insieme, uomini, donne e bambini, anziani, maestri e studenti, operai ed anche lavoratori del campo e della città, quelli che hanno voglia di lottare per un Messico migliore".

L'insurrezione zapatista, ha dichiarato a sua volta Zebedeo, "oggi si ascolta nel nord, centro, sud del nostro paese, e del nostro pianeta Terra. Questa parola, questo pensiero, questa coscienza è già nei cuori di tanti colori, bruni, neri, biondi, alti, piccoli, magri e magre; siamo ormai nei vostri cuori, perché crediamo che siamo nel vostro cuore, per questo l'invito per voi è che andiamo avanti".

Zebedeo ha sottolineato che le zone che gli zapatisti hanno recuperato dai proprietari terrieri non le lasceranno, "e se sono costate sangue, col sangue le difenderemo", nonostante le azioni del governo di Felipe Calderón.

"Quelle terre le stiamo coltivando; da lì viene l'alimento della resistenza, mais e fagioli, alimenti base degli indigeni, e questa seconda tappa di lotta, nell'ambito dell'altra campagna, è affinché voi non vi dimentichiate di noi e guardiate verso il sud".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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