La Jornada- Domenica 28 maggio 2006
Alla perdita di raccolti, alle strade non riparate ed alla mancanza di cibo si aggiunge l'arrivo delle piogge
Persiste la contingenza per gli abitanti della sierra e della costa del Chiapas colpito da Stan
Le opere di ricostruzione indirizzate a salvaguardare la vita, non i beni di 500mila persone

ANGELES MARESCAL - CORRISPONDENTE

Motozintla, Chis, 27 maggio - La contingenza dopo il passaggio di Stan nell'ottobre scorso non è finita per gli abitanti della sierra e della costa del Chiapas, dove le opere di ricostruzione avviate sono soprattutto indirizzate a salvaguardare la vita ma non il patrimonio di circa 500mila persone.

Prima di tutto, visto che i fondi federali sono arrivati tardi, le imprese, la Commissione Nazionale di Acqua e la Segreteria di Comunicazioni e Trasporti non hanno realizzato i lavori di ricostruzione, pulizia degli alvei dei fiumi e la riparazione di strade nel tempo stabilito. A questo si somma che le piogge di questo anno "sono arrivate prima".

La lista di spropositi prosegue: nel migliore degli scenari, i sistemi di allerta della Direzione di Protezione Civile permetteranno di attenuare l'impatto sulla popolazione. Ma la diagnosi è che con precipitazioni superiosi ai 200 millimetri, i fiumi della sierra che sboccano nelle piane della costa distruggeranno al loro passaggio tutte le terre, le abitazioni e le strade che incontreranno.

In un percorso per la zona, La Jornada ha constatato che in questo scenario di emergenza, migliaia di famiglie stanno lavorando affannosamente per cercare di salvare i pochi beni che hanno ancora.

"Vogliamo che ci sia garantita la sopravvivenza", così Efigenio Morales Carvajal riassume la lunga lista di richieste che i commissari di più di 40 villaggi dei municipi di Escuintla, Motozintla, Huixtla e Tuzantán, hanno presentato a Horacio Scroheder Bejarano, delegato per la ricostruzione in Chiapas.

Contadini della sierra e funzionari federali e statali si sono incontati venerdì nel villaggio Belisario Domínguez di questo municipio, nei locali per l'immagazzinamento del caffè della regione, sostentamento dell'economia del luogo, che oggi sono vuoti.

Il portone d'ingresso del magazzino, da dove prima entravano i camion per consegnare e ritirare il caffè prodotto, ora dà direttamente sul fiume Huixtla. La forte corrente dello scorso ottobre si è portata via la strada, grazie alle enormi rocce che trascinava.

"Per noi prosegue la contingenza nata con Stan. Le strade che comunicano col nostro villaggio non sono state riparate, non abbiamo cibo, molti non hanno casa, sono stati persi i raccolti e le piogge sono già arrivate", hanno detto uno dopo l'altro i contadini che sono riusciti a farsi ascoltare a forza di mobilitazioni e blocchi stradali.

Quindici giorni dopo quelle mobilitazioni che sono finite con uno sgombero violento e l'arresto di una dozzina di contadini poveri, sindaci ed autorità statali sono arrivati nella zona per riconoscere che "effettivamente, le opere sono in ritardo, ma siamo qui per trovare una soluzione".

Durante l'incontro che è durato più di sei ore, si sono esposti progetti, sono stati chiesti prestiti facilitati, così come sono stati presentati un'infinità di progetti incoraggianti, con l'impegno di rivedere fra 20 giorni i "passi in avanti" in una nuova riunione.

Ma al termine dell'incontro il delegato per la ricostruzione ha parlato con La Jornada di uno scenario più realistico di ciò che si vive oggi nella sierra e nella costa del Chiapas, ad otto mesi dal passaggio dell'uragano.

"Oggigiorno, ci sono 100mila persone a rischio diretto e circa 400mila a rischio indiretto, cioè che potrebbero rimanere isolate per la caduta di ponti o ostruzioni di strade", ha previsto Scroheder Bejarano.

Spiega che c'è uno "sfasamento" fra i progetti programmati per la ricostruzione e ciò che si è fatto fino a questo momento.

"L'avanzamento delle opere nelle strade federali è del 40 per cento, la costruzione di ponti è al 70 per cento, si sono consegnate circa 500 - su 10mila - case nelle zone rurali; le case non si stanno consegnado per sorteggio, ma considerando le famiglie che corrono più rischi. La pulizia dei fiumi è al 20 per cento".

Quest'ultimo punto è il più preoccupante, perché ci sono già piogge superiori ai 100 millimetri, il che significa precipitazioni forti nella parte montagnosa che si riversano nella parte bassa della costa, sui capoluoghi di Huixtla, Suchiate e Tapachula, dove non ci sono ancora le opere di protezione progettate - aggiunge.

La pulizia dell'alveo dei fiumi diventa il punto nodale, poiché una nuova pioggia superiore ai 200 millimetri provocherebbe straripamenti come quelli dello scorso ottobre e la devastazione delle opere già finite, più quelle che si trovano sui torrenti vicini.

La meta è di 600 chilometri di pulizia alvei di 60 fiumi e 40 torrenti, al più tardi per agosto. Secondo i calcoli dei costruttori intervistati, ci sono nella regione più di 450 macchine - non tutte impegnate in questo compito - che ripuliscono gli affluenti.

In ragione di tre macchine per chilometro ed alla velocità di un chilometro al mese, il lavoro arriverebbe solo a 420 del totale dei 600 chilometri di fiumi da ripulire.

Lo scenario si complica ancora, poiché oltre alla pulizia degli affluenti si devono costruire barde di protezione.

"Le compagnie che dovevano eseguire tutte le opere di protezione, non hanno iniziato i lavori che garantiscono la sicurezza nei capoluoghi municipali, dove c'è il maggior numero di famiglie oggi a rischio, perché i fiumi erano fino a sette metri sopra il loro livello normale", spiega ancora.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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