San Cristóbal de las Casas, Chis., 26 gennaio - "L'ora
dell'indigeno è arrivata, come si può vedere con
quello che sta accadendo in Bolivia, Ecuador e Perù",
ha dichiarato il vescovo emerito di San Cristóbal de
las Casas, Samuel Ruiz García.
L'ascesa dell'indigeno Evo Morales alla presidenza
della Bolivia è il "risultato di un lungo percorso, non
una meteora arrivata improvvisamente", ha aggiunto il
prelato, considerato uno dei massimi esponenti della
teologia della liberazione nella Chiesa cattolica.
Samuel Ruiz, già mediatore tra il governo federale e l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, ha affermato che i progressi raggiunti dagli indigeni in America Latina sono frutto della presa di coscienza di questo settore, uno dei più dimenticati ed emarginati in tutti i paesi.
"L'ora dell'indigeno è arrivata e lo vediamo", ha sottolineato Ruiz García, che dal 1960 al 2000 è stato vescovo della diocesi di San Cristóbal de las Casas, dove ha promosso la chiesa autoctona ed ordinato oltre 300 diaconi indigeni permanenti.
81 anni ed uno dei principali difensori dei popoli nativi, Ruiz García ha concesso una breve intervista alla fine della messa con la quale ha celebrato, la notte di mercoledì nella cattedrale di San Cristóbal de las Casas, i suoi 46 anni di ordinazione episcopale.
"Con il corpo sono lontano, ma il mio cuore non è mai uscito da qui", ha detto durante l'emozionante celebrazione religiosa alla quale hanno partecipato sacerdoti, tra i quali diversi suoi stretti collaboratori fino al primo maggio 2000, quando riconsegnò la diocesi, oltre a membri di organismi non governativi e rappresentanti di gruppi etnici.
Il prelato si è congratulato perché "vedo che la diocesi continua il suo percorso, prosegue con i suoi simboli, ci sono cose che hanno la loro forza e vanno avanti". Ha aggiunto che lui non è stato assente da questo camminare.
Nella breve intervista, Ruiz García ha parlato anche del ruolo dei mezzi di comunicazione ed ha chiesto loro "di discernere le cose perché avete un impegno" con la società.
"Ci battiamo per quello che deve avere rilevanza per i
patrocinatori o i dirigenti dei media, e quello che
deve essere realmente la sincerità nelle notizie e
nell'informazione sui fatti che accadono, tenendo
conto che c'è un impegno con la società e che
oggigiorno è molto più importante", ha sottolineato
Samuel Ruiz.
(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)
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