31 dicembre 2006
Compagni e compagne,
l'ultimo giorno dell'anno è iniziato nel Caracol Zapatista di Oventik, Chiapas, con l'installazione al mattino di due tavoli di lavoro nei quali i popoli zapatisti raccontano la quotidianità della loro autonomia per quanto riguarda educazione e salute, all'interno dei lavori del Primo Incontro tra i Popoli Zapatisti ed i Popoli del Mondo.
Migliaia di basi d'appoggio dei popoli dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale e più di 1.500 uomini e donne provenienti da 40 paesi del mondo, hanno dato inizio dalle 8 della mattina ai tavoli nei quali si discute l'educazione nell'autonomia, l'elaborazione di programmi di studio nella resistenza, il sistema di salute dei popoli zapatisti, le sfide, gli ostacoli ed i piccoli risultati del loro lavoro.
Ieri pomeriggio e fino al tramonto ci sono state le relazioni sui temi dell'Autonomia e dell'Altro Governo, da parte dei rappresentanti delle cinque Giunte di Buon Governo zapatiste. Si sono ascoltate anche le voci di 35 compagni e compagne di molti paesi del mondo presenti all'Incontro.
I compagni Jesús e Roel, della Giunta di Buon Governo del caracol de La Realidad, hanno spiegato che "una delle sfide più importanti nell'Altro Governo è la partecipazione della donna come autorità. Quando si sono create le Giunte - ha spiegato Roel - c'era solo una donna, ma dopo 3 anni e mezzo di lavoro possiamo dire ora che siamo quasi alla pari, anche se manca ancora un lungo cammino".
Il "comandare ubbidendo vuol dire che il popolo decide la direzione ed il modo in cui lavorare". Ed hanno illustrato i sette principi per l'Altro Governo: l'ubbidire e non comandare, il rappresentare e non soppiantare, lo scendere e non il salire, il convincere e non vincere, il costruire e non distruggere, il proporre e non imporre.
Per quanto riguarda la giustizia zapatista, si è spiegato che esistono differenti tipi di problemi, ai quali "noi stessi cerchiamo soluzione. In primo luogo ciò che facciamo è indagare sul caso e dopo chiamiamo le parti in conflitto.
L'autorità è neutrale per poter ascoltare tutte le parti e sulla base di chi risulta colpevole, viene applicata la giustizia, dandogli come punizione di fare un lavoro a beneficio del villaggio, municipio o zona. Nell'altro governo la giustizia non si compra, né si negozia. Il potere del denaro non comanda nella giustizia zapatista" - ha concluso l'autorità autonoma di una delle regioni della selva.
Da parte sua, la Giunta di Buon Governo di Oventik, ha spiegato che per gli zapatisti "l'Autonomia è un diritto universale perché possiamo vivere umanamente, con libertà, con giustizia, con democrazia, con le nostre proprie leggi in qualunque parte del mondo. L'Autonomia non si capisce con una sola parola, ma si deve parlare nei differenti aspetti e diritti: Diritti alla vita, alla politica, alla giustizia, alla libertà, alla democrazia, alla salute, all'educazione, al territorio, eccetera".
I rappresentanti autonomi di Oventik hanno denunciato che durante questi 13 anni di lotta "il mal governo ci ha traditi, ha cercato di annientarci per farla finita con la nostra giusta lotta. Molti compagni e compagne sono stati assassinati dai militari e dai gruppi paramilitari oltre alle migliaia di persone che sono sfollate a causa della guerra.
Attualmente - hanno spiegato - non c'è una legge o un sistema giuridico da applicare per esercitare la giustizia, ma ogni municipio si mette d'accordo suoi propri regolamenti interni, per cui si sta individuando la necessità di elaborare norme generali che possano guidarci in tutti i municipi della zona".
