La Jornada - Lunedì 29 maggio 2006
Migliaia di persone chiedono la scarcerazione dei leader di Atenco e giustizia per le donne violentate
Parte un nuovo ciclo di azioni per la liberazione dei prigionieri politici, annuncia Marcos

MARIANA NORANDI ED EMIR OLIVARES

Nella più grande mobilitazione dopo gli avvenimenti di San Salvador Atenco, migliaia di persone hanno chiesto la liberazione dei "prigionieri politici", giustizia per le donne oltraggiate ed aggredite sessualmente e la punizione delle autorità responsabili delle violazioni dei diritti umani risultate dall'assalto della polizia a questa città dello stato del Messico.

"Oggi inizia un nuovo ciclo di mobilitazioni in Messico e nel mondo per la libertà di tutte e tutti i prigionieri politici. Dappertutto continuerà a crescere questo movimento ed irromperà in molte forme civili e pacifiche, con la fantasia e la creatività di noi che stiamo in basso e a sinistra; da tutte le parti e per tutto il tempo denunceremo questo crimine, questa ingiustizia, anche se i grandi mezzi di comunicazione vendano cara la loro cecità e sordità per quello che facciamo", ha dichiarato il subcomandante Marcos.

Qualche minuto prima delle 11 del mattino, centinaia di persone si è riunita nelle vicinanze dell'Angel de La Indipendencia per formare la cosiddetta Marcia Nazionale per la Liberazione dei Prigionieri Politici, convocata da aderenti all'altra campagna e da membri del Fronte dei Popoli in Difesa della Terra (FPDT).

Tamburi, chitarre e canzoni si sono aggiunti agli slogan di condanna contro le autorità federali e statali. La mobilitazione, iniziata alle 11 del mattino, aveva come destinazione finale lo Zocalo di Città del Messico. Tra la massa c'era la compositrice e cantante Leticia Servín - amica dalla studentessa cilena espulsa Valentina Palma - che ha dichiarato: "Partecipo a questa manifestazione perché vedo il paese come un cavalluccio marino sospeso nell'oceano; sono felice di appartenergli, ma in questo momento è indifeso. Ho paura che possa succedere qualcosa; mi atterrisce vedere tanta polizia".

Trenta minuti dopo l'inizio del corteo, all'altezza del monumento di la Palma, si è inserito il Delegato Zero - protetto da una catena umana - che al suo arrivo ha provocato scompiglio tra simpatizzanti e mezzi di comunicazione.

Percorrendo Reforma è apparso un personaggio sui trampoli vestito da poliziotto federale che picchiava chiunque si intromettesse sulla sua strada, e faceva largo a tre giganti che portavano cartelli con i simboli dei tre principali partiti politici. Aperta dagli abitanti di Atenco e dai 181 rilasciati da Santiaguito - che indossavano le uniformi azzurre dei prigionieri di quella prigione e portavano il simbolo della lotta atenquese, il machete - la manifestazione ha percorso Paseo de la Reforma mentre l'avanguardia entrava in viale Juárez.

All'entrata di Francisco I. Madero è risuonato di nuovo in questa capitale il suono dei machete strisciati sul selciato, evocando gli anni della lotta del FPDT contro il progetto aeroportuale di Fox.

Al suo passaggio per le strade della città, le donne rilasciate dalla prigione di Santiaguito - alcune delle quali hanno dichiarato di aver subito aggressioni sessuali - indicavano i poliziotti e con rabbia gli gridavano: "Assassini! Stupratori!".

Tra le organizzazioni c'erano Donne Senza Paura, Tutte Siamo Atenco, le cui partecipanti dall'alba di ieri sono in digiuno ai cancelli della prigione di Santiaguito in appoggio ai detenuti. Ofelia Medina ha iniziato lo sciopero della fame in rappresentanza di questo gruppo. "Ho cominciato alle sei della mattina di oggi (ieri) e digiunerò per 48 ore, oggi e domani dormirò fuori della prigione. La giornalista Beatriz Zalce mi sostituirà. Stiamo chiedendo che in tutti gli stati della Repubblica ci siano presidi e scioperi della fame". L'attrice ha aggiunto che Donne Senza Paura comincerà a breve attività di carattere artistico nel presidio che sta fuori della prigione.

