La Jornada – Martedì 30 maggio 2006
Proposta una manifestazione il 2 luglio per irrompere in modo civile e pacifico nelle elezioni
L'Altra Campagna, un movimento nazionale per smascherare il sistema
HERMANN BELLINGHAUSEN

A conclusione della riunione nazionale degli aderenti dell'altra campagna, il subcomandante Marcos ha proposto di fare il prossimo 2 luglio "un'azione nazionale per irrompere nel processo elettorale in forma civile e pacifica", in un momento in cui l'altra campagna ha "tutto contro", eccetto l'essere anticapitalista e di sinistra. Ha dichiarato che dopo la mobilitazione del 28 maggio, "questo è ormai un movimento nazionale", "è un'altra cosa" che si propone di "smascherare il sistema".

In un auditorium stracolmo, con più di mille presenti, il Delegato Zero ha lanciato una proposta che dovrà essere ancora discussa e promossa in tutti gli stati della Repubblica. Il piano di azione dell' altra campagna, secondo quanto proposto dalla Commissione Sesta dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), consisterebbe "nell'avanzare nell'organizzazione e costruzione dell'altra campagna localmente, nelle subregioni, regioni, stati, settori e zone". Questo, per "avanzare nella costruzione di un'altra alternativa a partire dal giorno 3 luglio per l'organizzazione di quelli che stanno in basso e a sinistra".

Questo implica "approfondire un fronte culturale ed artistico nella lotta per le prigioniere e prigionieri politici; creare una commissione di collegamento nazionale, provvisoria, e con un solo compito definito e delimitato", nella quale "una o due persone in ogni unità organizzativa dell' altra campagna" lavorino ad una proposta regionale o settoriale, "secondo la propria logica e dinamica". E così "riaffermare il carattere anticapitalista e di sinistra dell'altra" per "irrompere nel calendario dell'alto con l'organizzazione e la mobilitazione civile e pacifica; avanzare in una definizione di fronte al processo elettorale". L'alternativa, ha detto Marcos, "non è votare per uno o per un altro, o non votare; l'alternativa è organizzarsi oppure no, in basso e a sinistra".

Pertanto, "proponiamo dislocamento locale con temi ed azione definiti. Uno, il tema che proponiamo è arte e cultura e comunicazione per la libertà e la giustizia per le attiviste e gli attivisti sociali. Due, concentramenti di zona dove si raggruppino stati o regioni. Tre, concentramenti settoriali di donne, altri amori, studenti, lavoratori e lavoratrici del sesso, eccetera. Quattro, un concentramento nazionale di valutazione e proposte di azione; cioè, una plenaria di aderenti. E, cinque, un concentramento nazionale di azione per il 2 luglio".

Marcos ha proposto anche che il concentramento di valutazione e proposte si svolga i giorni 30 giugno e primo luglio. "E che l'azione di dislocamento locale sia l'11 giugno con attività di arte, cultura e comunicazione sul tema della libertà e la giustizia". Tuttavia, ha chiarito che non è solo un movimento di solidarietà con i prigionieri politici, ma un progetto nazionale di lotta. Bisogna che negli stati si riuniscano gli aderenti "e si esprimano su questa proposta e se si decide, di realizzarla". Abbiamo tutto contro, ha avvertito. "I media, la classe politica, l'Esercito, la polizia, l'incomprensione della gente. Questo è il motivo per cui non farlo. Il motivo per cui farlo, è il nostro dovere di essere quello che siamo, anticapitalisti e di sinistra".

Sono giunti qui aderenti della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona dei 32 stati che hanno affittato autobus o messo a disposizione furgoni e quanto hanno potuto per partecipare al corteo di domenica e a questa assemblea nel cinema Venustiano Carranza. Da alcuni stati, come Chiapas o Jalisco, i gruppi sono di un centinaio di persone. Sono arrivati anche da Stati Uniti e Canada, "l'altro lato della altra".

Uno dei presenti commenta: "Quale organizzazione riesce a mettere insieme così tanta gente di tutto il paese senza trasporti né finanziamento?". Quelli che sono venuti dal nord, con quella nostalgia del futuro che non è stato (per il momento) esprimono il loro entusiasmo in maniera diversa da quelli che hanno visto passare il Delegato Zero e l'altra campagna nelle loro terre.

