La Jornada - Martedì 28 febbraio 2006
Rimprovera al paese di non riconoscere ancora come esseri umani i popoli indios
Nessun partito ha l’autorità morale che sta nascendo, afferma Marcos
Denuncia il consigliere comunale di Tulancingo per fare il contrario della proposta di López Obrador

HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

Pachuca, Hgo. 27 febbraio - L'altra campagna si è riunita nelle installazioni dell'Università Pedagogica Nazionale (UPN), alla periferia di questa città, con collettivi e singoli individui aderenti, poi il delegato Zero ha parlato dalla spianata dell'istituto.

Un giovane punk del Colectivo Revolución Callejera avvicinatosi allo zapatismo nel 2001 quando passò di qui la Marcia del Colore della Terra, ha dato il benvenuto al delegato Zero "qui dove si sono sfruttati i terreni fino a svuotarli ed è dove cominciata la schiavitù nelle miniere". Benvenuto, ha detto, "nella strada dove si respira violenza, repressione, fame. Benvenuto nel municipio dei governanti corrotti, nelle strade usate per trasportare multinazionali. Dove dietro le case di cartone si distrugge la natura per costruire un golf club a Real del Monte. Dove si investe più in strumenti di repressione che in attività culturali".

Pachuca è "un piccolo posto" che oggi riceve l'altra campagna che cammina "per le rovine lasciate dal neoliberismo in tutto il paese" e sta creando un'opposizione "ai tentativi di privatizzazione dell'energia elettrica, l'acqua ed il petrolio, perché l'altra campagna è organizzata per ascoltare quelli che stanno male come noi".

L'altra campagna non impone, "cammina e domanda". Il giovane punk si è rivolto al pubblico nella spianata dell'istituto: "Se volete votare, votate. Non astenetevi. Ma poi non lamentatevi se le vostre mani puzzeranno di merda".

Parlando davanti agli aderenti, il subcomandante Marcos aveva detto: "Si sta rompendo il primo accerchiamento su ognuno di noi. È il più tosto di questa prima tappa". Qualcosa, ha detto, "che è cominciato con una persona che si è alzata e ha detto: 'io sono omosessuale e allora, qui ci sono alcuni eterosessuali e vediamo se mi linciano'. Nell'altra campagna scoprirà che in altre città ed in altri stati altri si stanno alzando e stanno dicendo 'sono omosessuale e sono contrario che mi considerino in base alla preferenza sessuale'. O per essere indigeno, o giovane dark, punk, skate, quello che sia, o soprattutto per essere donna o anziano. Come ha spiegato una compagna, è bello essere donna, è bello essere giovane, anche essere anziano, perché i giovani lottano ancora per conquistarsi uno spazio, ma per gli anziani non c'è spazio e non c'è un movimento degli anziani che dicano occupiamo un giardino e facciamolo nostro.

Nel DF gli danno un parchetto e gli suonano della musica per farli ballare una volta alla settimana. Gli danno il cartellino per sconto e qualche aiuto e poi fuori, ma non è uno spazio che abbiano conquistato. In tutti i posti dove stiamo passando dicono: 'non abbiamo neppure uno spazio per riunirci tra noi e per darci le medicine per i diabetici'. Allora camminano per strada da un posto all'altro e chiedono ad un presidente di dare loro uno spazio".

Ha spiegato: "Guarda caso, il presidente municipale è del PRD. Sto parlando di Tulancingo. Li trattano male, li trattano con disprezzo. E così, con tutti gli acciacchi ci dicono: 'Noi siamo con voi. Troviamo il modo di partecipare perché anche noi siamo messi da parte da questo sistema'. In questo processo di identificazione e definizione dell'altra campagna, il grande vantaggio e la grande ricchezza è che gli stiamo dando forma e colore tutti insieme. Ma conservando sempre l'identità di un movimento anticapitalista e di sinistra.

Chi aderisce e chi no è un problema che viene da fuori, non dell'altra campagna. La gente coinvolta nella questione elettorale dice 'e io?', come se presentasse il conto agli zapatisti. Dicono 'io ti ho aiutato in questo e in quello, perché non mi dai spazio?' Perché sanno che l'autorità morale che sta nascendo nell'altra campagna non ce l'ha nessun partito politico. Perché nell'altra campagna c'è la gente che non si vende e che non si è arresa, e nei partiti politici c'è la gente che si arrende e che si vende, proprio lì. Questi sono i candidati che ci sono".

Discutendo il tema delle differenze, il delegato Zero ha aggiunto che la proposta dell'altra campagna non significa essere escludente, "ma definisce un modo di
fare politica. Ci sono gli omosessuali, lesbiche, trans che all'interno dei movimenti ricevono disprezzo, sfiducia ed esclusione, oltre a quello che già subiscono. Propongono di essere riconosciuti come tali, 'e di avere uno spazio, perché dobbiamo anche educarvi, stronzi', così ci dicono. Non si tratta solo di lottare per cambiare il mondo là fuori, ma dobbiamo cambiare molto anche dentro questo movimento
".

