La Jornada – Giovedì 11 ottobre 2007
Allarme della Red por la Paz per la violenza in Chiapas
ELIO HENRÍQUEZ

San Cristóbal de las Casas, Chis., 10 ottobre - La Red por la Paz, formata da 17 organizzazioni del Chiapas, ha allertato sulla "situazione di violenza e conflittualità" nell'entità nei mesi scorsi e sulle sue implicazioni per il futuro.

Ha affermato che la "promozione" di conflitti per la disputa della terra fa parte della "linea strategica del governo" di Felipe Calderón, "linea assunta ed appoggiata" dal governatore Juan Sabines, rispetto al conflitto chiapaneco.

In un documento letto dal vescovo emerito di San Cristobal, Samuel Ruiz García - che presiede il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, uno dei gruppi che formano la rete - ha aggiunto che "al di là della congiuntura elettorale, nei primi nove mesi del governo di Calderón e di Sabines, i territori indigeni del Chiapas, in particolare le zone di influenza zapatista, hanno subito una nuova offensiva".

Ha affermato che questa "strategia repressiva implica azioni combinate tra i circa 80 accampamenti militari permanenti, le autorità locali, le istituzioni agrarie ed i gruppi denunciati come paramilitari che si nascondono dietro le sigle di organizzazioni contadine".

Ha precisato che nei sei mesi scorsi ci sono stati almeno 10 casi di "aggressioni e minacce davanti alle azioni di resistenza e costruzione di alternative delle comunità".

Dopo aver citato ognuna di queste "aggressioni", la rete sottolinea: "Benché apparentemente i fatti si presentino in forma isolata, unendoli formano una preoccupante e grave mappa dell'aumento della conflittualità in Chiapas".

“Tendenza alla repressione”

Ha spiegato che questi fatti non si possono comprendere "senza vedere quello che sta accadendo nel contesto nazionale, nel quale si è dispiegata una diffusa militarizzazione ed una tendenza alla repressione dei processi organizzativi della società civile".

Di fronte all'attuale situazione, chiede alle autorità locali, statali e federali di rispettare i diritti collettivi dei popoli; che cessino l'impunità e la repressione e si favoriscano soluzioni pacifiche alle cause che hanno generato i fatti di violenza menzionati.

Nel comunicato reso noto in conferenza stampa questa sera, la rete ha fatto riferimento al processo elettorale per rinnovare i 118 municipi ed il Congresso locale. Ha dichiarato che il contesto pre-elettorale ed elettorale "è stato segnato da imposizioni, decomposizioni e ricomposizioni dei partiti politici e delle organizzazioni sociali che hanno partecipato alle campagne elettorali".

Ha aggiunto che un altro fattore di preoccupazione è l'origine di diversi candidati che hanno vinto le elezioni che "storicamente sono stati vincolati alla repressione esercitata contro i processi sociali organizzati".

Inoltre, esprime preoccupazione per i tagli massicci di energia elettrica che dall'inizio di questo anno sta eseguendo la Commissione Federale dell'Elettricità con l'appoggio di poliziotti statali, cosa che ha provocato scontri in molte comunità.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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