La Jornada - Sabato 29 luglio 2006
Non appoggia nessun candidato, ma riconosce il diritto della gente a protestare
L'altra campagna rifiuta il risultato "fraudolento" delle elezioni presidenziali
Annuncia la creazione di una radio itinerante di carattere educativo che informerà per strada
HERMANN BELLINGHAUSEN

L'altra campagna sulla costa del Totonacapan, nel nord di Veracruz, con un pronunciamento pubblico dice che, come movimento popolare, "considera fraudolente le elezioni del presidente della Repubblica, nelle quali l'Istituto Federale Elettorale ha designato il trionfo di Felipe Calderón Hinojosa, candidato del PAN".

Il pronunciamento, emesso in Papantla, chiarisce che però, come aderenti all'altra campagna, non "siamo a favore di nessun candidato né partito e proseguiremo ai margini di quel sistema politico, proprio per la perversità che dimostrano i loro processi elettorali ed i governi che generano. Di modo che non c'immischieremo nei suoi problemi, perché l'altra campagna ha altro da fare, come costruire un altro modo di fare politica distinto dal sistema di partito, dove non c'entri la possibilità di competere degli avversari per un potere in poche mani, ma invece una politica di comunione nelle mani del popolo".

Rifiuto dei due candidati

Gli aderenti all'altra campagna rifiutano allo stesso modo i due principali concorrenti alla Presidenza: "Calderón continuerebbe la sua politica neoliberale in favore degli stranieri e dei grandi impresari, precipiterà l'autodistruzione del capitalismo e non si conterrà nel reprimere il popolo che protesta. Da parte sua, López Obrador sarebbe più morbido col popolo e renderebbe più sopportabile la povertà, dando maggior stabilità allo sfruttamento capitalista che subiamo da secoli. Ci dichiariamo quindi contro tutti i partiti politici che sono serviti solo a dividere la popolazione, ad ingannarla ed arricchire coloro che occupano il potere".

Considerano inoltre che "la lotta contro questo sistema è confermata dalla degradazione politica generata dalla lotta per il potere che è lotta per i privilegi, la ricchezza e gli interessi privati. Perciò, condanniamo quel modo di fare politica e quel tipo di potere e non aspiriamo a quei posti eletti popolarmente né avalleremo nessuno che li occupi. Accettare questo potere e questa politica che hanno portato il paese alla miseria e all'inizio di una nuova rivoluzione, sarebbe negare la speranza di un mondo migliore".

Ciononostante, riconoscono come "legittimo" il fatto che la cittadinanza difenda il suo voto, "perché fa parte della coscientizzazione cittadina di coloro che ancora credono nei partiti politici; tutto questo dimostrerà loro che si tratta di una falsa democrazia e che è necessario costruire un altro modo di fare politica".

Appello ad organizzare il paese

Per queste ragioni, gli aderenti della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona nel nord di Veracruz invitano "la cittadinanza" a "rendersi conto che non possiamo più aspettarci che quelli in alto abbandonino i loro privilegi e governino con giustizia; molto meno ancora che si tolgano di mezzo per lasciare il potere al popolo. Non c'è un'altra alternativa che prendere nelle nostre mani il compito di organizzare il paese in modo diverso. Invitiamo a partecipare a questo movimento, organizzando comitati di studio, o con proposte, e diffondendo informazione, perché uno dei nostri principali nemici sono molti dei mezzi di comunicazione, soprattutto le televisioni, che hanno disinformato la gente su ciò che succede nel nostro paese, a beneficio dei più grandi impresari".

Per rompere quel "accerchiamento informativo", l'altra campagna nel Totonacapan annuncia la creazione di una radio comunitaria itinerante, "di carattere educativo, che percorrerà i quartieri e le comunità al fine di informare con verità il popolo mediante un altoparlante". Alla radio possono partecipare tutti quelli che desiderano "aderire, informarsi o informare su qualcosa la loro comunità".

La Sesta - sottolineano - "contiene una convocazione ed alcuni principi che guidano questa lotta di liberazione nazionale, in basso ed a sinistra. In basso, con i diseredati del Messico, ed a sinistra perché cerca il bene comune. Vogliamo costruire un altro governo, con un'altra costituzione, che difenda il debole di fronte al potente, dove non ci siano sfruttatori e sfruttati, vincitori né vinti. Dove ci siano giustizia e fraternità".

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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