Inoltre, ci sono i problemi propri di Hidalgo. E cita quello che ha detto "una compagna della UPN", che segnalava che "alcuni sono generali di tutte le università, o per la UPN a livello nazionale, ma l'UPN in Hidalgo, e qui a Pachuca, ha le sue grane. Come altra campagna si deve fare qualcosa, discutere tra i compagni sul posto".

Durante la riunione con gli aderenti, si sono succedute testimonianze sulla difficoltà di essere donna a Pechuca, "che significa essere una persona di quarta categoria, in questo stato di caciques e disparità".

Hanno partecipato artisti, performers, i collettivi Gena los Otros e Tezontla en Resistencia, così come gli insegnanti e gli studenti della UPN.

Più tardi, Marcos ha parlato a circa 200 persone offrendo un ripasso di quanto visto fino ad ora in Hidalgo e legandolo alla situazione nazionale: "Ancora a tutt'oggi, questo paese che ha radici indigene non vuole riconoscere come esseri umani i popoli indios che lo abitano, e non mi riferisco solo a quelli del Chiapas ma a tutti i popoli indios di tutto il paese.

In questi giorni che siamo stati in Hidalgo, abbiamo visitato alcuni posti e ci avete dato la vostra parola. Siamo stati nella città di Sahagún, dove ci hanno parlato anche compagni e compagne di Apan, ci hanno raccontato di come è stato smantellato il complesso industriale e migliaia di lavoratori hanno perso il loro lavoro e hanno dovuto emigrare negli Stati Uniti. Ci hanno raccontato come i grandi centri commerciali stanno distruggendo il piccolo commercio.

Abbiamo visto anche come sta crescendo il narcotraffico e la droga che distrugge l'infanzia e la gioventù. Ed abbiamo visto anche le poche fabbriche che ci sono in cui le giornate di lavoro superano le otto ore.

Quello che abbiamo ascoltato a Città Sahagún e a Apan, riflette una condizione che si estende a tutto il paese, per quanto abbiamo sentito. Sono pochi i lavoratori che possono dire di avere un lavoro fisso o che lavorano solo otto ore. La maggioranza sono lavoratori precari che all'assunzione firmano in bianco le proprie dimissioni per poterli licenziare senza nessuna indennità né diritti, quando piace al padrone".

Marcos ha confidato ai presenti che passando per Tulancingo ha trovato "l'unico posto, nei 10 stati visitati, dove la nostra manifestazione pubblica è stata controllata da poliziotti e cani da caccia e da uomini armati col colpo in canna pronti a sparare”. Fa notare che “questo municipio è governato dal PRD. Qualcuno va dicendo che il governo ci sta tenendo d'occhio perché parliamo male di López Obrador, allora io suppongo che il presidente municipale di Tulancingo si stava preoccupando che non parlassimo male di López Obrador, o forse temeva quello che ne poteva venir fuori. Nessun altro partito di governo ha fatto quello che ha fatto il PRD a Tulancingo.

Ci hanno raccontato che ogni volta che gli indigeni scendono dalla montagna nella piazza per vendere i loro prodotti, prendono a calci loro e le loro mercanzie, i poliziotti rubano le cose che a loro sono costate tanto lavoro e li lasciano così per strada. Quando si domanda loro perché fanno così, rispondono che sono ordini del presidente municipale che, insisto, è del PRD. Se dicono che noi stiamo parlando contro il PRD e togliendo voti a López Obrador, allora bisogna vedere cosa sta facendo il presidente municipale di Tulancingo che sta proprio facendo la campagna contro. Perché López Obrador sta offrendo appoggio agli anziani ed uno del suo stesso partito, che è già al potere, sta facendo esattamente il contrario. López Obrador offre il riconoscimento dei diritti e della cultura indigeni ed un governante cheè del suo partito sta facendo esattamente il contrario. Offre di rispettare il diritto di manifestazione e il diritto di parola di tutti ed un governante che è del suo partito minaccia una manifestazione pubblica indipendente".

Marcos ha poi dichiarato: "Ci hanno parlato anche le insegnanti del Sindacato Nazionale dei Lavoratori dell'Educazione ed hanno denunciato Elba Esther Gordillo ed i leader sindacali che li stanno obbligando ad entrare in questo partito che si chiama Panal, e se non entrano gli trattengono quote sulle indennità per non aver obbedito al sindacato".

Rispetto a Huehuetla, ha detto che lì "stanno distruggendo le colture di caffè e le piccole proprietà". Come hanno detto i punk all'inizio della giornata, "una volta aperti gli occhi non possiamo più chiuderli". Questi punk realizzano laboratori e incontri con casalinghe, giovani e fanno lavoro sociale, a dispetto della repressione, per diffondere l'altra campagna. "Siamo un collettivo di rottura, per questo ci distanziamo da tutti i partiti", dichiarano.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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