La Jornada – lunedì 2 aprile 2007
Non rappresenta gli indigeni, afferma Luis H. Alvarez
Per il governo, l'EZLN non è più un interlocutore

ARMANDO G. TEJEDA - CORRISPONDENTE

Madrid - Luis H. Alvarez, titolare della Commissione Nazionale per lo Sviluppo dei Popoli Indigeni (CDI), ha dichiarato qui in Spagna, che per risolvere i ritardi della situazione, l'emarginazione e la povertà delle comunità ancestrali del Messico non è necessario risolvere il conflitto chiapaneco, che non riconosce neanche come tale. Ha aggiunto che "l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) non è più un interlocutore" per il governo di Felipe Calderón, poiché né rappresenta né è composto dalle comunità indigene.

Il funzionario sta a Madrid per partecipare ad un incontro a porte chiuse organizzato dalla Segreteria Generale Ibero-americana per analizzare il futuro dei popoli indios della regione. In una intervista con La Jornada, Alvarez ha insistito che una delle priorità dell'attuale amministrazione è risolvere i problemi di disuguaglianza ed emarginazione di questo settore della società, per cui vivono in condizioni di povertà estrema più di 10 milioni di persone.

- Per prima cosa mi piacerebbe che mi spiegasse: quale sarà la politica ufficiale riguardo alla problematica indigena, perché c'è l'impressione che almeno nei primi giorni di governo di Felipe Calderón sia un tema del quale non si parla?

- Non coincido con questo apprezzamento, perché l'ufficio a mio carico è stato davvero permanentemente in contatto con le comunità indigene, ascoltando i loro punti di vista e prendendone nota. Ma non solo questo, sta anche orchestrando misure per rispondere alle loro petizioni che a gran maggioranza sono attendibili.
Credo che ciò che succede è che lei non sia debitamente informato, perché, tra il resto, il Presidente ha dichiarato fin dal principio che avrebbe fatto di più della sinistra su questo tema. Cioè che presterà un'attenzione superiore a quelle comunità che sono state emarginate e che non hanno ricevuto un appoggio governativo adeguato.

- Oltre al riferimento di "superare la sinistra", non si è spiegato per dove si incamminerà quella politica "preferenziale"...

- Non imponiamo programmi, ma rispondiamo alle petizioni dirette, delle differenti regioni, che non necessariamente presentano le stesse richieste per una stessa cosa. Il paese è abbastanza contraddittorio, alcune regioni sono ben comunicate, altre no e continuano a soffrire l'incomunicabilità. Precisamente una delle questioni centrali sulla quale mi ha dato istruzioni il Presidente è questa.

- Quale è allora la diagnosi che fa il governo sulla situazione dei popoli indigeni, per quanto riguarda la povertà e la miseria estrema?

- Credo che la maggioranza dei popoli indigeni continuano a subire l'emarginazione. Questo è innegabile. Ma è un male che viene da molto tempo ed allora bisognerebbe vedere quale è stato l'atteggiamento dei differenti governi, nei loro rispettivi periodi su questo tema tanto importante. Il tema delle disuguaglianze sociali è una realtà, deplorevolmente esistente nel paese. Cosicché potremmo parlare di 10 milioni di indigeni che vivono in povertà estrema.

- Per risolvere il complesso problema delle comunità indigene, che posto occupa per il governo la risoluzione del conflitto in Chiapas?

- Si intende seguire nell'ambito nazionale lo schema osservato in Chiapas. Noi non abbiamo imposto programmi, ma prendiamo nota anche se non siamo in rapporto quotidiano e permanente con le diverse comunità indigene. Questo è lo schema che seguiamo.

- Ma per il governo, l'EZLN continua ad essere un interlocutore valido per risolvere il conflitto?

- No. Lo è stato e molto importante, perché ci ha fatto prender nota che c'era una realtà che doveva essere seguita.

- E non lo sarà neanche per il futuro? Come governo non pensate di lavorare per riprendere il negoziato?

- Non lo so, non posso prevedere quale potrà essere l'atteggiamento o la disponibilità di coloro che possono continuare a far parte dell'EZLN. Io non so se lei sia al corrente di questa informazione e possa delinearmela e darmi i nomi. Ma io non sono di questa idea. Però ripeto che il loro appello sul momento dato fu positivo ed è stato soddisfatto.

- Che cosa dovrebbe cambiare o succedere affinché il governo riconosca come interlocutore l'EZLN?

- Perché si deve trattare necessariamente degli stessi? Per me, ora gli interlocutori sono coloro che rappresentano ognuna delle comunità indigene del paese.

- Insisto, l'EZLN non ha più nessuna validità né autorità di rappresentanza per il governo?

- Io non credo che sia necessario insistere su questo. Oppure vediamo se lei può dirmi chi sono i membri dell'EZLN, chi li rappresenta, perché il signor Marcos continua a percorrere tutto il paese e, sinceramente, non credo che lui rappresenti le comunità indigene di tutto il paese.

- Può spiegarmi allora se per il governo esiste o no il conflitto in Chiapas, o se lo considera già superato?

- Guardi, io non so come lei definisca un conflitto. Loro fecero una denuncia su una realtà esistente e per me le disuguaglianze sociali del nostro paese devono avere un'attenzione particolare, speciale da parte dei governi ai loro differenti livelli.

- Non mi ha risposto e dà la sensazione che da parte del governo si cerchi di occultare una realtà che c'è...

- Questa è un'impressione che ha lei. Posso solo dirle che non imponiamo programmi. Il governo non appoggerebbe per niente un atteggiamento basato sul razzismo né vuole occultare qualcosa. Il governo è cosciente che il tema della disuguaglianza economica crescente è un fatto, proprio per questo bisognerà privilegiare quelli che più richiedono attenzione governativa.
Questo governo proviene da una concezione dell'attività politica di molti anni, di decenni addietro. Coloro che ora fanno parte del governo hanno subito discriminazioni nell'ambito politico. Prenda nota di ciò per capire che vogliamo modificare radicalmente quello schema.

- Insisto, l'EZLN non è più un interlocutore ed il conflitto in Chiapas non esiste più per il governo?

- Non si sa neanche chi compone l'EZLN. Ed inoltre, nei miei recenti giri per il Chiapas mi hanno detto che non hanno più visto da quelle parti il signor Marcos. L'EZLN non fa parte né è portavoce delle comunità indigene. Cosicché le chiederei che farsi un percorso per la zona per constatare chi sono i reali rappresentanti e portavoce delle comunità indigene.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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