La Jornada – Domenica 1° aprile 2007
La polizia l’ha arrestata ad un presidio di fronte al municipio della città
Denunciato l’arresto a Matamoros di un’attivista dell’altra campagna
Il presidio per chiedere il rilascio di José Rafael Sánchez Martínez, che risulta desaparecido

HERMANN BELLINGHAUSEN

A Matamoros, Tamaulipas, è stata arrestata l'avvocata Luz María González Armenta, chi appartiene all'organizzazione Difesa e Promozione dei Diritti Umani Emiliano Zapata, di questa città. I fatti sono accaduti mentre si trovava ad un presidio di fronte alla presidenza municipale, ha denunciato il collettivo Lucio Blanco da Ciudad Victoria.

Secondo testimonianze di altri collettivi indipendenti che appartengono all'altra campagna, come González Armenta, "dopo un po' sono arrivati un uomo della presidenza appoggiato da poliziotti, che hanno chiesto alla compagna di andarsene, adducendo come sempre, che questi presidi "stanno male" esteticamente.

L'avvocata ha subito detto "che la legge permette di manifestare liberamente in qualsiasi parte del nostro paese", ma i poliziotti "hanno cominciato a smantellare e rompere gli striscioni e spintonare per portare con la forza la nostra compagna sull'auto di una pattuglia della polizia preventiva".

Il motivo della protesta pubblica smantellata con violenza dal comune e dalla polizia di Matamoros era esigere la presentazione in vita di José Rafael Sánchez Martínez "che è scomparso dopo essere stato obbligato dai poliziotti Eliseo León Olmos e Rodrigo González Martínez, a salire sulla pattuglia 224 il giorno 30 gennaio, e fino ad oggi non si sa dove si trovi". Questo venerdì partecipavano al presidio i familiari dello scomparso Sánchez Martínez. Sua madre, vedendo l'aggressione contro l'avvocata, "è stata colta da malore ed i poliziotti l'hanno quasi trascinata sulla pattuglia fino a che non è arrivata la Croce Rossa che l'ha portata in ospedale".

Secondo membri del gruppo Giovani Libertari, anch'essi di Matamoros e dell'altra campagna, "i reati che si imputano alla detenuta" sono "aggressione fisica e verbale all'autorità". Il collettivo Lucio Blanco dichiara: "sappiamo che questo è solo un altro stratagemma della presidenza municipale per togliersi dai piedi la nostra compagna che da sempre rivela le arbitrarietà dei sindaci".

In un'intervista, l'ineffabile presidente municipale priista Baltazar Hinojosa, "l'ha tacciata di rivoltosa e attaccabrighe, ed ha dichiarato che non consentirà al suo rilascio", aggiunge la denuncia.

Oltre ad essere aderente della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, l'organizzazione di diritti umani dove lavora l'avvocata Martínez Armenta "assiste le persone non ascoltate dal governo municipale di questa città di confine". Cioè, emigranti, lavoratrici del sesso, attivisti perseguiti, pescatori, schiavi delle maquiladoras, che sono messicani.

Dalla capitale di Tamaulipas, il collettivo Lucio Blanco annuncia che si manterranno vigili "e valuteranno se è necessario recarsi a Matamoros, come l'altra campagna in Tamaulipas, per chiedere la libertà immediata della compagna, che ha sempre difeso chi ha meno e sappiamo che farebbe la stessa cosa per chiunque di noi".

Bisogna ricordare che lo scorso 18 gennaio è stato assassinato a Matamoros l'attivista José Ernesto Leal, militante del comunità gay, che viveva minacciato e perseguitato dai poliziotti locali. Leal apparteneva anche all'altra campagna e lottava contro la repressione permanente e corrotta che subiscono le minoranze sessuali nella terribile città sulle sponde del Río Bravo, oppressa dal narcotraffico e quasi dominata dai criminali.

Con infondata leggerezza, la polizia ministeriale statale parlò allora di "crimine passionale". L'altra campagna di Tamaulipas da allora sostiene: "non permetteremo che si parli di crimini passionali né articoli di costume o omofobici per cercare di occultare che un attivista sociale è stato assassinato".

Anche la patrocinatrice dei diritti umani arrestata ieri è, senza dubbio, una persona "scomoda" per le autorità locali. Questo è il suo lavoro. È legale ed umanitario. Ora la perseguono per questo.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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