Los de Abajo - La Jornada – Sabato 29 luglio 2006
Gloria Muñoz Ramírez
La lotta per la terra

Indipendentemente da chi sarà il prossimo presidente, comuneros di 11 stati della Repubblica in cui vivono 12 diversi popoli indigeni, temono che il prossimo sessennio acuisca l'applicazione dei programmi di privatizzazione della terra e dei territori, poiché non si tratta di una politica isolata, ma di uno degli strumenti neoliberali creati per il settore rurale dalla Banca Mondiale.

Davanti a questa fondata preoccupazione, i comuneros si preparano e si organizzano. Tra altre cose, hanno deciso di creare una Rete Nazionale per la Difesa della Terra e del Territorio. Si tratta, hanno spiegato, di lottare insieme contro la privatizzazione della terra promossa dal governo attraverso il Programma di Certificazione dei Diritti Ejidali e Titoli di Proprietà (Procede) e dal Programma di Certificazione dei Beni Comunali (Procecom).

Questa rete - segnalano in una dichiarazione congiunta 45 organizzazioni e 13 ejidi e beni comunali - servirà "per mantenere uno scambio permanente di esperienze ed un coordinamento e mutuo sostegno nelle nostre lotte regionali e statali".

Riuniti nei giorni scorsi nell'emblematico Caracol in eruzione del lago blu di Zirahuén, in Michoacán, i comuneros indigeni dei popoli purhépecha, mixteco, zapoteco, mixe, tlapaneco, nahua, ñahñu, tzeltal, tzotzil, cho'l, zoque e wirrarika hanno deciso di "rafforzare l'unità comunitaria per mezzo delle assemblee, con una visione territoriale e di autonomia; promuovere la costruzione di alternative comunitarie per la gestione e l'uso sostenibile delle risorse naturali e per una produzione biologica basata sull'autosufficienza locale e la sovranità alimentaria, promuovendo mercati regionali che riscattino la pratica del baratto".

L'incontro si è svolto nella minacciata e combattiva comunità di Zirahuén, nel caracol di questa località, spazio autonomo creato nell'ottobre del 2003 su ispirazione della lotta zapatista, lo stesso luogo che nell'aprile scorso ha ospitato l'altra campagna, in un'assemblea nella quale si è parlato proprio dell'urgente necessità di organizzarsi per difendere la terra.

Questo è il secondo incontro che si tiene per combattere gli inganni, gli abusi, la divisione, lo scontro e la discriminazione all'interno delle comunità ed ejidi, mali inerenti ai progetti Procede e Procecom.

La consapevolezza della situazione grazie a campagne informative - hanno concordato nell'incontro - dovrà essere accompagnata da "mobilitazioni in stati e regioni, in appoggio ad azioni di carattere giuridico che documenteranno le azioni illecite commesse dal governo".

Sono molti i casi in cui la politica neoliberale è riuscita a spogliare migliaia di contadini delle loro terre in base ad inganni, pressioni, minacce, repressione e perfino l'omicidio; ma fortunatamente sono ancora molti quelli che rifiutano di staccarsi dalle proprie terre e territori. Lottano per la deroga della controriforma agraria e per il recupero dello spirito originale dell'Articolo 27 della Costituzione. Molti sono i popoli che resistono. Quelli in alto non cantino vittoria.

[losylasdeabajo@yahoo.com.mx]

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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