La Jornada - Martedì 24 ottobre 2006
In marzo, uno dei suoi collaboratori aveva già subito un fatto simile
Irruzione negli uffici del Centro Fray Bartolomé in Chiapas
ELIO HENRIQUEZ - Corrispondente

San Cristobal de las Casas, Chis., 23 ottobre - Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas ha denunciato un irruzione nei suoi uffici la notte di domenica da parte di sconosciuti che non avevano l'obiettivo di rubare, perché apparentemente non hanno sottratto niente.

L'organizzazione presieduta dal vescovo emerito Samuel Ruiz García ha dichiarato in un comunicato che l'ultimo anno ha documentato e denunciato 20 casi di aggressione ed attacchi contro attivisti e difensori dei diritti umani in Chiapas, dei quali cinque sono state violazioni di domicilio.

Ha spiegato che giunto al lavoro la mattina di questo lunedì, il personale del centro ha trovato aperte, senza forzatura, le porte principali dell'immobile che si trova in calle Brasil numero 14 del barrio de Mexicanos, relativamente vicino al centro della città.

Ha aggiunto che non sono stati trovati segni di forzatura delle serrature, né danni all'interno dell'edificio, ma il sistema di allarme era stato neutralizzato.

"Apparentemente chi è entrato nei nostri uffici non ha portato via nulla, né sono state danneggiate le installazioni", ha dichiarato l'organizzazione non governativa.

L'organismo promotore e difensore dei diritti umani ha confermato che i computer sono intatti come li aveva lasciati il personale la domenica.

Una delle ipotesi è che lo o gli sconosciuti sarebbero entrati dal tetto, utilizzando qualche casa vicina.

Questo illecito coincide col compimento del quinto anniversario del presunto omicidio dell'attivista per i diritti umani Digna Ochoa y Plácido.

Nel marzo scorso, l'organismo denunciò l'irruzione nella casa del suo collaboratore David Méndez, "fatto accaduto in circostanze simili a quelle che denunciamo oggi".

Questo pomeriggio, membri del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas hanno presentato una denuncia penale alla procura generale dello stato della zona Altos.

Nello stesso tempo ha chiesto alle autorità competenti "di indagare su questo e gli altri fatti denunciati precedentemente contro attivisti e difensori dei diritti umani in Chiapas".

Nei suoi 17 anni di attività, l'organismo ha documentato, denunciato e dato seguimento giuridico, davanti ad istanze nazionali ed internazionali, a casi come quello del massacro di 45 indigeni ad Acteal, "i 122 crimini di lesa umanità perpetrati dal gruppo paramilitare Paz y Justicia, con complicità dello Stato messicano, tra gli anni dal 1995 e 1999 nella zona nord dello stato del Chiapas".

Inoltre, recentemente ha organizzato una missione di verifica per constatare la situazione della militarizzazione nello stato.

 

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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