La Jornada - 9 dicembre 2007
Invia un comunicato nel quale dà la sua versione sul "disaccordo" esistente
L’Opddic nega di aver attaccato gli zapatisti: "sono loro che ci hanno attaccati" - affermano
Abbiamo sempre cercato il dialogo con le basi e abbiamo ricevuto solo insulti” - dicono
Capise: il documento dimostra il coinvolgimentodelle istanze federali e statali

Hermann Bellinghausen / I^ parte

Senza identificarsi come tali, membri dell'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic) nelle cascate di Agua Azul, Chiapas, hanno reso pubblica la loro smentita in risposta alle accuse fatte dalla giunta di buon governo (JBG) di Morelia sugli attacchi  contro le basi di appoggio zapatiste  di Bolom Ajaw.

In un comunicazione senza data né firma, su carta ufficiale della società cooperativa  Ecoturismo Indigeno  Tzeltal delle Cascate di Agua Azul, ejidatari di questo sito illustrano la loro versione sul "disaccordo" esistente. E cercano di "chiarificare le bugie e le diffamazioni che sono state diffuse contro di noi per radio e sulla stampa”.  Il documento riferisce che "il villaggio di Agua Azul esiste dal 1952 e noi abbiamo lavorato queste terre da allora, ed a causa dell’ordinanza di conservazione emessa dal governo federale nel 1980, abbiamo smesso di lavorarla e ci siamo dedicati alla protezione della selva e degli animali che vivono nel folto, cioé  al momento ci stiamo dedicando ad attività turistiche”.

Secondo loro, "il problema con gli zapatisti ha le sue origini il 13 marzo del 2003,  quando un gruppo di 40/50 persone col volto coperto da cappucci, paliacates e con arma di alto calibro si sono appropriati di 10 ettari delle nostre terre nella zona di Bolo nahau (sic), distruggendo la riserva ecologica di cui noi ci siamo presi cura per molti anni e da quel tempo  più di 70 ettari sono stati distrutti, per cui  noi li abbiamo denunciato alle istanze competenti per i reati di invasione e di distruzione ambientale”.

Insomma, al contrario di quanto denunciato ripetutamente dalla JBG Torbellino de nuestras palabras e dal Centro d'Analisi Politica e Sociale e di Investigazioni Economiche (Capise), i membri di Opddic dicono di essere loro gli aggrediti da parte del “gruppo invasore” zapatista, "che usano il machete e sparano ai nostri compagni”. Aggiungono che "in nessun momento abbiamo invaso territorio zapatista né abbiamo mai tentato di toglier terra a nessun compagno indigeno”.

Si sono definiti "diffamati" e fanno appello alla "legalità", suggerendo: "Se davvero il Capise vuole aiutare questi indigeni, perché non  cerca per loro un luogo senza problemi, una terra che possa diventare loro,  invece di incitarli all'invasione di riserve  naturali o le terre di altri indigeni. E chiediamo quali i loro interessi privati, perché non vogliono  che questo problema si  risolva serenamente e tranquillamente, in modo che tutti ne usciamo beneficiati e non feriti o morti”.

Affermano di “aver sempre cercato il dialogo e la pace con le basi zapatiste ma di aver ricevuto solo indifferenze, insulti e minacce,  che non hanno trattato con rispetto le nostre famiglie, molestandole e minacciando di entrare nel nostro villaggio a bruciare le nostre case ed a picchiare i nostri bambini nelle scuole”.

Per questo “richiediamo al governo statale e federale di intervenire in modo immediato per preservare la sicurezza delle nostre famiglie, visto che abbiamo constatato la presenza di gruppi armati e di stranieri ai bordi del nostro abitato, che  eseguono pattugliamenti continui e sparano in aria gruppi di incappucciati zapatisti che portano armi d’alto calibro, che secondo i giornali sono brigate speciali di osservazione delle terra e del territorio. Loro ci accusano di una repressione brutale ma la realtà è un’altra" – afferma l’Opddic.

Colpi a integranti dell’EZLN

Rispondendo al comunicato anonimo della società cooperativa Ecoturismo Indigeno, il Capise spiega che "apparentemente, è stato redatto da qualche funzionario della Commissione Nazionale delle Aree Naturali  Protette (CNANP) ed avallato da membri di Opddic”. Il comunicato "rivela due aspetti fondamentali: uno, illustra il livello di coinvolgimento delle istituzioni federali e statali nella escalation di violenza contro i popoli zapatisti; due, mostra come la partecipazione di coloro  che stanno dietro al preteso sgombero ha generato uno squilibrio di vari degli abitanti di Agua Azul, il che è manifestato dalle azioni estremamente violente”.

Il testo di Opddic è afflitto da errori di ortografia poco verosimili, forse è stato scritto così perché “appaia come scritto da indigeni”, segnala il Capise che risponde opponendo "argomenti concreti, nomi, cognomi, luoghi, fatti, aggressioni, aggressori, aggraditi,  dove, quando, come, chi e contro chi", in una "risposta puntuale" al comunicato di Opddic e (si presume) del direttore della CNANP Regione Frontiera Sud, José Hernández Nava.

La cooperativa fu costituita il 15 gennaio 2002 dai residenti di Agua Azul, su consiglio dei governi federali e statali, prima che i residenti entrassero nelle file di Opddic", ricorda la replica dell'organizzazione civile.

Secondo le affermazioni del funzionario Hernández Nava di fronte alle basi zapatiste lo scorso 13 settembre, "quelli dell’ejido Agua Azul stavano facendo la stessa cosa che gli zapatisti e, visto che le loro richieste di sgombero degli zapatisti non erano ascoltate,  hanno deciso di entrare nell’Opddic per farsi forti, essere protetti e realizzare i loro scopi”.

In quell'occasione, nell’incrocio che arriva ad Agua Azul c’erano proprio gli zapatisti "che erano stati brutalmente picchiati da membri di Opddic”.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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