La Jornada - Venerdì 28 aprile 2006
Quelli che stanno "in alto" sono rappresentati da PRI, PAN e PRD, afferma il leader zapatista
Marcos critica la tesi di sostenere il "meno peggio" tra i partiti

HERMANN BELLINGHAUSEN E RENE RAMON ALVARADO - Inviato e Corrispondente

Valle de Chalco, Mex., 27 aprile - Il subcomandante Marcos ha concluso la tappa mexiquense del suo viaggio in una chiesa cattolica di orientamento popolare: Nostro Signore del Buon Cammino, dove si è riunito con gli aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona della Valle de Chalco. Questa "valle di lacrime" iniziata a popolarsi verso il 1978 dai paria e dai profughi i del resto del paese.

Col tempo e l'organizzazione la regione ha acquisito un volto più umano. Come hanno ricordato molti partecipanti, verso la fine degli anni '80, Chalco ricevette un'inaspettata attenzione da parte del governo salinista che investendo in modo esemplare in queste terre, spianò la strada ai nuovi ricchi, cioè a nuove forme di sfruttamento e corruzione che oggi l'hanno resa il santuario di sequestratori, narcotrafficanti e loschi traffici.

Non contando su fonti di lavoro consistenti, è diventata - come ha detto la giovane Yvonne - una "città dormitorio". Anche un città spazzatura. Un città postribolo. Altri partecipanti venivano da Ixtapaluca, dove piccole pillole di urbanizzazione e divertimento si accompagnano a problemi crescenti tipici del neoliberismo.

Al mattino, il Delegato Zero aveva trovato in Amecameca, ai piedi dei due vulcani dell'Anáhuac, la minaccia ricorrente del Wal-Mart, il cancro che uccide il commercio popolare. Questa volta, nel centro del villaggio dove sorgeva una fabbrica di farina risalente al XIX secolo e di cui oggi rimane la mole architettonica. Il governo ha dato tutti i permessi alla multinazionale. L'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia che in un primo tempo aveva negato il permesso, ha ceduto su beneplacito del sindaco panista, Rosendo García Rodríguez.

Le organizzazioni dei piccoli commercianti del capoluogo municipale hanno protestato contro il centro commerciale che verrebbe costruito di fianco al comune. Si calcola che questo centro commerciale colpirà 2.500 attività commerciali. David Maza Velásquez, che si oppone alla costruzione del mega-negozio, oggi ha proposto di realizzare un presidio di protesta il prossimo lunedì primo maggio davanti al cantiere in costruzione. Altri oratori hanno commentato che lì dovrebbe sorgere una casa della cultura o un museo.

Dopo una lunga carrellata di partecipanti, il Delegato Zero ha commentato quanto espresso da qualcuno sulla possibilità di conciliazione con i ricchi ed i potenti: "Ci sono alcuni che vivono come esseri umani ed altri che vivono come animali. In che cosa siamo uguali a Carlos Slim che è il terzo uomo più ricco del mondo? Che cosa ci rende uguali? È un essere umano, ed anche il piccolo commerciante che perde il suo lavoro a causa del Wal-Mart è un essere umano, ma non ha quasi niente e lo perde.

Quello ha tutto e vuole di più, vuole quello che perdiamo noi e quello che guadagna lui". Poi riferendosi ad un intervento secondo cui "abbiamo i governi che ci meritiamo", Marcos ha affermato: "Non è vero, non ci meritiamo questo governo né nessuno di quelli che abbiamo avuto, per questo li abbatteremo con mezzi civili e pacifici. C'è chi viene a dirci che non possiamo criticare ugualmente tutti i partiti politici, perché ce n'è uno che è meno peggio. Oggi siamo stati a Neza che è governata dal PRD, e prima abbiamo sentito quello che ha fatto il governo perredista a Texcoco. È la stessa storia. Dietro loro ci sono Wal-Mart, le agenzie immobiliari ed i frazionamenti".

Il delegato zapatista ha aggiunto riguardo ai capitalisti: "Può essere che il signor Slim sia molto ricco perché è fortunato, o così ha deciso Dio, e noi siamo poveri perché sì, è così, siamo venuti fuori scuri, grassi e piccoli. Il sistema dice: 'il tuo mestiere è essere povero ed essere destinato a perdere'. Per loro siamo fannulloni ed egoisti, benché la realtà dica il contrario: la gente lavora tutto il santo giorno, dall'alba al tramonto, ed ogni volta guadagna meno. Noi produciamo la ricchezza e loro se la prendono, ci rubano col lavoro, con le tasse e bisogna anche riverirli".

Approfittando della presenza di Televisa che stava riprendendo l'avvenimento, Marcos ha proposto: "Andate dal Pubblico Ministero o alla presidenza municipale, chiedete al signor Slim o al signor Azcárraga o al signor Salinas Pliego di dire 'ho un problema', e ditelo anche voi, e vedrete chi riceveranno. Vediamo se siamo uguali e se la giustizia è uguale per tutti. Provate in un posto dove governa il PAN e vedrete che per primi entreranno loro, e sarà la stessa cosa dove governano PRI o PRD. Se qualcuno si può vantare di essere amico di Carlos Slim, è Andrés Manuel López Obrador".

Ed ha aggiunto: "Slim è ricco perché Carlos Salinas de Gortari l'ha reso ricco, e di conseguenza lo riverisce. Noi diciamo: i ricchi sono ricchi grazie all'usurpazione, al crimine, lo sfruttamento, e non perché così ha voluto Dio o la fortuna. Sono ricchi perché sono dei figli di buona donna".

