La Jornada – Giovedì 2 agosto 2007
Gli zapatisti denunciano pressioni della polizia per sgomberare 24 de Diciembre
HERMANN BELLINGHAUSEN

Comunità 24 de Diciembre, Chis., 1º agosto - "Questa è la nostra terra. Non ne abbiamo un'altra", affermano i contadini zapatisti di questo nuovo villaggio in cui sono ritornati nel 2006, dopo 12 anni di persecuzione ed esilio. Ora, i vicini di Nuevo Momón e Cruz del Rosario, affiliati alla Unión de Ejidos de la Selva (UES), vogliono cacciarli di nuovo, gli stessi che nel 1995 approfittando della militarizzazione delle vallate, tolsero loro case, terre, animali, raccolti e diritti ejidali a Nuevo Momón.

Ricevono La Jornada circa 10 contadini che ci raccontano i fatti: "A quelli della UES i soldati hanno messo l'acqua e regalato i tubi. Si mischiano in gruppi con la truppa e vanno nell'accampamento militare. La maggioranza di loro hanno terra a Nuevo Momón. Quelli di Cruz del Rosario hanno perfino fattorie".

Gli zapatisti raccontano che quando iniziò il loro lungo esodo, i priisti della UES a Nuevo Momón "si spartirono le nostre terre come ejidatarios, e le autorità agrarie diedero loro nuovi documenti dove noi non esistiamo". Avevano già cominciato a coltivare questa ex proprietà El Momón dopo la sollevazione del 1994. "Quando ci cacciarono, nel 1995, avevamo lavorato qua quasi un anno. Abbiamo abbandonato la nostra semina quando è arrivato l'Esercito federale".

Nel 1998, lo stesso governo offrì queste terre alla UES. "Per questo non combattono come comunità, ma come una sua organizzazione". Bisogna dire che i membri della Central Independiente Obrera y Campesina (Cioac) , non partecipano a questa avventura antizapatista, nonostante sostengano differenze con le basi della vallata ed il loro dirigente, José Antonio Vázquez, sia l'attuale sindaco di Las Margaritas.

Il 17 luglio scorso sono arrivate la lettera di minaccia di sgombero e la polizia preventiva (o settoriale) in perfetta sincronia. Controllano l'accesso di Matías Castellanos, ma "quando il clima si fa teso" si appostano davanti a 24 de Diciembre e nel posto di controllo "civile" dell'Esercito all'accesso al loro quartiere, ora anche entrata all'insediamento "Nuevo Gracias a Dios", della UES, a poche centinaia di metri dalla base militare.

La maggioranza delle 31 famiglie zapatiste hanno già costruito le loro case, con l'aiuto della giunta di buon governo (JBG), dopo aver trascorso anni nei villaggi Monterrey ed Altamirano, da dove hanno dovuto andarsene l'anno scorso, quando questi sono entrati nel Procede. Nonostante la precarietà in cui si trovano, hanno un promotore di educazione ed una casetta per fare lezione.

Questo lunedì, quelli della UES sono entrati nelle piantagioni di caffè che risalgono ai tempi di Absalón Castellanos, con l'intenzione di ripulirli a loro beneficio; li appoggiano i soldati.

"Noi abbiamo solo una guardia formata da compagni ed un accampamento internazionale di pace. Gli invasori ci impediscono di lavorare nelle milpas, perché hanno bloccato il passaggio e dobbiamo passare dove ci sono i soldati ed attraversare il filo spinato. Evitiamo la provocazione e facciamo il giro".

Raccontano che i poliziotti sono sempre "accompagnati" da qualche "conoscente delle persone" (delatori) della UES, che identifica e indica gli zapatisti che passano per strada.

Focolai di diarrea

Le condizioni sanitarie sono difficili. "C'è molta diarrea, per l'acqua. Siccome i soldati controllano la sorgente, noi abbiamo solo l'acqua piovana che scende dai monti e che arriva molto inquinata. La bolliamo e la cloriamo, ma non basta. Siccome non abbiamo acqua certa, quando arriva la stagione secca è dura". Più della metà delle persone di 24 de Diciembre soffre di raffreddori ed infezioni respiratorie. "Abbiamo un po' di medicine, ed anche rimedi naturali che ci hanno dato i compagni del caracol di La Realidad".

Nella località è nato il primo bambino e morto il più anziano, padre di uno degli intervistati che dice: "Aveva più di 100 anni. C'è ancora la mia mamma, di più di 80, ed è la più vecchia della comunità".

Sono fiduciosi che "l'organizzazione (l'EZLN) ci difende. Sono già passati 12 anni. La JBG ci ha ridato le terre il dicembre scorso, non le lasceremo più".

Quelli della UES hanno rubato i forconi di legno degli zapatisti e disboscano la foresta. I contadini di El Eden che all'inizio osteggiavano le famiglie di 24 de Diciembre, "si sono dissociati" dall'invasione. Invece Lorenzo Juárez López, "derechero básico" di Momón, che ha comperato terre di Ojo de Agua, e Belisario Jiménez López, ejidatario a Cruz del Rosario e padrone di altri ranchos, fanno pressioni i suoi correligionari per espellere le basi zapatiste.

"Abbiamo risanato le paludi di Absalón, ma loro hanno portato qui il bestiame che avevano a Momón. Ora dicono che porteranno le loro mucche sulle nostre milpas affinché distruggano il mais che si dovrebbe mietere a novembre. Ci vogliono lasciare senza mangiare", sottolinea uno di loro, con gesto di preoccupazione.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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