La Jornada - 3 febbraio 2007
Sono fra i 30mila ed i 50mila, afferma un rappresentante dell'ONU
Mercenari: seconda forza militare in Iraq dopo le truppe statunitensi

AFP, DPA, REUTERS

Lima, 2 febbraio - Tra i 30.000 ed i 50.000 mercenari lavorano in Iraq, il che li porta ad essere la seconda forza militare dopo le truppe degli Stati Uniti, secondo un rappresentante dell'Organizzazione di Nazioni Unite (ONU) che ha dichiarato questo venerdì a Lima che centinaia di latinoamericani sono stati contrattati in quel conflitto.

Lo spagnolo José Luis Gómez del Prato, membro del gruppo di lavoro dell'ONU sull'utilizzo dei mercenari, ha spiegato che dalle 30.000 alle 50.000 persone sono state contrattate in diverse parti del mondo per lavorare in Iraq, dove sono impegnati 130mila soldati degli Stati Uniti e 10mila della Gran Bretagna.

La contrattazione di queste persone, inclusi cittadini di Perù, Cile, Colombia, Honduras e Ecuador, è possibile grazie ad enormi irregolarità ed ai vuoti legali.

Gómez ha fatto questa dichiarazione durante la consegna di una relazione congiunta con la colombiana Amada Guevara, dopo una visita di tre giorni in Perù, dove il fenomeno ha avuto una grande eco nell'opinione pubblica.

In realtà, nel documento si indica che, "secondo alcuni fonti di informazione, più di mille cittadini peruviani prestano questi tipi di servizi in Iraq".

Il quotidiano di Lima El Comercio ha pubblicato oggi una relazione su maltrattamenti e discriminazioni dei peruviani in Iraq da parte dell'impresa statunitense Triplo Canopy e su clausole illegali nei contratti di rinnovo servizio.

Inoltre, una relazione dei servizi segreti degli Stati Uniti ha avvertito che ci sono segnali di guerra civile in Iraq e che l'insicurezza continuerà a deteriorare se non si prendono misure per fra regredire la crescente violenza ed insurrezione, così come l'estremismo politico.

La relazione che contraddice la posizione ufficiale della Casa Bianca, secondo cui non c'è guerra civile in Iraq, ha sottolineato che il concetto "guerra civile" è appropriato per definire "elementi chiave" della situazione che attraversa attualmente la nazione occupata.

In questo senso, il documento ha citato a mo' d'esempio la violenza confessionale, la mobilitazione del comunità sciita e sunnita e gli sfollamenti di strati di popolazione.

La Casa Bianca ha valutato la relazione come "dura", ma contemporaneamente "giusta" ed ha dichiarato che non contraddice la nuova strategia del presidente George W. Bush riguardo al conflitto - secondo il consigliere per la sicurezza nazionale Steve Hadley.

Sul terreno, le forze armate di sicurezza irachene hanno informatg che hanno arrestato giovedì notte 200 presunti estremisti nei paraggi della città sacra di Najaf.

Soldati statunitensi hanno detto che hanno fatto fuori 18 insorti in cruenti scontri nella città sunnita di Ramadi, ad ovest della capitale.

Un elicottero Apache AH-64 statunitense è precipitato a terra e si è incendiato nella regione di Taji, a nord di Baghdad, apparentemente attaccato da fuoco nemico, causando la morte dei suoi due piloti - su informazioni del Pentagono.

Il ramo iracheno di Al Qaeda in Iraq si è attribuito l'attacco contro l'aereo statunitense con un comunicato in Internet.

Oltre a ciò, lunedì avrà luogo nello stato di Washington il processo militare contro il tenente generale Ehren Watada chi si è ricusato di mettersi in lista per essere inviato in Iraq. Potrebbe essere condannato a quattro anni di prigione se dichiarato colpevole.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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