La Jornada – 11 marzo 2007
Basi di appoggio dell’EZLN accusano l’organizzazione di essere finanziata dal governo statale
La Opddic, "successori dei Chinchulines"
L’unica cosa che vogliamo è organizzarci per la nostra educazione, salute e produzione”, affermano
HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

San José en Rebeldia, Chis., 10 marzo - Gli abitanti di questo villaggio zapatista ai bordi della strada Ocosingo-Palnque lamentano "le aggressioni del governo del PAN, prima con Vicente Fox e poi con Felipe Calderón". Uno di loro dichiara: "Il governo ha aumentato i paramilitari. Fa parte della contrainsurgencia. Prima c'erano i Chinchulines a Chilón, Yajalón e Tumbalá, che ora sono di Opddic (Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini), sempre paramilitari. Vogliono smantellare i municipi autonomi e minacciano le basi di appoggio zapatiste".

Davanti alle telecamere della brigata internazionale di osservazione che percorre i municipi autonomi che attualmente subiscono pressioni ed aggressioni da parte di Opddic, lo stesso uomo, base di appoggio zapatista, aggiunge: "Loro stessi dicono di essere armati e finanziati dal governatore attraverso i suoi deputati".

Questa è una delle quattro regioni autonome che, situate in tutti gli estremi del vasto municipio ufficiale di Chilón, si coordinano col municipio ribelle Olga Isabel. Le altre sono La Montaña, Santo Domingo e Genaro Vázquez. Il nuovo centro abitato di San José en Rebeldía è sede della regione autonoma dello stesso nome, e riceve i visitatori con musica di fronte alla farmacia comunitaria. Un uomo suona con il violino melodie tzeltales, accompagnato dalle chitarre di un bambino ed una bambina.

L'incaricato di parlare davanti ai visitatori enumera una decina di villaggi circostanti con presenza di zapatisti e dell'organizzazione priista. Non in tutti ci sono problemi. Nonostante, laddove Opddic è ostile "lo stanno sentendo anche i fratelli indigeni che non sono della nostra organizzazione". Descrive l'esistenza di gruppi "organizzati ed addestrati dalla polizia settoriale" (che ora si chiama Polizia Statale Preventiva, PEP).

E dichiara: "L'unica cosa che vogliamo è organizzarci per la nostra educazione, salute e produzione. Questi governi hanno la vergogna di aver paramilitarizzato i villaggi".

A circa 100 metri dal crocevia con la strada che conduce alle cascate di Agua Azul, il negozio comunitario di San José è profusamente decorato di murales. Quello che si vede dalla strada illustra il momento in cui "il compagno José viene assassinato dai paramilitari mentre si recava una riunione nel 1995", secondo la legenda scritta sullo stesso dipinto. Nell'angolo sinistro, un uomo rannicchiato dietro una siepe punta su José che cammina. Nell'angolo destro si vedono riuniti diversi zapatisti con paliacates sul viso. Si suppone che aspettino José.

Su un'altra parete della casa di tavole di legno che fa da negozio appare San José "perseguitato dai soldati romani per proteggere il bambino Gesù". Legionari con armature e lance inseguono il santo falegname che nasconde con un panno il bimbo, per proteggerlo dall'editto di Erode. A questo incrocio "sono frequenti le aggressioni dei corpi di polizia", dice l'indigeno. Le pattuglie stazionano qui col pretesto di proteggere i turisti di tutto il mondo che arrivano al frequentato stabilimento balneare su autobus climatizzati, carovane di camper, grandi auto delle agenzie di viaggi, auto, taxi e biciclette sportive.

Il villaggio zapatista, sull'altro lato della strada, non vive in funzione del turismo. Il negozio e la farmacia "servono alla popolazione indigena di scarse risorse", secondo l'insegna appesa all'entrata. Di fronte alla farmacia e nella cucina comunitarie, entrambe su un promontorio, si riuniscono decine di uomini e donne tzeltales, basi di appoggio dell'EZLN, per ricevere la brigata di osservatori, che in questa occasione sono solo di Francia, Turchia e Germania. Appartiene a San José en Rebeldía anche la comunità di San Miguel Agua Azul, vicina allo stabilimento balneare gestito da membri di Opddic, già dalla parte di Tumbalá.

Il governo federale nel 1979 ha dichiarato "zona di sviluppo turistico nazionale" i 339-85-25 ettari del "podere Agua Azul" che include Embarcadero, Joyetá, Las Islas ed Agua Azul. Attualmente l'area è popolata da indigeni che coltivano le terre (in particolare gli zapatisti); altri che oltre a soddisfare il turismo con pensioni, locande, bar e decine di negozi, sono priisti. Molti, membri di Opddic malgrado i loro dirigenti, attualmente arrestati dall'amministrazione generale dello stato a Tuxtla Gutiérrez, hanno dichiarato che qui la loro organizzazione "non è presente".

Negli anni precedenti all'insurrezione zapatista, quando tutto questo era proprietà privata, "gli indigeni vivevano in schiavitú", come peones acasillados, raccontava ieri uno zapatista nelle terre recuperate di Bolom Ajaw.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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