La Jornada – Sabato 27 maggio 2006
Appello zapatista alla mobilitazione per la liberazione dei detenuti di Atenco
"Concentriamo le nostre mire sui capoccia del Messico"
HERMANN BELLINGHAUSEN

Il tenente colonnello Moisés, della Commissione Intergalattica dell'EZLN, ha ribadito l'appello alla mobilitazione internazionale per la prossima domenica. "Gridiamo, scriviamo, concentriamo la nostra mira sui capoccia del Messico, che ora sono il nostro bersaglio", afferma il comandante zapatista in un comunicato datato 25 maggio.

Nel frattempo, il governo di Vicente Fox è stato citato dalle donne dell'Associazione Alumbadara, della Palestina, e dalla Commissione Ecumenica dei Diritti Umani dell'Ecuador, per soddisfare le richieste di rispetto dei diritti della popolazione. La Commissione Civile Internazionale di Osservazione per i Diritti Umani (CCIODH) ha confermato che la settimana prossima visiterà il Messico per documentare gli eccessi della polizia ed i vizi nell'applicazione della giustizia riguardo ai fatti legati alla repressione a San Salvador Atenco, stato del Messico.

Il comunicato del tenente colonnello Moisés, rivolto agli aderenti internazionali della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, dice: "Compagne e compagni, vi scriviamo per salutarvi e per dirvi che noi e molta gente di tutto il mondo è a conoscenza della vostra sua risposta alla repressione subita dai nostri fratelli e sorelle di San Salvador Atenco e dell'altra campagna. Sappiamo che da sempre esiste la solidarietà tra i popoli del basso, ci meravigliamo comunque sempre e ci inorgoglisce poter contare su tutti quelli che sono come noi, cioè, ribelli e degni. Il giorno 28 di questo mese continua il nostro appello alla mobilitazione pacifica per esigere la liberazione dei compagni e compagne detenuti di Atenco, e la giustizia per le nostre compagne violate ed oltraggiate.

Sorelle e fratelli: facciamo che quel giorno torniamo ad usare le armi che tutti abbiamo, la voce e la parola. Che quel giorno la nostra voce e le nostre parole si trasformino in una bomba che rimbombi contro i malgoverni. Che non ci zittiscano più e che non ci restiamo mai più in silenzio. Oggi più che mai dobbiamo essere in grado di organizzarci e coordinare le nostre forme di lotta per poter difenderci contro i malgovernanti che, come capoccia del neoliberismo procedono liberi per schiacciarci in ogni parte del mondo. Questo 28 maggio lanciamo la mobilitazione pacifica. Gridiamo, scriviamo, concentriamo la nostra mira sui capoccia del Messico, che ora sono il nostro bersaglio.

Che risuoni l'eco della condanna nelle case di questi malgoverni in tutto il mondo. Oggi abbiamo bisogno dei compagni detenuti di Atenco e delle compagne violate ed oltraggiate. Non lo vogliamo, ma può succedere che domani o un altro giorno questo tocchi a noi. Perché ci sono sempre i selvaggi che non pensano a quello che fanno. Poiché tutti siamo Atenco, continuiamo la mobilitazione pacifica con le nostre voci e parole. Queste sono le nostre armi", conclude il tenente colonnello Moisés.

Proseguono le dimostrazioni di solidarietà

L'associazione di donne Almubadara, della Palestina, attraverso Suhad Hashem, ha reso pubblica una lettera indirizzata al governo del Messico, in appoggio alle donne violate dai poliziotti durante il "recupero" del governo del paese di Atenco.

"Noi come donne della Palestina ripudiamo gli atti criminali commessi dalla polizia i giorni 3 e 4 maggio. Non ci sarà mai una ragione o scusa per gli stupri o gli abusi sessuali. Il governo messicano deve dare spiegazioni, mettere in libertà le donne ancora in carcere e accettare l'intervento delle organizzazioni internazionali dei diritti umani e delle donne per svolgere indagini". E concludono: "Non all'umiliazione. Basta!... Basta!". Firma la Almubadara Women Society.

Dall'Ecuador, la Commissione Ecumenica dei Diritti Umani chiede allo Stato messicano "di agire" rispettando i diritti umani. Esige "sanzione dei responsabili dell'omicidio, degli stupri, delle torture e degli arresti arbitrari di cui sono stati oggetto gli abitanti di San Salvador Atenco". Chiede la pronta liberazione dei detenuti e delle detenute e solidarizza "con i bambini, uomini e specialmente le donne che sono stati oggetto di questa intollerabile violazione dei diritti umani".

Rifondazione Comunista, di Porto Ricco, solidarizza pienamente con gli sforzi per ottenere la liberazione immediata dei detenuti politici in Messico, ripudia energicamente i brutali atti di repressione contro il Fronte dei Popoli in Difesa della Terra, e contro la popolazione di San Salvador Atenco". L'organizzazione esige "l'immediata libertà dei compagni e delle compagne arrestate e la condanna dei responsabili di questa aggressione all'altra campagna", ed esprime solidarietà "col popolo del Messico e le sue resistenze che, organizzate nell'altra campagna, lottano civilmente e pacificamente per un'alternativa anticapitalista contro lo sfruttamento, l'usurpazione, la repressione ed il disprezzo".

Da parte sua, la CCIODH ha comunicato dall'Europa la su "visita di emergenza" in Messico dopo i fatti di Atenco. La missione che lavorerà dal 29 maggio al 4 giugno è formata da 31 persone, 15 uomini e 16 donne, di sette paesi, avallati da una lettera firmata da oltre mille persone ed organizzazioni di 28 paesi.

Lunedì 29 incomincerà ufficialmente il lavoro della CCIODH in Messico con una conferenza stampa. Una segreteria permanente della commissione assisterà alle visite ed incontri durante la sua permanenza in Messico, "mentre il resto delle squadre si sposterà per visitare i luoghi concordati preventivamente e realizzare interviste istituzionali, con la società civile, arrestati, organizzazioni ed avvocati e con tutte le persone che riterranno opportuno fornire la loro testimonianza, documentazione o materiale sui fatti".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

logo

Indice delle Notizie dal Messico


home