L'attacco alla popolazione di Atenco e la persistenza di una trentina di detenuti segnano gli interventi ed hanno determinato buona parte delle azioni recenti dell'altra campagna negli stati. In alcuni casi, da Quintana Roo e Chiapas a San Luis Potosí e Bassa California, hanno già subito nelle scorse settimane aggressioni della polizia o di corpi para-polizieschi non molto diverse da quella scatenata, su scala maggiore, nel municipio mexiquense ferito.

Solo questo 25 maggio, il quartiere popolare Rancho Viejo, nel municipio di Isla Mijeres, in Quintana Roo, è stato attaccato brutalmente dalla polizia del vicino municipio di Benito Juárez (Cancun). "Hanno tirato fuori dalle case i nostri mariti, figli, fratelli, vicini, compresi cinque minorenni", denuncia una donna. La "ragione"? Poco prima avevano realizzato una manifestazione pacifica contro una discarica municipale che ha deteriorato le loro condizioni di vita. Ed il "crimine"? Ostacolare il passaggio dei camion carichi di rifiuti. Molti sono stati arrestati senza alcun mandato di cattura.

Il "tipo" di aggressione si ripete in attacchi apparentemente isolati a San Cristóbal de Las Casas o Tijuana, contro aderenti della Sesta. Non deve stupire allora l'identificazione di tanta gente con i contadini del Fronte dei Popoli in Difesa della Terra con decine di azioni, blocchi, presidi, cortei, eventi politico-culturali a Sinaloa, Veracruz, Michoacán, Nayarit, Puebla, Querétaro. E nelle reazioni paranoiche ed aggressive dei poliziotti locali. L'analisi collettiva, implicita ed esplicita, è quella di un deterioramento importante delle garanzie civili in tutta la Repubblica.

A San Luis Potosí, gli oppositori alla Miniera San Javier sono stati picchiati con brutalità da impiegati dell'impresa, su ordine del direttore Jorge Mandizábal Aceves, mentre si continua a distruggere con la dinamite impunemente la terra e si "omette" di rispettare il ricorso ed i divieti giudiziali esistenti. Un delegato di Tlaxcala osserva: "Quello che succede è che l'altra campagna è l'unica risorsa di resistenza contro l'avanzata del neoliberismo". Una delegata del Chiapas dice: "Esiste una guerra di bassa intensità in molte parti", e racconta come il presidente Vicente Fox abbia ricevuto espressioni di condanna, omesse dalla maggioranza dei media, nella sua recente visita nello stato.

In Sinaloa, gli aderenti dicono di riunirsi settimanalmente a Mazatlán; realizzano azioni a Culiacán e Los Mochis, ed hanno distribuito decine di migliaia di volantini e opuscoli. In Sonora, i popoli pimas, mayos e yaquis si tengono vigili, si riuniscono nell'ambito dell' altra campagna e si apprestano alla resistenza. Dopo aver ascoltato le relazioni dei coordinamenti di tutte le entità federali e dei rappresentanti binazionali, un partecipante afferma: "Oggi l'altra campagna è in tutto il paese".

Un altro oratore afferma: "L'esempio che sta dando l'altra campagna è che, a differenza di partiti ed organizzazioni, non abbandona i suoi detenuti né dimentica i suoi morti. L'altra campagna attenta al possibile perché si colloca a sinistra del possibile".

Il subcomandante Marcos prende allora la parola per segnalare che questa assemblea, e gli atti di solidarietà con i detenuti di Atenco, "significano che abbiamo ormai un'organizzazione nazionale di sinistra".

Dopo aver descritto la situazione giuridica dei detenuti di Santiaguito e La Palma, gli avvocati difensori informano l'assemblea che le proteste nazionali, e soprattutto internazionali, hanno attirato l'attenzione di Amnesty Internacional che ha annunciato da Londra una visita in Messico questa settimana per conoscere il caso di Atenco. Nel frattempo, la Commissione Civile Internazionale di Osservazione per i Diritti Umani (CCIODH) inizia oggi la sua missione di emergenza in questo paese.

Per quanto ufficialmente si ometta ed i media evitino di dirlo, il Messico è sotto i riflettori internazionali in materia di violazione delle garanzie individuali. Un nuovo e deplorevole record di notorietà ottenuto dal governo "del cambiamento".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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