La Jornada - 24 novembre 2006
Maderas del Pueblo del Sureste invia lettere a Fox e Salazar
Esige ONG chiapaneca che riappaiano i 4 indigeni scomparsi dopo l'attacco
ELIO HENRIQUEZ - CORRISPONDENTE

San Cristobal de Las Casas, Chis., 23 novembre - L'organizzazione Maderas del Pueblo del Sureste chiede al presidente Vicente Fox ed al governatore Pablo Salazar che facciano tutti i passi necessari per ubicare quattro indigeni di Viejo Velasco Suárez spariti durante l'attacco che 300 uomini della Nueva Palestina ed altri villaggi della selva lacandona perpetrarono contro quella comunità.

In una lettera pubblica, chiedono che si intensifichino le ricerche di Mariano Pérez Guzmán, Pedro Núñez Pérez, Miguel Moreno Montejo e Juan Peñate Montejo in località vicine, dove potrebbero essere tenuti in arresto o, nel caso siano stati assassinati, avrebbero potuto seppellire clandestinamente i corpi. Chiede che si informi pubblicamente e periodicamente su come avanzano le indagini.

Il raggruppamento ha ricordato che l'alba del 13 novembre circa 300 indigeni di Nueva Palestina, Lacanjá Chansayab e Frontera Corozal, la maggioranza in armi ed il resto con machete e bastoni hanno circondato la comunità e sparato "discrezionalmente". Il saldo ufficiale è di quattro morti: tre di Viejo Velasco ed uno della Nueva Palestina e quattro desaparecidos.

"Questa aggressione, che era pure stata prevista in tempo, non è stata fermata... come altre"...

A 11 giorni dai fatti, Maderas del Pueblo del Sureste chiede a Fox e Salazar, come ad altre autorità "che ritornino in vita alle loro famiglie i quattro desaparecidos o siano consegnati i loro corpi affinché possano essere vegliati e possa essere data loro sepoltura".

Intanto, l'organizzazione dei prigionieri de El Amate, La Voz del Amate, ha riprovato "energicamente questa azione repressiva e di alta provocazione perpetrata" contro gli abitanti di Viejo Velasco da autorità federali e statali.

In un comunicato, ha fatto "urgente appello a tutte le organizzazioni, associazioni e personalità democratiche e progressiste per denunciare il fatto, così come la repressione esercitata in quello che è stato il sessennio sanguinoso del governatore Pablo Salazar".

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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