La Jornada - 11 gennaio 2007
Insiste sulle dimissioni del governatore di Oaxaca
Accerchiata dalla polizia, la APPO torna in strada
Chiede la liberazione di tutti i “prigionieri politici” - Il movimento, “più vivo che mai”, afferma il dirigente
OCTAVIO VELEZ ASCENCIO - Corrispondente

Oaxaca, Oax., 10 gennaio - Lo slogan "Ulises è caduto, è caduto!" è tornato a risuonare per le strade di questa città nella prima protesta dell'anno dell'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO). Nonostante la presenza della polizia, centinaia di simpatizzanti dell'organizzazione ha chiesto un'altra volta la destituzione del governatore Ulises Ruiz Ortiz, l'uscita della Polizia Federale Preventiva (PFP) dallo stato e la liberazione di tutti i "detenuti politici e di coscienza".

"Si dimostra ancora una volta che questo movimento è più vivo che mai e sul piede di lotta", ha dichiarato Tomás Martínez Pinacho, del consiglio statale della APPO, durante il meeting realizzato dopo la marcia in Plaza de la Danza.

Alla manifestazione hanno partecipato parenti degli attivisti arrestati che hanno formato il Comitato dei Familiari di Assassinati, Scomparsi e Detenuti Politici di Oaxaca (Cofadappo), oltre a membri di organizzazioni sociali, coloni, contadini, universitari e professori della sezione 22 del Sindacato Nazionale dei Lavoratori dell'Educazione (SNTE).

"Se Ulises non se ne va, la pace non ci sarà!", "Prigionieri politici liberi!", "Spalla a spalla, gomito a gomito, siamo tutti APPO, APPO, APPO! ", sono alcuni degli slogan lanciati dai manifestanti per le strade ed i viali dove hanno sfilato.

La mobilitazione è partita alle 17:15 circa dalla fontana delle Sette Regioni, circondata da decine di agenti di corpi di polizia locali appostati nelle vicinanze. Da lì è avanzata per Porfirio Díaz, ha proseguito su Héroes de Chapultepec, Joaquín Amaro, Tinoco y Palacios, e Morelos, per concludere in Plaza de la Danza.

Anno nuovo con rinnovato brio e coraggio

Durante il meeting, Martínez Pinacho ha dichiarato che la APPO "inizia questo nuovo anno con rinnovato brio e coraggio", perché il popolo di Oaxaca "ha vinto il peggior nemico: la paura", dopo la repressione del novembre scorso.

Pertanto, ha sottolineato, questo movimento non si fermerà "fino ad ottenere l'uscita di Ulises Ruiz, l'uscita delle forze federali e la liberazione di tutti i detenuti. Questo è l'impegno di lotta di tutto il popolo". Ha rimarcato che la APPO si è trasformata "nell'embrione di un cambiamento nazionale", perché da Oaxaca "si stanno sviluppando le lotte popolari per farla finita con i governi tiranni e fascisti”.

Prima, il ragazzino Derwin Coache, figlio di Marcelino Coache Verano, membro del consiglio statale della APPO rinchiuso nella prigione di Cosolapa, ha chiesto la liberazione di suo padre, perché "non è un delinquente, ma un attivista sociale”.

Augusto Reyes Medina, della direzione della sezione 22 del SNTE, ha affermato che il magistero oaxaqueño "prosegue nella APPO" nonostante la dissociazione del segretario generale, Enrique Rueda Pacheco, perché questo movimento "è di base e non di leader". I professori presenti al corteo hanno risposto al grido: "Con Rueda o senza Rueda, Ulises se ne vada!".

Reyes Medina ha rilevato che, nonostante le aggressioni dei priisti, ed ora dei membri della sezione 59 del SNTE, il magistero della sezione 22 "continuerà a dare battaglia per difendere il movimento magistrale perché sia al servizio del popolo, non del governo”.

Al meeting hanno partecipato anche i familiari dei detenuti politici, rappresentanti dal Coordinamento delle Donne Oaxaqueñas Primo di Agosto e del settore studentesco della APPO.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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