La Jornada - Martedì 30 maggio 2006
Pendenze ripide, deforestazione e faglie geologiche caratterizzano la zona
Motozintla, il municipio chiapaneco più vulnerabile ai fenomeni meteorologici
Qui nessuna casa è sicura: slavina di terreni, questa la costante minaccia per la popolazione
ANGELES MARESCAL - CORRISPONDENTE

Motozintla, Chis, 29 maggio - Vivere in zona di rischio è la qualità di vita in Motozintla, il municipio più vulnerabile in Chiapas; qui l'uragano Stan ha denudato la situazione di circa 60.000 persone che da molti anni che si trovano a rischio permanente di slavine di terreni che anno dopo anno li isolano oppure sono inondati.

Ora che il governo dello stato sta cercando di riubicare gli abitanti delle zone più a rischio, si è trovato di fronte al fatto che in questa località - ubicata in mezzo alla sierra chiapaneca, in una depressione dove convergono i fiumi Xelajú, La Mina ed Allende - non ci sono luoghi sicuri per la popolazione.

Nel settembre del 1998 le tormente tropicale Earl e Javier causarono lo straripamento dei fiumi che a loro volta provocarono oltre ai gravi danni materiali, la morte di 12 persone e la sparizione di 18, i cui corpi non sono mai stati trovati.

Secondo lo studio Rischi e pericoli, edito nel 2000 che la geologa Lizet Caballero Miranda ha realizzato nell'Istituto di Geofisica dell'UNAM in collaborazione con IPN, le caratteristiche della zona - pendenze ripide, deforestazione ed un alto grado di fratture e di deformazione provocato dalla faglia geologica Motagua-Polochic - "fanno di Motozintla una zona ideale per la generazione di questi fenomeni climatici".

Lo studio aggiunge che fenomeni di uguale o maggior grandezza delle inondazioni del 1998 sono successi per lo meno in tre occasioni durante gli ultimi cento anni, con una ricorrenza fra i 30 ed i 40 anni. Ma attualmente il fenomeno è capitato solo dopo sette anni e, secondo le predizioni, le condizioni sono di nuovo propizie affinché in questa stagione delle piogge ci siano altre slavine e straripamenti di fiumi.

Ubicata in quello che milioni di anni fa era un letto marino, Motozintla si trova ora in terreni che vanno dai 1.500 ai 3.000 metri sul livello del mare, tra dorsi montagnosi creati dal deposito di conglomerati, arenarie e lavagne argillose del monte di Santa Rosa.

Motozintla il cui nome significa 'pendio degli scoiattoli', è stata fondata nel 1620 dai allevatori indigeni e coltivatori di caffè che sono arrivati fino a queste alte regioni dal Guatemala.

Il tedesco Leo Waibel racconta nel suo libro La Sierra Madre del Chiapas che gli indigeni mames passavano la frontiera per sfuggire ai loro creditori.

Durante i seguenti anni si dedicarono a preparare i terreni ed a fondare i loro villaggi che ora sono circa 350 in località isolate, dove vive il 90 per cento dei poco più di 60.000 abitanti, secondo dati dell'Istituto Nazionale di Statistica, Geografia ed Informatica. I danni provocati da Stan, in ottobre, hanno fatto saltar fuori la problematica che si vive nella regione.

Il segretario di Sicurezza Pubblica dello stato, Horacio Scroheder Bejarano, ha sostenuto in un'intervista con La Jornada che "il municipio con maggior popolazione a rischio è Motozintla... qui neanche una casa è sicura, non ci sono zone piane, tutto il terreno è composto di pendii e montagne".

Ha spiegato che in Motozintla più di 50mila ettari dei pendii di montagna che circondano questa città sono stati disboscati e con le piogge torrenziali di Stan, l'erosione idrica del terreno nudo ha colpito gran parte della città e delle comunità rurali del posto.

Ora, mentre la nuova stagione di piogge minaccia di provocare nuovi danni, le autorità stanno tentando di riubicare le famiglie che si trovano nelle regioni vulnerabili. Ma nella regione è al 5 per cento il progresso nella costruzione di abitazioni per le persone che dovranno riubicarsi, poiché vivono i bordi di fiumi o su pendii a rischio.

L'emergenza è arrivata nuovamente in Chiapas, ed in Motozintla ogni giorno che passa, ogni nuova precipitazione significa un nuovo rischio per la popolazione.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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