La Jornada – Domenica 3 giugno 2007
Artisti italiani protestano per la visita di Calderón
La Redazione

Organizzazioni per i diritti umani italiane hanno espresso il loro rifiuto alla visita che realizzerà il presidente del Messico, Felipe Calderón, nella penisola italica - che inizia questo fine settimana - per incontrare il primo ministro, Romano Prodi ed il papa Benedetto XVI. La presa di posizione nasce a causa della repressione generalizzata contro i movimenti sociali, il trattamento inumano nelle prigioni, l'impunità degli apparati repressivi e dell'Esercito che hanno caratterizzato lo scenario messicano nei mesi scorsi.

Artisti italiani hanno rivolto un appello per il rispetto dei diritti umani in Messico. In una lettera firmata da Africa Unite, Assemblea Teatrale, Enrico Capuano, Carmen Consoli, Eugenio Finardi, Paolo Turci, Banda Bassotti, tra altri, affermano che il Messico: "Sta attraversando un profondo conflitto sociale, motivato dall'atavica mancanza di democrazia e trasparenza dei processi politici e per la drammatica condizione economica in cui si trova la grande maggioranza dei suoi abitanti, come testimoniano i dati diffusi su analfabetismo, emigrazione ed emarginazione sociale.

Se il numero dei prigionieri politici attualmente reclusi nelle carceri oscilla tra le 500 e 800 persone, come stimano diverse organizzazioni che si occupano del rispetto dei diritti umani, è unanime la denuncia della persistenza della tortura e della violenza contro i detenuti, e la totale impunità di chi compie questi crimini.

Noi, artisti italiani impegnati da sempre nel rispetto dei diritti umani, pensiamo che la cultura, la musica e l'arte in generale devono essere un veicolo di comunicazione e di scambio tra i popoli, non tra i governi, e che il nostro lavoro non deve essere strumentalizzato per legittimare interessi di gruppi di potere, soprattutto quando si tratta di personaggi sanguinari come il governatore di Oaxaca - Ulises Ruiz -", si manifesta nel documento.

Inoltre, in una lettera aperta a Prodi, lo scorso 31 maggio, il senatore Mauro Bulgarelli, ha dichiarato: "... penso che nel caso di Felipe Calderón, all'interno del suo paese ci sia una drammatica situazione, nata nel momento stesso della sua elezione, e sfociata in una generalizzata repressione contro i movimenti sociali e gli attivisti politici".

Nella missiva il senatore aggiunge che "molti dei reclusi nelle prigioni messicane sono stati arrestati in occasione dei tragici fatti di San Salvador Atenco e Oaxaca; forze poliziesche e squadroni paramilitari hanno scatrnato una dura repressione contro gli abitanti di dette regioni".

Sullo stato della democrazia in Messico, ha manifestato che "è desolante: ha il più alto numero di detenuti politici degli ultimi decenni, il più alto numero di giornalisti e lavoratori dell'informazione in America Latina aggrediti e perseguitati".

Ha inoltre affermato che è paradossale che il Messico presieda la Commissione dei Diritti Umani dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, "proprio nel momento in cui è più alta in quel paese la violazione generalizzata delle garanzie individuali".

Davanti a questa situazione ha raccomandato che durante la visita di Calderón si esprima la seria preoccupazione del governo italiano per il degrado della democrazia in Messico.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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