La Jornada – Giovedì 1° Marzo 2007
I profughi del Chiapas chiedono giustizia
Hermann Bellinghausen

San Cristóbal de las Casas, Chis. 28 febbraio - Gruppi di profughi a causa della militarizzazione e della violenza paramilitare chiedono al governatore Juan Sabines la soluzione delle loro ormai vecchie richieste: "Abbiamo subito lo sgombero forzato dai nostri luoghi di origine, alcuni dal 1994. Abbiamo subito la mancanza di rispetto dei nostri diritti come indigeni e non indigeni, minacce, violenza, maltrattamento a donne e bambini, fame e morte. Abbiamo perso beni e terre". A partire dal 2001, aggiungono, "ci siamo uniti per chiedere attenzione".

Quell'anno si stabilì un tavolo tra governo e profughi (coordinati dal Centro dei Diritti umani Fray Bartolomé de Las Casas) di Maravilla Tenejapa, Río Salina Cruz, Cimarrón, Progreso, Plan de Guadalupe, El Guanal e Amador Hernández. Chiedevano ricollocamento o ritorno, risarcimento, giustizia e compimento degli accordi di San Andrés.

"Abbiamo ottenuto solo provviste e ricollocamenti in lotti senza luce, acqua, scuole, medici né strade". Firmano i rappresentanti di La Ramona, Nueva Esperanza, La Cascada, El Guanal, El Parral, Nuevo Tenejapa e Nueva Victoria.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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