La Jornada – Mercoledì 3 gennaio 2007
Concluso il primo incontro con rappresentanti di 47 paesi; entro l’anno la seconda riunione
È iniziata la globalizzazione della ribellione, dicono gli zapatisti ai popoli del mondo
"Stiamo costruendo un’umanità migliore per i nostri figli e le generazioni future

ANGELES MARISCAL , HERMANN BELLINGHAUSEN - Corrispondente e Inviato

Oventic, Chis. 2 gennaio - Membri dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) e rappresentanti di 47 paesi hanno concluso il primo Incontro dei Popoli Zapatisti con i Popoli del Mondo, dove hanno condiviso le loro forme di organizzazione rispetto alla globalizzazione ed al capitalismo.

Per quattro giorni, rappresentanti delle giunte di buon governo (JBG), membri dei consigli autonomi, comandanti ed abitanti delle comunità hanno esposto le loro esperienze nell'ambito di autonomia, educazione, salute, cultura, comunicazione, commercio, equità di genere e le diverse forme di organizzazione. Il processo è stato arricchito con l'esperienza che in questi stessi ambiti hanno vissuto individui e collettivi giunti da Asia, Europa, Oceania ed America.

"Noi zapatisti abbiamo molte domande da farvi per ascoltare da voi la vostra parola. Pensiamo che queste domande e queste risposte camminano nel campo dell'azione", ha segnalato durante la sessione dell'incontro il rappresentante della JBG di Morelia, che ha parlato a nome dei popoli in resistenza e ribellione, basi di appoggio dell'EZLN.

"Collettivamente e dalle nostre trincee combattiamo l'apatia con l'altra educazione. Con l'altra educazione costruiamo l'università pubblica gratuita ed autonoma", ha proposto.

Davanti a circa 3 mila persone, nel quarto ed ultimo giorno dell'evento che ha riunito oltre 7 mila persone, il rappresentante dei governi indigeni ribelli ha criticato le politiche capitaliste che esigono titoli accademici come indicatori di saggezza. "L'eccellenza non esiste; quando alziamo lo sguardo vediamo che qui e là ci sono grandi artisti, medici uomini e donne, maestri e maestre. La saggezza e la conoscenza esistono dunque, e stanno nel percorso di tutte e di tutti nel popolo, nel cuore".

Il discorso è penetrato profondamente nelle centinaia di giovani indigeni che frequentano La Scuola Secondaria Ribelle Autonoma Zapatista – qui ad Oventic - che funziona anche come collegio per studenti che provengono da diverse regioni dell'entità.

"Siamo arrivati in questo mare di sogni, speranze e realtà. Comincia ormai il sogno degli indigeni e del mondo, della campagna e delle città; la costruzione della globalizzazione della ribellione e per l'umanità è l'unione di gridare tutti insieme", ha dichiarato lo zapatista di Morelia.

"L'indignazione e la ribellione si globalizzano di giorno in giorno, voi siete degni e ribelli, non vi arrendete né vi vendete; grazie per indicarci in maniera costruttiva alcuni dei nostri errori. Siamo dunque lo specchio, per guardare e per guardarsi. Stiamo così costruendo una umanità migliore per i nostri figli e le generazioni future. Questa è la vostra casa", ha detto emozionato ai presenti nazionali ed internazionali.

A nome del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell'EZLN, il comandante Tacho ha fatto la dichiarazione di chiusura: "Tutto quello che abbiamo condiviso con voi non è stato per niente facile, è una strada che stiamo costruendo nella pratica, nelle idee e nella conoscenza reale".

Circondato dalle autorità autonome, Tacho ha detto che questo è un primo passo nel processo di interrelazione tra le comunità zapatiste e chi da altri luoghi del mondo lavora per resistere ai processi negativi della globalizzazione: "Siamo qui per dirvi come è difficile costruire questa altra strada, e quali sono le azioni per la costruzione dell'autonomia, degli altri governi, della salute”.

Durante la plenaria, dopo quattro giorni di lavoro, i partecipanti hanno concordato di vedersi un'altra volta dal 20 al 28 luglio di quest'anno, in quello che sarà il secondo Incontro dei Popoli Zapatisti con i Popoli del Mondo. Le riunioni si effettueranno nei cinque caracoles al fine di dare continuità al processo di arricchimento per proporre uno sviluppo alternativo al modello capitalista.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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