La Jornada – Giovedì 26 ottobre 2006
A 515 anni dalla conquista, in Messico continuano a comandare gli stranieri
Marcos: Bours è uno svergognato che gestisce Sonora come un capoccia
HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

Vicam, Son., 25 ottobre - È stato intenso e carico di significati l'incontro dell'altra campagna con abitanti, autorità e la guardia tradizionale yaqui delle etnie di Vícam (principale capoluogo degli otto villaggi della tribù), Pótam, Bácum e Belén. Dopo una cerimonia riservata "alle occasioni speciali", come annunciato da un rappresentante di Vícam al subcomandante Marcos, si sono svolte diverse ore di conversazioni tra l'autorità tradizionale, Marcos ed una rappresentanza del Congresso Nazionale Indigeno (CNI).

All'inizio dei discorsi, prima in pubblico (benché inaudibili oltre i due metri di distanza) e poi in privato, il delegato Zero ha dichiarato di fronte alla casa della guardia: "Noi non riconosciamo il governo del ricco, riconosciamo voi come compagni e fratelli di lotta. Da altre parti si dice che in Sonora tutto va bene, ma quello che abbiamo visto è che in Sonora la terra soffre come in Chiapas, in quella del purépecha e del nahua, in tutte le terre dei popoli indios. Sono 515 anni da che arrivarono gli spagnoli. Adesso vengono gringos, giapponesi, coreani, francesi. Ancora una volta in questo paese comanda lo straniero ed alla gente che lavora la terra e la fa produrre tolgono tutto".

Davanti a centinaia di indigeni presenti all'incontro Marcos ha detto: "Vogliamo che lo yaqui non sia solo nella sua lotta, vogliamo appoggiarlo quando si ribella e che ci appoggi quando ci ribelliamo. Vogliamo unirci ai poveri, che sono la maggioranza, per cambiare questo paese e fare una nuova Costituzione nella quale si rispettino i diritti e la cultura indigeni, e che il territorio yaqui non finisca su quella collina ma arrivi fino a dove arrivava prima che arrivassero gli spagnoli".

Gli anziani hanno esposto in castigliano ed in lingua yoreme la situazione del territorio, ogni giorno più ridotto e minacciato dal governo dello stato che inoltre vuole costruire una strada sulla costa della valle dello Yaqui per costruire hotel e casinò, obbligando alla miseria i pescatori indigeni di Las Guásimas e Bahía de Lobos, ed i popoli Rahum e Hurivis. Hanno descritto l'inadempimento del decreto presidenziale del 1940 che assegnava loro più di 500 mila ettari. Ed oggi si sa che Marta Sahagún in Fox vuole acquisire terre costiere richieste da Escalera Náutica, terre che sono invece rivendicate dagli yaquis.

Concludendo la riunione privata, Tomás Rojo, consulente di Vícam, ha annunciato che le autorità tradizionali hanno deciso con il CNI e gli zapatisti di "stabilire collegamenti, coordinare sforzi e diffondere le nostre richieste, necessità e carenze, ed avere una partecipazione attiva dentro il CNI". L'autorità tradizionale yaqui ha stabilito di "socializzare le informazioni qui raccolte e diffondere i progetti che realizzano i governi e che attentano alla nostra ricchezza culturale".

In replica, il rappresentante purépecha Salvador Campanur ha affermato: "Il CNI è uno spazio di riflessione nel quale partecipano popoli ed organizzazioni indigene, ed in esso ci ritroviamo a discutere esperienze e lavorare per migliorare le condizioni di vita dei nostri popoli. In questo spazio di riflessione non esistono dirigenti, non lavoriamo con i partiti politici né col governo, e non accettiamo organizzazioni padronali. I nostri fratelli yaquis hanno un posto in cui tutti sono uguali e dove prevale il rispetto.

Ci fa piacere sapere che il popolo yaqui partecipa, perchè lo conosciamo da sempre, e lo salutiamo perché impareremo dalle sue conoscenze e dai suoi saperi. Questo popolo ha il nostro rispetto e l'accordo di andare avanti nella lotta affinché tutti nei governi federale, statale e municipale sappiano che non ci arrenderemo".

Alla fine, il subcomandante Marcos ha dichiarato: "Da quanto abbiamo visto, possiamo dire che il governatore Eduardo Bours è uno svergognato che inganna il popolo di Sonora e del resto del paese. Tiene i popoli indios nel più completo oblio. Dove ci sono carenze, dove mancano fogne, la luce, il pavimento è nei villaggi indios e dove vive la gente povera di Sonora, e tutto quello che fa è a beneficio dei padroni e dei grandi proprietari terrieri. Toglie gli aiuti ai contadini e li obbliga a vendere la terra ed a abbandonarla per andare negli Stati Uniti, mentre lui si tiene grandi estensioni.

Quello che abbiamo visto è che il signor Bours gestisce Sonora come fosse una sua tenuta, lui è il capoccia ed i sonorensi sono i suoi peoni. Abbiamo visto che cosa fa allo yaqui, al seri, al pápago, e non solo a loro, agli immigrati che vengono da altre parti del paese e sono trattati come peones acasillados, pure con gli spacci padronali. Non è possibile che questo governatore si presenti come un esempio, mentre la gente è dimenticata. Abbiamo ascoltato lo yaqui, il suo dolore e le sue istanze e lo appoggiamo totalmente".

Il governo - ha aggiunto il delegato Zero - "vende l'idea che lo yaqui è bellicoso, ma quello che vediamo è gente che lavora che esige i suoi diritti, ed è il governo quello che non li rispetta; pensa di risolvere i problemi con dichiarazioni alla stampa. Questo l'ha imparato da quel tonto di (Vicente) Fox, che fa lo stesso. Come zapatisti pensiamo di poterci unire con i popoli indios di Sonora e di tutto il nordovest del Messico, ed insieme al CNI finalmente ottenere per i nostri popoli il rispetto dei diritti e della cultura, che è quello che chiediamo.

Quando siamo arrivati qua abbiamo visto una bandiera azzurra, bianca e rossa con una croce, un sole ed una luna. Porteremo la parola dello yaqui in tutti i luoghi; di giorno sarà un sole affinché tutti lo vedano, e di notte una luna affinché porti tepore alla lotta in corso in altri villaggi del nostro paese e del mondo. Questo è il nostro impegno: non ascoltare la parola di altri ma quella che arriva direttamente dallo yaqui, ed il nostro impegno è diffondere la situazione di ingiustizia e di arbitrio del governo affinché sia conosciuta in tutto il mondo".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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