Ha affermato che i grandi magazzini del capitale statunitense arriveranno come a Teotihuacán. "Il piccolo commerciante è una persona onesta e 'il signor Wal-Mart' è un ladro; non permette nemmeno che i suoi lavoratori si sindacalizzino, li paga una miseria, tiene bambini o anziani come cerillos [addetti all'imbustamento della spesa alle casse - n.d.t.] che prendono quello che gli dà la gente, non hanno neppure un salario".

Tra indigeni e studenti

Questo mercoledì, il subcomandante Marcos ha partecipato al secondo dei diversi incontri che sosterrà l'altra campagna con universitari nella valle di México. Questa volta nella Facoltà di Studi Superiori (FES) Aragón, iniziata con una riunione a porte chiuse con gli aderenti, ma davanti alle pressioni di alcuni studenti che minacciavano di "sfondare", l'atto pubblico è stato anticipato.

Davanti a più di 2.000 universitari che affollavano il giardino ed i balconi, il Delegato Zero ha rivolto un messaggio. Con riferimento al dibattito sui candidati alla Presidenza della Repubblica, ha segnalato che "mai il loro pensiero è stato per la gente del basso, la gente umile e semplice, gli studenti, i lavoratori, i coloni, i popoli indios".

Ha raccontato di aver percorso la parte rurale dell'entità. "Quello che abbiamo visto nello stato di México è un disastro. Stanno distruggendo il poco che resta della campagna. Stanno facendo sparire le persone mettendole in prigione, con la repressione. Qualunque giovane è sospettato di essere un delinquente e facciamo i conti un'altra volta:, chi sta rubando i soldi? Non è il governo, non è il ricco? Perché noi siamo sempre più poveri e loro sempre più ricchi? Perché loro si prendono tutto".

Ha proposto agli universitari "quello che non vi propone nessun politico: di pensare e di decidere". Ha definito corrotti i funzionari universitari che "sono in ansia" in attesa che il rettore Juan Ramón de la Fuente (che ha definito "idiota") arrivi alla Segreteria di Governo "e loro possano così occupare un altro incarico. Cosa importa loro se i laboratori non funzionano, se le biblioteche non hanno libri, se si stanno imponendo delle rette e si distrugga lo spirito dell'università pubblica. Vi invitiamo ad un movimento più grande di quello del 1999, quando avete stupito il paese ed il resto del mondo e siete riusciti, con la vostra vittoria, a mantenere questa università pubblica e gratuita".

Nel pomeriggio, l'altra campagna ha tenuto un atto politico-culturale nella piazza centrale di Ciudad Nezahualcóyotl, dove hanno partecipato gruppi di artisti, di discussione politica, di commercianti, di lavoratori urbani e di azione diretta e di strada, lì dove la vita è per strada. Sono continuate le denunce contro il governo municipale perredista, la sua corruzione e le sue pratiche repressive.

Prendendo la parola, il Delegato Zero ha ricordato quando "essere di Neza od essere indigeno era la stessa cosa per quelli in alto" . Ma tanto quelli di Neza quanto i popoli indios hanno guadagnato rispetto e legittimità nella società messicana, contrariamente ai desideri del potere.

Marcos ha ricordato anche che "nel 1994 abbiamo distrutto il sogno neoliberale di quel bastardo di Salinas de Gortari ed abbiamo impedito che continuasse a restare al potere oltre il suo sessennio. Da allora, con il vostro sostegno, abbiamo potuto costruire scuole, ospedali e migliorare l'alimentazione degli indigeni zapatisti e di tutti quelli che sono parte di questa storia. Quelli che stanno in alto, rappresentati da PRI, PAN e PRD, hanno fatto marcia indietro alla legge e ci hanno ricacciati ad essere mendicanti, oggetto di scherno, oggetto di divertimento per gli stranieri".

Davanti alle ricorrenti denunce di invasione del "grande" commercio che spinge il neoliberismo nella sua fase consumista, ha detto: "Cerchiamo commercianti che si ribellino contro i centri commerciali ed i malgoverni che vogliono farli sparire. Qualunque partito politico si vende ai potenti che perseguono il piccolo commercio e gli ambulanti per fare spazio a questi stronzi che non vogliono altro che nei loro negozi entri gente che profumi di buono, ben pettinata e ben vestita. Vogliono cacciare i piccoli commercianti non solo a Neza, ma in tutto lo stato di México, perché vogliono queste terre per i grandi centri commerciali.

Quelli che pagano meno sono proprio quelli che hanno di più. Se confrontiamo la bolletta della luce di un centro commerciale con la bolletta di un piccolo negozio, si vede subito che paga di più il piccolo commerciante del potente che ha leggi che lo favoriscono".

Ha dichiarato: "Perché cercare in alto il meno peggio, se qua in basso a Neza c'è il meglio del paese. Perché volere grandi commercianti, Wal-Mart, Sam's Club, Comercial Mexicana, che se ne vadano da Neza, che se ne vadano dallo stato di México, che se ne vadano da questo paese".

Alla fine ha annunciato davanti al proletariato dalle molte teste, davanti alla banda ed alla razza, che il prossimo lunedì si celebrerà "un altro primo maggio, come quello dei commercianti indipendenti. Ci vediamo alle ore dodici davanti all'ambasciata yankee, e da lì marceremo insieme, noi e gli altri lavoratori, quelli di qua in basso, affinché celebriate, insieme a noi, il nome che dà dignità e destino".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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