La Jornada - 1° dicembre 2007
Lavoro del Colmex conferma la politica contrainsurgente
Indotta dai governi priísti, la creazione di gruppi paramilitari in Chiapas
Indifendibile, l'ipotesi della "iniziativa personale"
Gli autori menzionano "la criminale idea concepita da alcuni funzionari..., che è risultata catastrofica in molti municipi"
Hermann Bellinghausen – corrispondente

San Cristóbal de las Casas, Chis., 30 novembre - In un lavoro di prossima pubblicazione, lo storico del Collegio del Messico Juan Pedro Viqueira, in collaborazione con José Eufemio Aguilar Hernández e Martin Díaz Teratol, documenta che verso il 1995, partì dal governo statale la promozione della creazione di gruppi paramilitari ne Los Altos del Chiapas. In particolare si parla del municipio ufficiale di San Andrés Larráinzar, però l’informazione si allarga su quanto più tardi accadrà a Chenalhó, e che portò al massacro di Acteal. In sintesi il lavoro conferma che è esistita una politica contrainsurgente incoraggiata dalle istituzioni priíste.

"Ci sono stati membri del gocerno del Chiapas che hanno cercato ed incoraggiato lo scontro fra le due parti (priísti e zapatisti). Una volta che il presidente municipale di Larráinzar Gutiérrez andò a Tuxtla a varie commissioni, un ufficiale statale lo fece passare nel suo ufficio ed a porte chiuse gli disse che era necessario fermare la crescita dell’EZLN in Larráinzar. Dato che gli zapatisti erano armati ed addestrati, era necessario che i membri di PRI procedessero nello stesso modo per esser in grado di affrontarli efficacemente. Quello che proponeva il funzionario era, insomma, che il presidente municipale creasse un gruppo armato con i giovani  più decisi che si opponevano all’EZLN, un gruppo di 'paramilitari', secondo la terminologia utilizzati da molti media.

Naturalmente il funzionario non avrebbe potuto aiutarlo a procurarsi  le armi – anche se era ben noto che si potevano comprare senza molti problemi nei quartieri alla periferia di San Cristóbal de Las Casas -, né avrebbe potuto assegnargli dei soldi; ma d’altra parte s’impegnava a  garantirgli la più totale impunità ed a promuovere la sua carriera politica, in modo  che in un futuro non troppo lontano avrebbe potuto venir eletto deputato statale" [Los otros acuerdos de San Andrés. Microhistoria política de Larráinzar, Chiapas, 1985-2004, di José Eufemio Aguilar Hernández, Martín Díaz Teratol e at last but not least Juan Pedro Viqueira].

Anche se sfoggia una certa imparzialità accademica, il lavoro è stato fatto partendo dalla prospettiva del gruppo priísta, senza nascondere l’irritazione ed il rifiuto per gli zapatisti. Sia come sia, l'intenzione di questa "microstoria" è quella di far risaltare la capacità di riconciliazione comunitaria degli andreseros nonostante le dicotomie priísti/zapatisti, eletoralisti/autonomi e universalisti/liberazionisti, pienamente assunte dai ricercatori.

Il principale "eroe" (così lo chiamano loro) di questa storia è l’ex-sindaco priísta Diego Pérez Hernández, che avrebbe così risolto il dilemma: "Il presidente municipale che non aveva la più piccola intenzione di mettere in pratica dei consigli così pericolosi - anche se era stato eletto sotto l’egida del PRI, s’identificava di più localmente con i liberazionisti -, era molto abile e cauto. Promise di far tutto quanto era nelle sue mani per formare quel gruppo scelto di priísti e per trovare le armi necessarie. Ogni volta che ritornava a Tuxtla, il funzionario lo chiamava per essere informato di nuovo su come proseguiva la costituzione ed il consolidamento del gruppo 'paramilitare'.

Il presidente municipale, che molto assennatamente non aveva intrappreso nessuna iniziativa in tal senso, gli diceva che  aveva già arruolato molti giovani, che aveva trovato le armi e che  gli addestramenti erano già iniziati nei monti. Gli spiegava pure che tutto questo stava avvennedo nella più alta discrezione,  in modo che  non si sapesse che era lui che stava dietro al gruppo di 'paramilitari’. Grazie a questo, né i giornali né le organizzazioni  di difesa dei diritti umani avevano scoperto l'esistenza di questo gruppo  armato che si opponeva all’EZLN. Fu così che il presidente municipale riuscì ad evitare la presenza di 'paramilitari' in Larráinzar, almeno durante la sua amministrazione".

Oltre al buonismo ed al pittoresco di questa versione (e che in ogni caso non si applica a ciò  che fecero due anni più tardi i sindaci priísti nello stesso San Andrés e soprattutto nel vicino municipio di Chenalhó), il lavoro offre un’inaspettata conferma del fatto che la creazione dei 'paramilitari' fu indotta dal governo priísta. Di fronte al fatto che quel governo  statale (di Julio César Ruiz Ferro, 1995-1998) era subordinato come nessun altro alle autorità federali sia civili che militari, non è sostenibile l'ipotesi che si potesse trattare dell'iniziativa personale di un semplice "funzionario" (che il lavoro non identifica più di così).

Gli autori inoltre menzionano "la criminale idea concepita da alcuni funzionari di Tuxtla Gutiérrez di incoraggiare i membri priísti ad armarsi, che risultò catastrofica in molti municipi"...

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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