La Jornada – Martedì 7 Agosto 2007
Funzionari di Semarnat e SRE annunciano "consultazioni" con autorità degli Stati Uniti
Il Messico ricorre a ragioni ambientali per fermare la costruzione del muro
Saranno compromessi molti ecosistemi e zone dichiarate patrimonio naturale dall’UNESCO

Il governo messicano realizzerà delle consultazioni con le autorità degli Stati Uniti per determinare l'impatto ambientale che avrà la costruzione del muro alla frontiera comune, e cercherà possibili soluzioni a questa situazione mediante accordi bilaterali, hanno informato ieri in un comunicato congiunto le segreterie dell'Ambiente e Risorse Naturali (Semarnat) e Relazioni Estere (SRE).

"Il governo messicano continuerà i suoi sforzi per preservare l'ambiente, patrimonio delle comunità di entrambi i lati della frontiera. Nello stesso tempo, ribadisce il suo rifiuto alla costruzione dello steccato sul confine, perché oltre al danno ambientale che implica, compromette le relazioni di amicizia e cooperazione che devono esistere tra le due nazioni" - hanno sottolineato i due enti.

La settimana scorsa la Semarnat ha annunciato di avere allo studio la possibilità di ricorrere alla Corte Internazionale dell'Aia per protestare contro la costruzione del muro; tuttavia, entrambi gli enti hanno precisato ieri che esiste un ambito giuridico bilaterale che protegge l'ambiente, che comprende meccanismi per risolvere controversie, con riferimento all'Accordo di La Paz del 1983, ed all'Accordo di Cooperazione Ambientale dell'America del Nord.

In questi strumenti si pone l'obbligo di realizzare consultazioni bilaterali su progetti che possono colpire la zona di frontiera. "Sulla base della contundente prova scientifica ora in possesso e con fondamento nell'ambito giuridico vigente, il governo del Messico realizzerà consultazioni con gli Stati Uniti".

La Semarnat e la SRE hanno ricordato che sulla frontiera comune ci sono grandi deserti, cordigliere, fiumi, paludi, estuari e corsi d'acqua condivisi. "La costruzione di una barriera nella zona limitrofa metterà a rischio i diversi ecosistemi, tra i quali il deserto sonorense, composto da aree naturali protette, alcune delle quali sono state dichiarate patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Questa situazione ha generato preoccupazione nella società, ONG ed autorità messicane".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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