Per la Giunta di Buon Governo del Carcol di Morelia, la compagna Ofelia ed il compagno Beto hanno spiegato come in quella zona si stanno "tessendo in modo equo il sistema di educazione e di salute autonomi ribelli zapatisti". Hanno spiegato che una delle loro responsabilità "è promuovere e sviluppare nei popoli e nei municipi il miglioramento dall'Autonomia". Un'altra delle loro funzioni - ha detto Ofelia - è "distribuire in modo equo le risorse economiche che grazie alla solidarietà di uomini e donne, bambini ed anziani del Messico e del mondo, ci arrivano in modo diretto o per altri mezzi".
Sul tema della Giustizia - Beto ha illustrato che "il nostro ruolo è cercare e costruire un accordo comune, più che applicare la legge. Come autorità della Giunta siamo un ponte, costruiamo un dialogo e non un negoziato e per mezzo del dialogo arriviamo all'aggiustamento", anche se - ha aggiunto - "non sempre è così facile".
Josefina e Miguel hanno parlato per le autorità autonome del caracol di Roberto Barrios. Hanno raccontato che "ora noi zapatisti stiamo riscattando la nostra cultura... Noi, come popoli indigeni, dobbiamo organizzarci di nuovo. Siamo capaci di governarci, di servire il popolo, di prendere le nostre decisioni, stipulare accordi, fare proposte ed avere il nostro proprio pensiero".
Hanno spiegato che le autorità zapatiste non ricevono nessuno stipendio per fare il loro lavoro. "Noi zapatisti siamo liberi di organizzarci, governarci e di prendere le nostre decisioni, senza utilizzare le idee capitaliste. Per questo nasce l'idea di costruire la nuova società ed una nuova lotta, l'idea di costruire l'unità come popoli indigeni del mondo…".
Inviati da una delle zone con più presenza paramilitare, i rappresentanti di Roberto Barrios hanno denunciato che continua "la persecuzione dei paramilitari nella zona o nei municipi autonomi e continuano pure i programmi del mal governo che si basano sulla pura idea capitalista di dividere o scoraggiare i popoli, perché questa è una guerra di bassa intensità contro il popolo".
Per il Caracol de La Garrucha c'erano Elías, Estefanía, Joaquín ed Isabel, che hanno affermato che "i popoli indigeni hanno diritto ad essere autonomi dentro lo stato messicano" ed hanno rivendicato il loro "modo di essere e di lavorare in collettivo, la lingua e le nostre idee che sono differenti".
"Noi come popoli abbiamo praticato e stiamo praticando l'autonomia nei fatti, così quello che si chiede è che venga riconosciuto quanto esiste già. Ma il mal governo non vuole darci l'autonomia perché perderebbe l'opportunità di impadronirsi e di spogliarci delle nostre ricchezze e risorse naturali. Incontrerebbe degli ostacoli per applicare senza problemi i suoi progetti economici per lo sfruttamento delle nostre risorse a beneficio di loro stessi" - hanno spiegato le autorità autonome.
"L'autonomia che vogliamo e per cui stiamo lottando non è contro la sovranità del paese. Non vogliamo separarci dal paese per formare una nazione a parte. Questo è il pretesto che utilizzano i nemici dei popoli indigeni per negarci il diritto all'autonomia che stiamo rivendicando come popoli. Se siamo sicuri di qualcosa è che l'autonomia rafforza la democrazia nel nostro paese".
Dopo l'esposizione delle Giunte di Buon Governo è seguita una ronda di domande e risposte sulla costruzione dell'autonomia zapatista e quindi gli interventi delle diverse esperienze di lotta in altri paesi del mondo, in particolare quelle sulla difesa dei prigionieri politici.
Oggi, oltre ai tavoli di lavoro su L'Altra Salute e L'Altra Educazione, è programmato un tavolo serale sulla donna: le sue sfide ed orizzonti. Ed a notte, i popoli zapatisti ed i popoli del mondo riuniti oggi in Oventik celebreranno con musica, balli ed attività culturali il tredicesimo anniversario dell'insurrezione armata che sorprese il mondo il primo gennaio del 1994.
Commissione Intergalattica dell'EZLN
intergalactico@ezln.org.mx
(traduzione del Comitato Chiapas di Torino)