El Mayor - Bassa California - 10 aprile 2007
Parole del comandante David

Auguro un giorno molto buono a tutte ed a tutti i presenti. Col permesso delle autorità kiliwuas, kukapá e delle altre autorità che vengono dalle differenti regioni di questa zona nord del nostro paese e di tutti i presenti, a nome pure dei miei compagni e delle mie compagne comandanti di questa commissione sesta, voglio fare l'uso della parola.

A nome dei miei compagni e compagne basi d'appoggio, bambini, giovani, donne, anziani delle terre chiapaneche del sudest messicano, ricevete un saluto fraterno e rivoluzionario. Davanti a voi, davanti a tutti i presenti, a nome di tutti, voglio parlare soprattutto della situazione in cui vivono i nostri popoli del sudest messicano, le comunità indigene, le comunità in resistenza, le comunità delle basi di appoggio dell'EZLN, affinché capiate un pochino, affinché si capisca più o meno come è la realtà là nei nostri villaggi.

Da quando ci siamo alzati in armi nel 1994, abbiamo recuperato le terre che stavano in mano dei grandi latifondisti, perfino degli stessi che erano al governo in quegli anni. Quando ci siamo sollevato in armi noi popoli indigeni abbiamo recuperato terre. Ora quello che sta succedendo fratelli, compagni, compagne in questi momenti, è che il governo statale, il governo federale, attraverso i gruppi paramilitari indigeni degli stessi villaggi e delle stesse comunità, attraverso i partiti politici ed altre organizzazioni governative, ora quello che stanno facendo è toglierci di nuovo le terre che abbiamo recuperato. Si stanno organizzando i paramilitari per sgomberare le nostre comunità zapatiste. Queste nostre comunità che sono basi di appoggio, dal '94 stanno lavorando la terra, stanno curando le montagne, gli animali, l'acqua e tutto ciò che esiste in quei posti. Ma i paramilitari stanno cercando di sgomberare le nostre comunità, perché, insieme ai latifondisti, vogliono recuperare di nuovo le terre per tornare di nuovo a saccheggiare le ricchezze naturali, perché in quei posti ci sono molti alberi, ci sono molti animali, c'è acqua, ci sono laghi, ci sono fiumi, ci sono sorgenti. Per approfittare delle ricchezze naturali, ora vogliono tornare ad averle nelle loro mani. È quello che vogliono fare adesso là.

Allora le nostre comunità, i nostri compagni e le nostre compagne basi di appoggio stanno tentando di resistere a tutte le minacce, a tutte le persecuzioni del governo e dei paramilitari. Stanno tentando di resistere affinché non riescano a mandarli via di nuovo, affinché la terra… perché sia davvero di chi la lavora. Allora i nostri villaggi insieme alle loro autorità autonome di differenti zone e regioni stanno cercando di resistere in modo organizzato, stanno tentando di unirsi ai villaggi, alle comunità, perché è l'unica maniera per garantire che non tornino a togliere loro la terra, che non rubino un'altra volta quello che non appartiene a loro.

I nostri popoli sono ora in resistenza civile e pacifica. Perché quello che vogliono i paramilitari è provocare, affinché ci siano scontri tra fratelli indigeni, zapatisti e fratelli che appartengono ai differenti partiti politici e che si sono organizzati in gruppi paramilitari. Quello che vogliono è che ci siano scontri armati tra villaggi affinché ci sia la scusa per un intervento dei soldati messicani e della polizia, affinché il governo possa dire che c'è scontro tra fratelli indigeni, che ci sono problemi interni in ogni villaggio. Questo è ciò che vuole il governo. Allora i nostri villaggi stanno tentando di organizzarsi in maniera pacifica per difendere le nostre terre, per difendere quello che appartiene loro, per difendere quello che abbiamo recuperato dal ‘94. Perché nei nostri villaggi ora, stanno lavorando le terre recuperate, le stanno lavorando in collettivo, le stanno facendo produrre, stanno tentando di curare gli alberi, i fiumi, le sorgenti, gli animali, tutto quello che esiste in quei posti. È quello che stanno facendo i nostri villaggi con le loro autorità autonome.

Ma il problema ora compagni e compagne, è che il governo cerca in tutti i modi di dividere i villaggi. Nelle comunità in resistenza come là (noi le chiamiamo comunità in resistenza perché non accettano le briciole né del governo statale né di quello federale), i nostri popoli stanno sopravvivendo coi propri sforzi, col loro lavoro in collettivo e quello che fa il governo è mandare aiuti alle comunità col fine di dividerle. Dà loro alimenti scaduti, porta loro alcune lamine per il tetto dicendo loro che sono per un'abitazione degna, per una latrina degna dà solo un paio di lamine, e poi si portano via qualcosa di effettivo. In questo modo vuole dividere le nostre comunità. Ci sono fratelli indigeni che non si rendono ancora conto della realtà, non hanno preso coscienza ed allora cadono in questa trappola del governo, ricevono gli aiuti purché si mettano contro gli zapatisti.

Quindi è chiaro ciò che sta facendo il governo statale del sudest messicano, il governo federale: è tentare di frazionare le comunità indigene perché litighino fra di loro in modo che il popolo perda forza, si disorganizzi, si divida. Questo è quello che cerca di fare il governo: si è messo dappertutto per provocare divisione, per causare confusione tra i compagni indigeni. Questo è quanto sta succedendo lì, compagni e compagne. Ma siamo sicuri che resisteremo a queste manovre del governo. I nostri villaggi e le nostre comunità hanno saputo resistere per molti anni ed ora dal '94 alle minacce militari, agli accerchiamenti militari. Per questo siamo sicuri che anche questa volta resisteremo.

E resisteremo anche meglio e di più ora, con l'unità e l'appoggio di altri fratelli e sorelle dei vari stati del nostro paese e dei fratelli pure di altri paesi del mondo. Resisteremo compagni e compagne, i nostri popoli sono disposti a resistere in difesa della loro terra, delle loro risorse naturali, di tutto quello che ci dà vita perché come popoli, come contadini e soprattutto come indigeni, abbiamo saputo da soli curare le nostre terre, le nostre acque, i nostri boschi, i nostri monti e le nostre montagne... da secoli abbiamo imparato curarli. Per questo siamo sicuri che possiamo resistere ma con l'appoggio di tutti, da queste terre, da questo altro angolo della nostra patria, voglio mandare un saluto ai compagni ed alle compagne che stanno ora nell'accampamento civile nel Hiutepec, nella città di San Cristóbal de Las Casas. Ora sono nell'accampamento, come voi di sicuro sapete già, e stanno lì nell'accampamento civile con l'appoggio di altri compagni e compagne aderenti all'altra campagna della 6^. Voglio mandar loro un saluto da questo posto, da questo angolo della nostra patria, affinché lì i compagni e le compagne sentano e vedano che stiamo cercando l'unità tra tutti e tutte, affinché tra tutti quanti possiamo resistere e difendere quanto ci appartiene.

Noi popoli indigeni, noi popoli contadini abbiamo il diritto di difendere ciò che ci appartiene. È anche nostro dovere unirci, organizzarci e difendere ciò che ci appartiene per diritto, per storia, perché siamo popoli, perché siamo gli originari ed i primi di questa terra. Per questo vi dico che là i nostri compagni nel sud stanno nell'accampamento civile e voglio inviare loro un saluto da qua ed anche a nome di tutti voi ed a nome di tutti i popoli indigeni di queste terre affinché arrivi un saluto là ai compagni nel Huitepec.

Questa è la mia parola, compagni compagne.
Grazie per avermi ascoltato.


(traduzione del Comitato Chiapas di Torino)

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