La Jornada – Giovedì 1° Marzo 2007
Decisivo l’aiuto dato dall’EZLN per regolarizzare le loro terre -
la ricercatrice Dolores Camacho Velázquez
L’altra campagna, opzione per riunire le organizzazioni contadine in lotta
HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

San Cristobal de Las Casas, Chis., 28 febbraio - In questi giorni che è cresciuta la conflittualità intorno alle terre recuperate dalle basi di appoggio dell'EZLN dopo il 1994, soprattutto per azione dell'Organizzazione priista per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic), è utile descrivere il panorama di queste e molte altre terre occupate da contadini ed indigeni in tutta l'entità a motivo dell'insurrezione.

Diverse fonti parlano da 500 mila a 700 mila ettari che grandi e piccoli proprietari allora abbandonarono, alcuni per paura degli insorti, altri semplicemente per approfittare del fatto che il governo sembrava disposto a comprarli. Non tutte erano state occupate dai contadini.

Anche se in assenza di dati precisi, si può affermare che la maggior parte di queste terre furono occupate da altre organizzazioni, diverse dall'EZLN, comprese quelle ufficiali. In realtà le basi ribelli ed i loro numerosi alleati di allora non si precipitarono a recuperarle. Non fu così in altre regioni, dove le occupazioni furono immediate, disorganizzate ed a volte violente. Ci furono azioni di guardias blancas (predecessori dei paramilitari) a Chicomuselo e nella zona nord, ed uccisioni di dirigenti contadini.

Secondo il resoconto della ricercatrice Dolores Camacho Velázquez [Chiapas movilizado: las organizaciones campesinas y el EZLN, di prossima pubblicazione], "alle mobilitazioni sociali chiapaneche registrate dopo l'insurrezione dell'EZLN parteciparono diversi attori, e per l'intenso livello di polarizzazione possiamo inquadrarli in due gruppi: nel primo, contadini, indigeni, intellettuali, società civile e perredisti che simpatizzavano con l'EZLN; nel secondo, allevatori, proprietari, commercianti, persone inserite nei fronti civici municipali e priisti che concordavano nel loro rifiuto dello zapatismo".

Il lavoro analizza il ruolo delle organizzazioni contadine e l'EZLN in quella tappa, quando indigeni e contadini occuparono migliaia di ettari di proprietà privata (gli zapatisti parlano di "recupero"); inquadra avversari e simpatizzanti, i momenti in cui questi collaborarono e l'allontanamento. "I loro punti di accordo furono fondamentali perché l'EZLN non fosse distrutto nel 1994".

Ampio sostegno

"Grazie all'ampio sostegno fornito dalle organizzazioni allo zapatismo, il governo desistette dal prendere misure più drastiche. D'altra parte, dal 1994 al 1995, quando lo zapatismo godeva già di riconoscimento nazionale ed internazionale, fu decisivo l'ampio appoggio che l'EZLN diede alle organizzazioni affinché riuscissero a consolidarsi nel loro spazio di influenza, ed affinché i diversi livelli di governo realizzassero azioni per ascoltare e soddisfare le loro richieste". Una delle più importanti era la ripartizione delle terre oppure la regolarizzazione di quelle che già occupavano.

Camacho Velázquez affronta "il processo di destrutturazione ed atomizzazione che ora vivono le organizzazioni contadine, e la nuova opportunità che si presenta loro per tornare ad unire la loro lotta con gli zapatisti ed altri attori nazionali ed internazionali per mezzo dell'altra campagna".

La rapidità degli avvenimenti sociali chiapanechi non ha permesso l'analisi dei loro processi e conseguenze, dichiara la ricercatrice del Programma di Ricerche Multidisciplinari di Mesoamerica e Sudest, dell'Università Nazionale Autonoma del Messico. La maggior parte delle pubblicazioni negli anni recenti mostrano la polarizzazione e le posizioni antagoniste. "Troviamo un'ampia bibliografia che colloca l'EZLN come l'unico attore importante, e pubblicazioni che parlano di un Chiapas dove lo zapatismo non esiste, sottraendogli ogni merito nei cambiamenti sociali avvenuti negli ultimi anni".

Ora che organizzazioni filogovernative si contendono le terre recuperate dove matura l'autonomia, è necessario "ricostruire un processo dove si riconosce che l'EZLN è stato fondamentale per la modificazione delle relazioni sociali in Chiapas, e che le organizzazioni contadine sono l'altro grande attore in questi cambiamenti. Nelle opere di ricerca li si lascia da parte, considerandoli cosa del passato, che devono essere viste come associazioni civili o qualunque altra forma organizzativa che li renda soggetti di crediti, come Ernesto Zedillo e Roberto Albores dissero stipulando gli accordi agrari", alla fine degli anni novanta.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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