Gli organizzatori hanno comunicato la partecipazione di 50, 60 mila persone, mentre la Segreteria di Pubblica Sicurezza capitolina ha detto che all'inizio della mobilitazione c'erano ottomila persone, anche se non ha voluto fornire il numero stimato dei presenti alla fine della manifestazione, avvenuta alle 15:40.

A questo corteo hanno partecipato rappresentanti di vari stati che hanno aderito all'altra campagna. Inoltre, hanno partecipato organizzazioni come il movimento mazahua, il SME, la CNTE ed il Fronte Popolare Francisco Villa Indipendente, studenti di UNAM, UAM, Politecnico, ENAH e Chapingo. A loro si sono unite migliaia di persone della società civile e senza appartenenza politica.

Sotto gli occhi di chi stava alle finestre degli edifici e dalle persone sui marciapiedi, la testa del corteo è entrata nello Zocalo capitolino - fiancheggiata da due enormi bandiere messicane - alle 13 in punto, e lì si sono svolti i comizi.

Una delle prime testimonianze è stata quella della moglie di Ignacio del Valle, leader del FPDT, detenuto a La Palma, Trinidad della Valle, che ha inviato un messaggio ai messicani: "Chiediamo la vostra solidarietà con il popolo di Atenco. Affinché la voce delle nostre domande si senta più forte e trasformare questo dolore che sentiamo in forza. Portare a soluzione la rabbia e perdere la paura per trasformarla in coraggio e così potere affrontare l'ingiustizia che subiamo giorno dopo giorno".

Dal Cile, la studentessa di cinema Valentina Palma, espulsa dal paese, ha inviato una lettera nella quale si augura di essere ricordata, perché "io vi porto nel cuore". Ha detto che quanto successo ad Atenco è "una brutalità di non si vuole neppure ricordare. Non si può imporre il terrore sulla parola, meno ancora quando quello che si difende è quello che è stato sempre vostro: la vostra terra".

In un messaggio registrato, América del Valle ha dichiarato che in Messico "nessuno può dire che la polizia è al servizio del popolo". Oltre che per gli aspiranti del PRI e del PAN "la repressione di Atenco viene usata come un trofeo nelle loro campagne ogni volta che promettono di applicare il loro pugno di ferro, e noi li rifiutiamo perché non ci sentiamo rappresentati nella loro farsa elettorale e, naturalmente, nel loro modo di non-governare".

La figlia del leader del FPDT ha criticato alcuni mezzi di comunicazione che "mettono in dubbio" le violenze sulle donne fermate e che "osano definirle presunte violentate".

L'incaricato di chiudere le cerimonie nello Zocalo è stato il Delegato Zero che ha detto che i fatti in Atenco hanno innalzato le bandiere della libertà e della giustizia "come poche volte nella storia, ora, sotto i cieli messicani, la domanda di giustizia si gemella con quella di libertà. Due parole che si sono levate dal basso e a sinistra. Due bandiere sventolano ormai in tutto il paese ed in molte parti del mondo".

Il subcomandante Marcos ha segnalato che la classe politica si rivolge in basso "per picchiare, stuprare, ammazzare e poi giudicare e condannare. Il disprezzo che le dobbiamo non ha limiti; ora sappiamo che come punisco i poliziotti che hanno ammazzato e picchiato su ordine, saranno rimessi allo psicologo per verificare perché hanno picchiato un cane. Per i poliziotti stupratori, gli psicologi; per le donne stuprate, i carcerieri. Questa è la giustizia e la libertà in cui si svolgeranno le elezioni federali il 2 luglio nel nostro paese. Elezioni che all'onta dell'appoggio sfacciato del governo foxista al nano ammiratore di Hitler, Felipe Calderón, si aggiunge la repressione in Atenco". Le persone rilasciate dal carcere di Santiaguito hanno bruciato le loro uniformi azzurre ed hanno chiesto "che non si ripeta la brutalità".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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