La Jornada - Domenica 26 febbraio 2006
Il reato di cui è accusato, è fabbricato
Simpatizzanti dell'EZLN esigono la libertà del loro compagno
ELIO HENRIQUEZ - CORRISPONDENTE

San Cristóbal de Las Casas, Chis, 25 febbraio - Decine di integranti di organizzazioni ed aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacadona ed all'altra campagna hanno posto un presidio di fronte alla prigione numero cinque per esigere la liberazione dell'attivista Dámaso Villanueva, arrestato ieri in questa città.

Prima si sono appostati negli uffici del palazzo di giustizia, perché avevano detto loro che l'accusato sarebbe stato presentato lì. Poi, invece il detenuto è stato presentato al giudice nelle installazioni della prigione, a 16 chilometri da San Cristóbal de Las Casas.

Rendendosi conto dell'inganno, circa 50 compagni di Villanueva sono andati davanti alla prigione, dove era schierato un gruppo di poliziotti in divisa antisommossa.

Con striscioni, i manifestanti, membri di organizzazioni sociali, si sono fermati davanti alla prigione ed hanno chiesto la liberazione di Villanueva che è accusato dall'impresa Pegaso di essere stato a capo della distruzione di un'antenna per la telefonia cellulare nel 2004. Il reato imputatogli è di danni per 2 milioni e 300mila pesos.

Diego Cadenas, avvocato del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas che difende Villanueva, ha assicurato che "è evidente che si tratta di un'accusa fabbricata".

Ha informato che ha sollecitato l'ampliamento del termine costituzionale a 144 ore per presentare le "evidenze che i testimoni sono stati comprati e che uno di essi non ha neanche presentato la sua identificazione all'atto di accusa". Così si riuscirebbe a far sì che nei prossimi giorni il giudice emani già l'atto di formale libertà.

Blanca Espinoza, compagna del detenuto, ha detto che Villanueva "è innocente ed alle autorità non resta altro da fare che liberarlo, perché il reato di cui lo accusano è fabbricato".

Ha aggiunto che il 26 ottobre del 2004, quando sono successi i fatti in questione, suo marito era in una riunione nella presidenza municipale di San Cristóbal e "Sappiamo che i testimoni che ha presentato l'accusa sono stati pagati".

"È chiaro che Dámaso Villanueva è un prigioniero politico, perché è stato imprigionato come rappresaglia per partecipare all'altra campagna", ha sostenuto Blanca Espinoza, che ha ammesso che il detenuto ha partecipato a manifestazioni contro l'installazione delle antenne per telefoni cellulari, perché presuntamente, "producono cancro ed altre malattie".

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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