La Jornada – Martedì 4 settembre 2007
Testimonianze degli indigeni aggrediti il 18 agosto
Amnesty International presenta gli abusi compiuti durante lo sgombero nei Montes Azules
Sollecita ad inviare lettere di protesta al governo federale

HERMANN BELLINGHAUSEN

San Cristóbal de las Casas, Chis., 3 settembre - Sulla base di testimonianze degli indigeni sgomberati dai Montes Azules lo scorso 18 agosto, Amnesty International ha redatto un rapporto dove espone le violazioni dei diritti umani e comunitari dei contadini tzeltales di Nuevo San Manuel e Buen Samaritano, nei Montes Azules, commesse dalle autorità. "Sei famiglie indigene sono state cacciate con la forza dalle loro case", riporta il documento, che invita gli organismi civili di tutto il mondo ad inviare al governo messicano lettere protesta per questi fatti.

L'organizzazione internazionale dei diritti umani sottolinea che esistono 39 sfollati dagli operativi governativi. I sei capifamiglia si trovano in carcere a Tuxtla Gutiérrez, a carico della Procura Generale dello stato, con l'accusa di "danno a proprietà altrui, attentati contro l'ambiente, saccheggio, associazione a delinquere e porto d'armi".

Spiega che "gli insediamenti di Nuevo San Manuel e Buen Samaritano (stabiliti rispettivamente 8 e 12 anni fa) si trovano in terre dove un'altra comunità indigena, i lacandoni, possiede il titolo legale. Le famiglie sono state sgomberate dopo che la comunità lacandona aveva chiesto un'azione penale contro ogni 'occupazione irregolare' dell'area".

Citando la testimonianza delle vittime, che sono basi di appoggio dell'EZLN (cosa che la relazione di Amnesty International non rdice), il documento segnala che gli indigeni non hanno mai ricevuto nessuna notifica ufficiale della denuncia legale contro di loro, né del loro sgombero. Gli sfollati di Nuevo San Manuel "sostengono che i poliziotti federali e statali sono arrivati simultaneamente nei due insediamenti e li hanno costretti a salire sugli elicotteri che li aspettavano. Non hanno avuto il tempo di raccogliere le loro cose e le loro case e raccolti sono stati distrutti. La terra dove avevano vissuto per otto anni è stata consegnata alla comunità lacandona".

Da lì sono stati portati a La Trinitaria. "Gli uomini sono stati separati dal gruppo e trasferiti a Tuxtla Guitiérrez. Le donne ed i bambini sono stati piazzati in una sala pubblica e poi confinati in un edificio di proprietà pubblica prima adibito a bordello. Secondo gli organismi locali per i diritti umani, i comandi di polizia hanno giustificato la misura dicendo che è per 'proteggere' i profughi", segnala Amnesty International.

Le condizioni di quel edificio di proprietà governativa "sono malsane, senza fogna né pulizia" aggiunge la relazione. "La struttura del locale non protegge dagli elementi le famiglie ed il cibo che hanno dato loro è inaccettabile. Il gruppo non ha assistenza medica, nonostante che due donne siano incinta, e sembra esserci un malato di varicella od orecchioni, cosa che mette a rischio le future madri ed i bambini che devono nascere".

Rimarca il fatto che le autorità "non hanno consultato gli uomini e le donne sgomberati circa il loro ricollocamento". Nel frattempo, il governo ha annunciato "che altre cinque comunità dei Montes Azules saranno sgomberate nei prossimi giorni".

Intanto, oggi è corsa voce che i 33 tzeltales che si trovavano nell'ex-bordello di La Trinitaria sono stati trasferiti nel capoluogo municipale di Ocosingo.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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