La Jornada – Martedì 9 ottobre 2007
In marcia i lavori per l’incontro degli indigeni americani a Sonora
Ai lavori preparatori hanno partecipato più di 900 osservatori e intellettuali di 33 paesi
Hermann Bellinghausen

I lavori per la plenaria dell'Incontro dei Popoli Indigeni d'America che si terrà a Vícam, Sonora, dall'11 al 14 ottobre, sono in marcia. Sono iniziati i lavori per raggiungere gli accordi da portare alla plenaria ed i delegati indigeni se ne occupano già in ognuna delle sub-sedi, hanno comunicato le autorità tradizionali del popolo di Vícam nella tribù yaqui, il Congresso Nazionale Indigeno (CNI) e la Commissione Sesta dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN).

In un comunicato diffuso oggi, le tre istanze organizzatrici sottolineano che data la trascendenza storica ed il carattere internazionale dell'evento, "abbiamo dati rilevanti di partecipazione con più di cinquecento delegati, rappresentanti di 30 popoli, tribù e nazioni indigene d'America". Alle riunioni preparatorie, svolte questo fine settimana, hanno partecipato anche più di novecento osservatori ed intellettuali di 33 paesi d'Europa e America.

In maniera inaspettata, si cita "la possibile partecipazione di personalità come il presidente della Bolivia, Evo Morales", alla riunione di Vícam.

Durante l'incontro, i delegati indigeni presenti discuteranno della guerra di conquista capitalista contro i popoli originari d'America; la loro resistenza e difesa della madre terra, territori e culture. Esporranno le ragioni della lotta dei popoli e rifletteranno sulla situazione passata e presente degli indigeni nel mondo "e verso dove si incammina il nostro futuro".

Analizzeranno le loro aspettative "in un mondo di globalizzazione economica ed un sistema capitalista neoliberale che porta allo sterminio le nostre vite e culture, che assoggetta i nostri territori e risorse naturali". Con questo tono, si insisterà nella domanda principe dei movimenti indigeni del continente, che ha uno dei suoi principali epicentri in Messico: "Uguaglianza di condizioni e vita degna, non alla morte delle nostre culture".

Il governo yaqui di Vícam, il CNI e la Commissione Sesta esigono dai governi municipali, statali e federali, in particolare di Sonora, "il libero esercizio della libertà di espressione e democrazia per discutere, analizzare e concludere le nostre giornate di lavoro, così come la sicurezza di essere rispettati e trattati con dignità durante il transito delle carovane verso Vícam".

Le sedi delle riunioni preparatorie che si sono svolte fin dallo scorso fine settimana, si trovano nelle valli centrali di Oaxaca (con la partecipazione di delegati del sud e sud-est del paese); San Pedro Atlapulco, stato di México (delegati del Centro e Sudamerica); Nurío, territorio p'urhépecha di Michoacán (delegati delle regioni centro Pacifico e Atlantico del Messico) e Rancho El Peñasco, a Magdalena de Kino, Sonora (delegati del nord e nordovest, e Stati Uniti, Canada e Alaska). A quest’ultima partecipano anche i comandanti delegati dell’EZLN ed il subcomandante Marcos, la cui presenza nella località del popolo tohono od'dham (conosciuto come pápago) di Rancho El Peñasco è stata confermata oggi dal CNI, dalle autorità di Vícam e dalla stessa Commissione Sesta dell’EZLN.

Nel frattempo, Mario Luna, segretario della guardia tradizionale del popolo yaqui di Vícam, ha dichiarato che il comunicato delle autorità di cinque popoli yaquis della settimana scorsa "disconoscendo" l'incontro in territorio yoreme yaqui "manca di autenticità" ed è stato redatto negli uffici del governo di Sonora.

Non c'è da stupirsi del tentativo denigratorio da parte del governo sonorense di Eduardo Bours Castelo, che si è dimostrato ostile nei confronti dei popoli indigeni dell'entità in diversi tentativi di espropriare loro terre, fiumi, coste e luoghi sacri. Questo, mentre insiste nel rafforzare le vecchie procedure di controllo su questi popoli, stabilite dai governi priisti decenni fa.

In anni recenti, i principali popoli indigeni di Sonora hanno rafforzato i loro governi tradizionali e le loro richieste di autodeterminazione. Yoremes yaqui e mayo, comc'ac (seris), tohono odd'ham e pimas lottano nei rispettivi territori per impedire la spoliazione terminale che vorrebbe imporre Bours, industriale e governatore di stirpe politica salinista.

La lettera dell'ultimo minuto, firmata dai governatori yaquis, è stato un tentativo disperato per screditare (se non impedire) l'incontro intercontinentale, la cui organizzazione è cominciata un anno fa nel primo degli otto popoli yoreme yaqui.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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