El Mayor - Bassa California - 10 aprile 2007
Parole del Comandante Tacho
Compagni e compagne, buongiorno a tutti.
Parlerò a nome di questa delegazione e col permesso delle autorità tradizionali. Compagne e compagni dell'Altra Campagna di Messico e del nord dell'altra parte. Fratelli e sorelle indigeni Cucapas, Kiliwuas. A nome di questa delegazione ricevete il nostro saluto, e ricevete anche il saluto dei nostri compagni e compagne basi di appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale: uomini, donne, bambini, anziani. Vogliamo porgervi anche il saluto dei nostri compagni e compagne insurgentes ed i saluti dei nostri compagni miliziani responsabili locali, regionali e comitati dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.
Vi ringraziamo di averci ricevuti e per tutti gli sforzi fatti per permetterci di essere qui. Ma vi ringraziamo molto, compagni e compagne, tutti e tutte, di aver deciso da voi stessi, di lottare lottare per i nostri diritti, perché siamo degni, per quello che ci spetta, per quello che è nostro.
L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale si è ribellato in armi contro malgoverno ed abbiamo detto Basta! nel 1994; sono passati più di 500 anni nell'oblio e crediamo che questo oblio, questo stesso, stia passando in questi luoghi del nord del Messico. Ma come è già stato detto, non siamo qui perchè ci si organizzi per la guerra, ma siamo venuti a dirvi di lottare, abbiamo portato la lotta e siamo qui per lottare insieme.
Noi abbiamo detto basta alle malvagità di questi malgoverni di questo sistema, dei padroni del denaro, di quelli che vogliono comandare tutto un popolo che siamo maggioranza, siamo degni e padroni, siamo eredi dei nostri antenati, delle nostre terre, dei nostri suoli e dei nostri cieli.
Siamo noi che abbiamo ereditato dai nostri padri e per questo i malgoverni ci combattono, perché vogliono che il nostro sia loro, hanno già tentato di prenderlo ed ora ancora di più.
Le leggi che hanno fatto con le istituzioni ed i poteri sono contro tutti i popoli indios del Messico e di tutta la classe lavoratrice in Messico.
Quelli che prima si dicevano essere i rappresentanti nel congresso dell'unione, oggi rappresentano i padroni del denaro, i capitalisti, gli sfruttatori.
Questi poteri sono accompagnati dalle istituzioni, quelle che portano avanti i piani mettendo in testa a noi indigeni, lavoratori, contadini ed operai e tutta la classe lavoratrice, che solo loro possono e sanno fare le cose come vogliono.
E noi diciamo che questo non è vero, compagni e compagne.
L'abbiamo visto perché le loro azioni sono state, per 500 anni, contro la nostra vita: per essere degni, essere padroni della terra, dei fiumi, dei mari, delle sorgenti e delle fonti di acqua.
Siamo noi i padroni perché noi siamo arrivati prima di loro, e loro sono venuti a conquistarci per strapparci quello che è nostro.
Perciò, noi, in tutto questo tempo, i nostri morti, i nostri nonni, bisnonni, tutti loro sono con noi perché anche a loro è toccato lottare e difendersi contro questa conquista.
Compagni e compagne, vogliamo dirvi ancora una volta, che oggi dobbiamo lottare insieme, perché oggi commemoriamo anche la lotta esemplare del Generale Don Emiliano Zapata Salazar, per questo vi portiamo un saluto speciale dei nostri compagni e compagne delle comunità zapatiste: tzoltziles, tzeltales, tojalabales, choles e mames. Ricevete i nostri saluti compagni.
Per questo motivo, fratelli e sorelle dell'Altra Campagna, vi invitiamo a lottare insieme e per questo oggi siamo qui per ascoltarvi ed insieme a voi, con le vostre domande, facciamo il programma nazionale di lotta; siamo venuti per questo, per ascoltare tutti e tutte voi, per questo siamo qui, compagni e compagne.
Non crediamo agli inganni di questi malgoverni, noi siamo capaci, tutti e tutte uomini e donne, abbiamo la capacità di governarci, di vivere come viviamo, non abbiamo bisogno che qualcuno venga a dirci quello che dobbiamo fare.
Perché come in altre epoche, tutti vogliono che tutto si muova intorno al denaro, cioè, che si venda e si compri, per questo hanno fatto le leggi, per sottometterci, un'altra volta, come ai tempi di Porfirio Díaz, al tempo della schiavitú, sappiamo dove ci vogliono portare, e per questo, non so come dirlo in buona o cattiva maniera, vogliono umiliarci, vogliono addomesticarci, vogliono farci credere che l'idea dei ricchi è la migliore e che noi non possiamo vivere come di sappiamo vivere.
È questo che vogliono.
Ed allora quello che dobbiamo fare, perchè vediamo quello che vogliono farci, dobbiamo lottare, dobbiamo unirci, senza pensare a quello che riceveremo in cambio, l'unica cosa che riceveremo è di sapere di lottare insieme e che vinceremo questa lotta.
Molte grazie compagni.
(traduzione del Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)